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Il fenomeno mafioso dal Sicilianismo e gli stereotipi allo sfruttamento del Covid-19

Perché i politici cercano legami con la mafia?

I mafiosi organizzano per bene il rapporto con gli altri attori. Questo deve essere fatto in modo che all'interno del "gioco" tutti gli attori siano dei protagonisti e tutti ricevano, alla fine, un premio. Non c'è chi vince e non c'è chi perde, ma entrambe le parti, almeno teoricamente secondo i calcoli dei rappresentanti mafiosi, devono essere soddisfatti del proprio operato e di ciò che ha prodotto.

Non è sempre così, per i politici. Non sempre questi hanno qualcosa da guadagnare. I mafiosi optano per "giochi cooperativi" e questo fa credere ai politici di poter trarre vantaggi: vantaggi elettorali, ma anche economici e di tipo imprenditoriale. I mafiosi preferiscono attività come la negoziazione, l'offerta di incentivi (non solo materiali ma anche simbolici).

In ogni caso, la cooperazione con la mafia produce benefici selettivi, nel senso che solo chi coopera può usufruire dei vantaggi che ne derivano. Promettere o offrire vantaggi a chi è disposto a cooperare può implicare poi la pretesa di un compenso, ovvero una scambievolezza.

Da sempre i mafiosi cercano di intrecciare relazioni con coloro che esercitano funzioni legittime, ovvero con chi detiene una qualche forma di autorità. Ma da sempre chi esercita funzioni legittime cerca a sua volta di intrecciare relazioni con i mafiosi. L'accettazione di un rapporto con la mafia come può essere intuibile pone però il politico in una condizione di massimo rischio.

I politici che dialogano con le mafie sanno che non possono di certo commettere errori e non possono soprattutto tradire le cosche. I mafiosi qualora i patti non vengano rispettati e le promesse non fossero mantenute rispondono con reazioni violente.

"Pulirsi i piedi"
significava nel gergo mafioso studiare la strategia per colpire alcuni politici accusati di non aver rispettato le promesse: liberarsi di chi aveva promesso qualcosa e poi non era riuscito a mantenere quanto detto. Brusca nello specifico fece i nomi di Andreotti, Mannino e altri.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il fenomeno mafioso dal Sicilianismo e gli stereotipi allo sfruttamento del Covid-19

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Informazioni tesi

  Autore: Giuliana Presti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Giornalismo
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Laura Gherardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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Parole chiave

media
sicilia
mafia
virus
stereotipi
colletti bianchi
pandemia
zona grigia
mafiosi
covid

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