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Il problema della complessità: ecologia, etica ed educazione nel pensiero di Edgar Morin

Pensare ecologicamente

È evidente che l'educazione proposta da Edgar Morin non riguarda esclusivamente il sapere scientifico e umanista, ma essa procede di pari passo con un'educazione del cittadino. Oggi il cittadino è colui che non può più essere considerato appartenente ad unico, singolo Stato, ma ad una società-mondo, una società planetaria. Il filosofo francese presuppone l'esistenza di un principio attivo in ogni elemento del nostro Universo che si genera e ri-genera. Un principio che costituisce la Natura della Natura.

«La parola “ecologia” rimanda a quanto già contenuto nelle parole luogo, ambiente circostante,natura: ma essa aggiunge complessità alla prima, precisione alla seconda e sottrae alla terza la mistica, anzi l'euforia. […] Questi tre concetti trascurano il carattere più interessante del luogo, dell'ambiente circostante e della natura: il loro carattere auto-organizzato e organizzativo. È per questo che occorre sostituire un termine più ricco e più esatto, quello di ecosistema».

L'ecologia è una scienza naturale fondata alla fine dell'800, ma che conobbe un prodigioso sviluppo a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Essa ha come oggetto di studio le funzioni di relazione tra l'uomo, gli organismi vegetali o animali (biocenosi) e l'ambiente in cui sono collocati (biotopo).
L'ecosistema può essere considerato l'unità fondamentale dell'ecologia, esso è un insieme di rapporti di associazione (forme di parassitismi) e di complementarità (predatore e preda), gerarchie che si costituiscono e stabiliscono in uno spazio o “nicchia” geo-fisica. L'ecosistema è «estremamente robusto e, al tempo stesso, estremamente fragile».
Secondo una visione ecologica «ciò che organizza l'ambiente e che lo rende sistema sono proprio le interazioni fra viventi, combinandosi con i vincoli e con le possibilità fornite dal biotopo fisico e retroagendo su di esso».
Da un punto di vista biofisico l'uomo fa parte, a pieno titolo, di tale sistema. Caratteristica fondamentale di un ecosistema è la sua capacità auto-eco-riorganizzativa spontanea, che ha fatto si, nel corso dei secoli, che tale sistema non andasse incontro alla distruzione per mano dell'uomo o per cause ambientali. Un esempio di tale capacità è l'equilibrio che si crea spontaneamente attraverso il tasso di riproduzione e il tasso di mortalità.
Tuttavia, al pari di un vero e proprio essere vivente, anche l'ecosistema può essere “ucciso” se si alterano le sue condizioni elementari.
L'eco-organizzazione:

«nasce in nicchie o in ambienti senza chiusure né barriere, aperti alle correnti d'aria e d'acqua, aperti alle correnti della vita della natura (agli evasi, ai fuorilegge, ai fuggitivi dagli altri eco-sistemi), aperti alle correnti di morte (i virus, le epidemie). E attraverso questo brulichio cieco, miope, egocentrico, in mezzo a indescrivibili disordini, distruzioni, proliferazioni, si organizza un Universo, una Umwelt. Il fatto meraviglioso è che si produca un'organizzazione allorché la prevalenza delle diversità, la prevalenza del disordine, la mancanza di un Apparato centrale dovrebbero – da un punto di vista logico – impedire ogni organizzazione; ed è un fatto meraviglioso che questa non sia un'organizzazione fragile, instabile e squilibrata, ma un'organizzazione solida, stabile e regolata».

Il concetto di eco-organizzazione consiste nella capacità dei sistemi aperti di integrare l'elemento aleatorio, il disordine, l'errore senza che questo sia distruttore. Ogni sistema dispone di una relativa autonomia, è dunque auto-organizzatore: ossia mantiene la sua esistenza autonoma in e attraverso un'organizzazione e una regolazione spontanee. Per dirlo con parole di Edgar Morin: «L'eco-organizzazione è capace di evolvere sotto l'irruzione perturbatrice del nuovo, e questa sua capacità evolutiva è ciò che consente alla vita non soltanto di sopravvivere ma anche di svilupparsi, o meglio di svilupparsi per sopravvivere».

Nell'eco-organizzazione è integrata l'auto-organizzazione:

«L'eco-sistema alimenta l'auto-organizzazione con la sua eco-organizzazione complessa. Le fornisce i suoi vincoli, le sue costanti, le sue regolazioni, le sue retroazioni, le sue complementarità, i suoi cicli, i suoi anelli che tutti insieme organizzano l'auto-organizzazione: è questo il motivo per cui l'auto-organizzazione – conclude Morin – può essere definita soltanto come auto-eco-organizzazione».

I sistemi complessi sono in grado di ri-organizzarsi in seguito alla rottura del loro equilibrio. Essi producono, mediante l'organizzazione o la ri-organizzazione, fenomeni emergenti, cioè non previsti né prevedibili. All'interno di un sistema non ci sono semplici relazioni causali o di tipo meccanico, ma interazioni basate su feedback. Il feedback (o retroazione) è un meccanismo di funzionamento che permette il controllo e la regolazione di processi necessari. La retroazione si configura come un movimento circolare nel quale l'effetto iniziale, dopo aver attraversato ogni singolo elemento del sistema, ritorna al primo elemento dando come risultato la regolazione del sistema stesso.
Il feedback positivo è un meccanismo che dà al sistema la possibilità di raggiungere nuovi livelli di equilibrio attraverso l'evoluzione, il cambiamento e la crescita; il feedback negativo mantiene la stabilità di un sistema contrastando i cambiamenti dell'ambiente esterno.
Il disordine non è più l'elemento negativo, ma ciò che contribuisce all'ordine in vista di un'organizzazione e offre la possibilità di un'evoluzione del sistema. La nuova stabilità è raggiunta grazie alla gerarchizzazione del sistema in sottosistemi ordinati che cooperano alla funzionalità del sistema complesso.
I sistemi complessi sono caratterizzati dalla dinamicità, cioè la possibilità di un cambiamento continuo, controllato e non caotico. In un Universo dominato puramente dall'ordine non vi sarebbe alcuna evoluzione, creazione o innovazione; allo stesso modo nulla sarebbe possibile nel puro disordine poiché non ci sarebbe alcun elemento stabile sul quale fondare un'organizzazione. Più un'organizzazione è complessa, più disordine tollera. L'organizzazione dà forma al sistema che essa stessa produce e dal quale, a sua volta, è prodotta. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il problema della complessità: ecologia, etica ed educazione nel pensiero di Edgar Morin

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizia Pasciuto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Giuseppe Giordano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 78

FAQ

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Parole chiave

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ecologia
etica
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filosofia della scienza
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