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Il Fashion nel mondo arabo. Studio dei casi di Dolce & Gabbana e Burberry.

Modest Fashion: una questione della semiotica delle culture?

Come spiega Eric Landowski (cfr. Landowski, 1997) la costruzione, e la comprensione della propria identità - nel caso di chi legge, probabilmente, l'identità di italiani riconducibile a sua volta a quella di occidentali - è sempre costruzione a partire da un Altro, che permette di rendere conto di ciò che si è, o che si crede di essere, ponendosi al contempo come limite e rappresentazione in forma indiretta. Ed è così che, come sostiene Lotman, una cultura:

Appena diventa una parte di un insieme più ampio, viene a conoscere un puto di vista esterno su se stessa e si scopre dotata di una sua specificità (Lotman, 1985, trad. it. p. 76).

In particolare quando si ragiona sulla tradizione vestimentaria l'Altro per l'Occidente è rintracciabile nella cultura islamica in riferimento al diverso grado di copertura corporea che le due culture reputano come accettabile. Ora, il velo non appartiene solo all'Oriente, basti pensare che lo utilizzano le suore cristiane, le spose, di ogni cultura e religione, nel giorno del loro matrimonio, che lo indossano molte donne, soprattutto anziane, professanti la religione cristiana ortodossa, che in passato molte donne adulte erano solite coprirsi il capo. Questo dovrebbe facilitare l'integrazione del velo islamico in contesti culturali occidentali, dal momento che non si tratta di un elemento del tutto estraneo, rendendo possibile una sorta di contaminazione culturale; eppure non sempre accade.

La portata socio - economica ha avuto dimensioni tali che ignorare o non affrontare il tema era, ormai, impossibile. A sdoganare il velo e a farlo circolare in contesti lontani dalla cultura araba ci ha pensato la moda, forse perché, rispetto ad altri ambiti, risulta sprovvista di una serie di ostacoli che rallentano i processi di inclusione e quindi di normalizzazione. Si pensi, ad esempio, ad ambiti quali quello legislativo, il quale anch'esso ha dovuto confrontarsi con la presenza di un Altro, dei suoi usi e dei suoi consumi. Settimio Carmignani Caridi, ricercatore in Diritto Canonico e Diritto Ecclesiastico presso l'Università di Roma, evidenzia la difficoltà sul piano giuridico del confronto, resosi ormai urgente, con la cultura islamica

Il passaggio epocale verso una società multiculturale, che sta caratterizzando l'Europa di questi ultimi decenni, porta con sé inevitabilmente alcuni problemi connessi all'affermarsi di usi e costumi diversi da quelli con i quali la società e l'esperienza giuridica europee erano avvezze a doversi confrontare. Ciò è tanto più vero riguardo ai portati della civiltà islamica, da secoli pressoché assente dall'Europa occidentale. La ragione di tali problemi è facilmente intuibile: gli ordinamenti non hanno ancora avuto un tempo sufficiente per maturare, in rapporto alle culture nuove per il panorama europeo, quegli stessi frutti raggiunti, nei secoli scorsi, a seguito del lungo confronto con le realtà culturali tradizionalmente legate al vecchio continente (Caridi, 2000, p. 223)

Come abbiamo avuto modo di affermare in precedenza, la moda è un potentissimo mezzo di comunicazione, addirittura, come mostra il caso analizzato di Dolce & Gabbana, è in grado di cambiare il modo di vivere un tipo di abbigliamento, nella fattispecie il velo, oggetto ad alta valenza simbolica che trascina con sé precisi significati fortemente radicati nell'immaginario collettivo. Ancora, la moda si configura sì come "la modificazione obbligatoria del gusto" (Grandi, 1995, p. 125), ma, potremmo aggiungere, anche come la modificazione obbligatoria di stereotipi e pregiudizi, ed è proprio in questa direzione che dovremo leggere i casi sottoposti in questa sede. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Fashion nel mondo arabo. Studio dei casi di Dolce & Gabbana e Burberry.

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Informazioni tesi

  Autore: Iness Hamad
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Semiotica
  Relatore: Giovanna Cosenza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 153

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