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Il benessere psicologico e la regolazione delle emozioni nei contesti lavorativi

Motivazione alla base della regolazione emotiva

La maggior parte delle teorie sulla regolazione delle emozioni si basa sulla motivazione primaria che dà forma al comportamento umano, ossia il tentativo di massimizzare la gioia e minimizzare la sofferenza (Higgins, 1997).
Secondo la teoria della sensibilità motivazionale di Reiss (2004), le persone non sono un gruppo omogeneo e danno, priorità a valori diversi che influenzano il loro comportamento. Invece di dare per scontato che tutti desiderino gioia, eccitazione e calma emotiva, a volte le persone possono mostrare una preferenza per le emozioni spiacevoli rispetto a quelle piacevoli, per essere coerenti con le loro motivazioni (Riediger, Schmiedek, Wagner e Lindenberger, 2009).
Una possibile spiegazione è il concetto di costi e opportunità: sono necessarie molte risorse per mantenere o aumentare le emozioni piacevoli, e a volte sentirsi leggermente infelici porta a risultati più appropriati che sentirsi immediatamente felici. Alcuni studi hanno riscontrato che quando si prova tristezza, si tende a rispondere in modo intelligente a richieste ingiuste, a comportarsi in modo meno egoistico quando si chiede di dividere il denaro con altri, a ricordare i dettagli in modo più accurato e a essere più persuasivi (Forgas, 2013).
Questi risultati dimostrano la natura adattiva e preziosa delle emozioni piacevoli, che tuttavia dipendono fortemente dalla situazione: le emozioni piacevoli segnalano le cose a cui prestare attenzione e i modi migliori di comportarsi per ottenere prestazioni migliori.
In base alle richieste della situazione, alla personalità dell'individuo e ai suoi obiettivi, le strategie di controllo delle emozioni possono essere classificate come efficaci o inefficaci (Aldao, 2013).
In generale, la rivalutazione cognitiva supera la soppressione emotiva: i tentativi di riformulare i propri pensieri su una situazione emotivamente significativa sono associati a un aumento delle emozioni piacevoli, mentre la prevenzione di una risposta emotiva determina una diminuzione degli stati emotivi sfavorevoli.
La capacità di regolare le emozioni, mentre si elaborano le informazioni, è possibile in situazioni meno cariche di emozioni grazie alla rivalità cognitiva tardiva (Sheppes et al., 2014). Tuttavia, la scelta tra diverse interpretazioni ha un costo elevato in termini di risorse cognitive, attenzione ed energia. Al contrario, la dissociazione precoce è più efficace in situazioni emotivamente intense perché permette di controllare l'emozione prima che si dissipi e diventi inerte. In questo caso, il costo è l'incapacità di elaborare e ricordare le informazioni emotive. Esistono notevoli differenze individuali nel modo in cui le persone regolano tipicamente le emozioni piacevoli (Gross e John, 2003).
Il lavoro sperimentale di Wood e dei suoi collaboratori (Wood, Heimpel e Michela, 2003) ha dimostrato che le persone con livelli più elevati di autostima sono più propense a comprendere le esperienze emotive piacevoli, mentre quelle con livelli più bassi di autostima sono più propense a soffocarle. In modo simile, si è notato che tra le persone con reddito più bassi si è rilevato una maggiore tendenza a valorizzare le emozioni gradevoli, rispetto a chi ha un reddito più alto (Quoidbach, Dunn, Petrides, e Mikolajczak, 2010).

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Il benessere psicologico e la regolazione delle emozioni nei contesti lavorativi

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Informazioni tesi

  Autore: Michela Cardilli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Federica Caffaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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Parole chiave

lavoro
emozioni
orientamento
coaching
mentoring
benessere organizzativo
benessere psicologico
autoconsapevolezza
regolazione emotiva
formatore aziendale

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