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Il sogno ad occhi aperti - Il cinema e l'inconscio

Ombra psichica ed archetipi

Freud (1907) paragona l'esperienza del gioco infantile con l'immaginario adulto impegnato nel processo creativo; tale processo, sostituendosi al gioco, risulta necessario per gli adulti, in quanto concentra gli investimenti affettivi in uno spazio illusionale separato dalla realtà.
Anche Winnicott (1971) concepisce la creatività come una risorsa umana difficilmente eliminabile; coincide con l'esser vivi, si alimenta dell'incontro con la realtà, ma si manifesta nell'esperienza del gioco e del cercare sconnesso.
"Il cinema parla dall'inconscio" e vince chi verifica l'ipotesi di terapeuticità dello strumento film. Durante la visione cinematografica, uno spettatore può identificarsi con i personaggi del film, arrivando inconsciamente a proiettarvi alcune sue parti e alcuni suoi vissuti.
Un film può dunque permettere il processo di rispecchiamento ed essere così considerato terapeutico.
Le produzioni artistiche rappresentano un momento fondamentale di svelamento dell'uomo a se stesso, forniscono l'occasione per allontanarsi da sé nella direzione di una alterità: l'Altro da sé perturbante, ma come insegna Freud-familiare.
All'interno della Psicologia Analitica di Carl Gustav Jung, ho ripreso il concetto di Ombra psichica, ovvero quella parte inconscia in cui rigettiamo tutti quei nostri aspetti che non ci piacciono. Queste Ombre racchiudono quella parte di spinte libidiche aggressive e sessuali, condannate dal giudizio dell'Io e rese per questo inconsce.
Esse rappresentano le nostre fatiche, in quanto renderle inconsce, non significa eliminarle, ma solo regalare loro energie autonome, con cui potranno andare ad interferire nella nostra vita psichica cosciente. Il film è come uno specchio in cui ci si riflette non frontalmente, ma leggermente di profilo.
Provate a pensare: il riflesso scompare ogni qualvolta ci si allontana dallo specchio, ma l'ombra segue sempre il soggetto, non l'abbandona mai.
Nell'arte l'ombra è valorizzata soprattutto nella precisione del profilo e non compare invece nell'autoritratto. La frontalità e lo specchio simbolizzano il rapporto tra Io e Sé, mentre il profilo e l'ombra rappresentano il rapporto tra Sé e l'Altro.
Nella lingua greca il verbo ειδέναι (eidénai) significa sapere e deriva da ιδεiν (ideìn) che significa vedere; dalla stessa radice etimologica deriva εiδος (éidos), che significa aspetto, immagine, idea e concetto. Il guardare è tradotto invece dal verbo οράω (orào), da cui derivano in italiano le parole ottica, occhio, etc. .
Dunque vedere e guardare sono due modalità diverse: guardare è un'esperienza percettiva innescata dal contatto tra la coscienza percepente e la realtà percepita; vedere costituisce invece un atto mentale la cui funzione non è solo considerare l'esistenza della realtà naturale, ma è anche quella di individuare il suo senso latente e invisibile.
Vedere è legato all'intuire l'invisibile: al cinema non solo guardiamo, ma soprattutto vediamo ciò che non si manifesta nella fisiologia, ma che corrisponde ad una nostra significazione soggettiva.
Questo capitolo è stato reso necessario, in considerazione del dialogo che si instaura tra film e inconscio del soggetto.
Nelle sue dissertazioni, Jung temeva sempre di essere sopraffatto da tre dei suoi demoni:
- La Ripetizione: aiuta a fissare le idee, ma instaura una circolarità in cui a volte si perde il senso della progressione;
- La Divagazione: attrae e insieme distrae;
- La Complessità: apre continuamente delle porte su universi possibili o ulteriori, cui però risulta difficile accedere per mancanza di sufficienti informazioni.
Essendone consapevoli, cercheremo nel nostro lavoro di tenerci lontani da essi.
Fin dal 1913, l'industria cinematografica è stata denominata "fabbrica dei sogni", infatti la produzione delle immagini oniriche nell'inconscio umano è analoga alla creazione di un film.
Il cinema parla dall'inconscio: il canale comunicativo straordinariamente utilizzato dal film per dialogare è l'inconscio.
Ascoltare le energie e le informazioni provenienti da questo luogo oscuro significa raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e una maggiore autenticità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il sogno ad occhi aperti - Il cinema e l'inconscio

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Informazioni tesi

  Autore: Orazio Guzzardi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Sandro Vero
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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