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Le Mutilazioni Genitali Femminili. Il ruolo degli organismi regionali e nazionali in Africa Occidentale: il caso studio del Mali

MGF come violazione dei diritti del fanciullo

La Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata con la risoluzione dell'Assemblea Generale 44/25 del 20 novembre 1989 stabilisce gli standard internazionali per i diritti dei minori sotto i 18 anni ed è uno dei trattati internazionali sui diritti umani con il più alto tasso di ratifica.
Fornisce misure legali, educative, sanitarie e istituzionali per proteggere i bambini da disturbi mentali, fisici e psichici. In particolare, l'articolo 19 della Convenzione fa leva sulla necessità degli stati di prendere misure legislative necessarie al fine di proteggere i bambini da ogni forma di violenza; infatti, come recita l'articolo:

States Parties shall take all appropriate legislative, administrative, social and educational measures to protect the child from all forms of physical or mental violence, injury or abuse, neglect or negligent treatment, maltreatment or exploitation[…] Such protective measures should, as appropriate, include effective procedures for the establishment of social programmes to provide necessary support for the child[…]

La Convenzione fa esplicito riferimento alle pratiche di mutilazioni genitali, in quanto nell'articolo 24 chiede agli Stati di riconoscere il diritto del bambino al godimento dei diritti fondamentali e di prendere misure per abolire tutte le pratiche tradizionali che pregiudicano la salute del bambino; difatti l'articolo cosi riporta:

States Parties recognize the right of the child to the enjoyment of the highest attainable standard of health and to facilities for the treatment of illness and rehabilitation of health [...]shall pursue full implementation of this right and, in particular, shall […]diminish infant and child mortality […] ensure the provision of necessary medical assistance and health care […] States Parties shall take all effective and appropriate measures with a view to abolishing traditional practices prejudicial to the health of children […].

Nel 1992 il Centro delle Nazioni Unite per i diritti umani di Ouagadougou (Burkina Faso) ha organizzato un seminario regionale sulle pratiche tradizionali che mettono a rischio la salute dei bambini e degli adolescenti. A seguito di tale seminario l'OMS ha rilasciato una dichiarazione congiunta sulle mutilazioni genitali femminili con la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia, richiamando ulteriormente l'attenzione del mondo sulle pratiche MGF e sui suoi effetti dannosi e suggerendo l'adozione di ulteriori misure per l'abolizione della pratica.
Nel 1994 la Sottocommissione delle Nazioni Unite per la Prevenzione della Discriminazione e la Protezione delle Minoranze ha adottato un Piano d'azione congiunto, approvato da OMS, UNICEF e UNFPA, per l'eliminazione delle pratiche tradizionali dannose per la salute delle donne e delle bambine nel quale furono definite le azioni necessarie a livello nazionale ed internazionale per eliminare le pratiche tradizionali dannose (MGF).
Nel 2003 Il Comitato per i diritti del fanciullo, nel commento generale n. 4, invitò vivamente gli Stati membri a "sviluppare e attuare una legislazione volta a modificare gli atteggiamenti prevalenti e ad affrontare i ruoli e gli stereotipi di genere che contribuiscono a perpetuare le pratiche tradizionali dannose" e a "proteggere gli adolescenti da tutte le pratiche tradizionali dannose, come i matrimoni precoci, i delitti d'onore e le mutilazioni genitali femminili".

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le Mutilazioni Genitali Femminili. Il ruolo degli organismi regionali e nazionali in Africa Occidentale: il caso studio del Mali

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Jouhari
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2018-19
  Università: Università per stranieri di Perugia
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Federica  Guazzini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 139

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Parole chiave

donne
diritto internazionale
africa
mali
conflitto
cedaw
mutilazioni genitali femminili
violenze di genere
gender based violence
pratiche tradizionali dannose

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