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Il ruolo delle multinazionali nelle relazioni internazionali

Multinazionali e paese d'origine

I paesi d'origine tengono molto ad avere rapporti proficui con le loro multinazionali, in quanto le azioni di queste possono causare effetti indesiderati sulla loro bilancia dei pagamenti, sull'occupazione nazionale, sulla concorrenza e tanti altri aspetti rilevanti. Sicuramente i rapporti tra questi due soggetti possono essere differenti e cambiare da Stato a Stato e da multinazionale a multinazionale; a seconda di quale siano gli obiettivi dei due ci sono modi di cooperare differenti che possono influenzare le decisioni di politica estera con altre nazioni e gli investimenti privati delle grandi imprese. Ad esempio accordi di coproduzione o l'applicazione di dazi. Le decisioni prese dalle multinazionali hanno un vasto effetto sul benessere della società dove esse operano, ovviamente più il paese è fragile economicamente e più si noterà la loro influenza. I paesi d'origine sono ampliamente in grado di orientare e influenzare l'attività delle imprese multinazionali.

Ad esempio si potrebbe indurre le imprese ad investire in determinate aree nazionali al fine di uno sviluppo economico meno diseguale. Questo però può sfociare in incomprensioni e tensioni tra Stato e multinazionale, nel quale i primi anche avendo la sovranità per condizionare le seconde possono decidere di tirarsi indietro. Le attività delle imprese multinazionali non dovrebbero condizionare i rapporti tra paesi ospitanti e di origine e non devono influire soprattutto sulla concorrenza tra essi. Detto questo è opportuno che queste organizzazioni transnazionali siano al di fuori dalle attività politiche e che i governi dei paesi d'origine controllino che questo avvenga. Anche se, come alcune volte accade sono proprio questi Stati che utilizzano le imprese multinazionali come strumenti di politica estera, per condizionare e anche spiare le attività di determinati governi. Quindi anche per reperire informazioni, divulgare idee politiche e orientare i vari governi, è responsabilità degli Stati d'origine non utilizzare le multinazionali come strumenti per raggiungere obiettivi di politica estera. La storia ci ha insegnato che Stati e multinazionali sono ognuno dipendente dall'altro.

Le imprese cercano occasioni all'estero, materie prime e nuovi mercati, per fare questo hanno però bisogno di sicurezza politica e di una prospettiva chiara per capire dove e quando poter investire. Ugualmente, gli Stati proprio grazie alle multinazionali accedono a capitali, tecnologie e nuovi beni. Ad esempio, successivamente alla decolonizzazioni alla fine della seconda guerra mondiale, molte imprese multinazionali continuavano ad avere rapporti con i paesi ospiti, rapporti non solo economici ma anche politici, anche durante la guerra fredda le imprese multinazionali venivano usate come strumento di diplomazia dai loro paesi d'origine. Attualmente molti si chiedono quanto le multinazionali abbiano acquisito potere e quanto queste riescano ad influire sulle agende nazionali. Le imprese multinazionali sanno abilmente controllare e condizionare le decisioni dei governi nazionali in ambito di politica monetaria e interventi fiscali alle imprese. C'è comunque da ricordare che, se oggi le multinazionali hanno un così ampio potere è anche "grazie" agli Stati. Infatti sono stati loro nel XIX secolo a porre le basi affinché queste organizzazioni fossero libere di commerciare all'interno e all'esterno del territorio nazionale. Erano già un centro di potere indipendente dallo stato, che ha voluto condividere parte del suo potere con loro e ora ne paga le conseguenze. Questo ha fatto sì che le multinazionali siano diventate attori politici oltre che economici, i privilegi legali ed economici concessi a queste imprese e il supporto legale ottenuto dagli stati, le ha rese in grado di perseguire i loro interessi negli anni. Su come lo stato utilizzi le imprese multinazionali ci sono diverse visioni, quella nazionalista afferma che le corporazioni globali devono essere controllate e guidate per scopi nazionali, la visione liberista pensa che le vede come strumento e opportunità di crescita per tutto il mondo, mentre quella Marxista chiede di eliminare o ridimensionare il loro potere al fine di emancipare gli oppressi.

L'alta transnazionalità delle corporazioni dell'UK sono il riflesso del forte approccio neoliberista al mercato fin dal 1980. Quindi fattori come la grandezza del mercato domestico, criteri e velocità di sviluppo e le politiche nazionali influiscono sulla transnazionalità delle imprese. Tante volte le azioni mosse da queste grandi imprese sono specchio di quelle degli stati nazionali. Soprattutto in Cina è possibile vedere come ci sia un gran controllo e coordinamento delle attività delle multinazionali, ma come anche in altri paesi attualmente in via di sviluppo. Le multinazionali sono in grado di assorbire i guadagni e conoscenza, adattarsi a ogni contesto nazionale nel quale esse operano. Avendo ogni Stato la propria cultura, lingua, politica, economia, tradizioni e religione le imprese multinazionali sono state costrette ad adattarsi sotto più fronti in base alle circostanze. Questo è stato possibile grazie alla globalizzazione. L'attuale mondo globalizzato presenta sfide non solo per gli stati ma anche per le imprese multinazionali, le quali sono obbligate ad un perenne adattamento sotto più ambiti al fine di non perdere il potere e la legittimità guadagnata. Le corporazioni globali, governano le industrie in qualità di corporazione e non di singola multinazionale. Ovvero, sono le alleanze, i contratti di collaborazione e altre attività svolte in comune che fanno le multinazionali forti e potenti, quindi in qualità di corporazioni. Forme di corporazioni globali sono i cartelli, le associazioni di industrie e regimi privati internazionali. [...]

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Il ruolo delle multinazionali nelle relazioni internazionali

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Colaluce
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Daniela Felisini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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