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L’evoluzione della tutela della lavoratrice madre nel mondo del lavoro.

Normativa europea in tema di tutela delle lavoratrici madri: normative a confronto in alcuni paesi dell’Unione Europea

L’Unione europea ha fatto sempre da pioniere in tema di pari opportunità per tutti con un’emanazione di direttive atte allo scopo, ma non sempre ci è riuscita. Da studi recentemente effettuati da Associazioni od organismi di varie regioni, si evince che esiste una parità formale, ma non sostanziale nel rapporto donne/lavoro/maternità. La figura prototipo di donna discriminata è una donna diplomata o laureata tra i 30 e 40 anni con 1 o 2 figli, soggetta a ritorsioni da parte del datore di lavoro, che al rientro dalla maternità la demansiona o le rende impossibile il prosieguo dell’attività lavorativa.
Partendo dal Trattato di Roma del 1957 che richiedeva una retribuzione uguale per uomini e donne, passando per il trattato di Maastricht del 1922 che regolamentava le pari opportunità nel mercato del lavoro e nel trattamento dei lavoratori e il trattato di Amsterdam del 1999 che rafforzava la base giuridica della parità tra uomini e donne, si è giunti alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’unione Europea proclamata a Nizza nel 2000. Con l’adozione di “discriminazioni positive” mediante l’emanazione di norme che danno priorità alle donne rispetto agli uomini in settori lavorativi ritenuti prettamente maschili, l’unione Europea ha assicurato l’eguaglianza tra i sessi specialmente nel settore dell’occupazione.
In seguito alla Quarta Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle donne svoltasi a Pechino nel 1995, l’Unione Europea ha assunto la prospettiva del mainstreaming: il principio delle pari opportunità deve essere integrato in tutte le politiche e azioni comunitarie e tutte le decisioni dovranno tenere conto delle conseguenze che l’intervento possa portare sulla vita delle donne e degli uomini.
La comunicazione della Commissione Europea n. 67 del 21/02/1996 ha indicato i settori chiave nei quali la legislazione comunitaria deve prendere in considerazione le differenze tra le condizioni, le situazioni e le esigenze delle donne e degli uomini, tra questi il settore dell’occupazione e il mondo del lavoro.
La Strategia Quadro Comunitaria per l’uguaglianza tra uomini e donne 2001/2005 si è posto il duplice obiettivo di rendere operativa l’integrazione delle politiche e di incentivare azioni specifiche a favore delle donne per eliminare il persistere delle disparità. L’unione è intervenuta anche finanziando progetti finalizzati alla coesione economica e sociale programmando i cosiddetti Fondi Strutturali Europei nel periodo 2000/2006 atto a dare alle pari opportunità una funzione strategica e vincolante.
Dal 2000 vengono presentate al Parlamento, al Comitato Economico e Sociale Europeo ed al Comitato delle Regioni, Relazioni annuali sulla parità illustranti i progressi registrati nell’anno precedente. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’evoluzione della tutela della lavoratrice madre nel mondo del lavoro.

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Informazioni tesi

  Autore: Clelia Marchello
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Servizi giuridici per l'impresa
  Relatore: Giovanni Maria Casamento
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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Parole chiave

tutela donne lavoratrici
leggi donne lavoratrici
testo unico maternità
dlgs 26/3/2001 n. 151
lavoro
donne
maternità

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