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Ferdinando di Annibale Ruccello nella messa in scena di Isa Danieli, 2006

Post-eduardiano o post-desimoniano?

A conclusione di questa breve introduzione, è opportuno citare un dibattito ancora acceso tra gli studiosi del teatro: è possibile definire post-eduardiana la produzione del drammaturgo stabiese? Oppure è meglio concentrarsi sule ascendenze desimoniane?

Da parte sua, Ruccello amava definirsi post-desimoniano, nei metodi, nell’utilizzo di figure-archetipo della tradizione antropologica e soprattutto per l‘idea di una “drammaturgia dei corpi” strettamente legata alla pratica scenica e al corpo dell’attore. In un’intervista pubblicata postuma afferma: «la nostra drammaturgia è nuova perché non parte, non si collega alla generazione precedente dei drammaturghi italiani, quelli degli anni '50. Scaturisce invece assai più dal lavoro degli anni '60 e '70, più dalla sperimentazione che dalla drammaturgia tradizionale. Insomma, da una generazione che ha fatto una drammaturgia di regia più che di scrittura scenica, di testo: una drammaturgia sui corpi».

Tuttavia, come fa notare Lello Guida, regista e amico di Ruccello, egli fa a pezzi Eduardo dall’interno: il quadro di riferimento sociale piccoloborghese è lo stesso, la famiglia è sempre presente, anche se non più rifugio sicuro. Persino l’approccio alla questione linguistica ha molti punti in comune: di certo Ruccello utilizza un napoletano antico che «non è il napoletano di Eduardo», ma nessuno dei due in realtà si serve di un idioma reale, i loro testi sono linguisticamente anomali, «Non sono in dialetto e non sono in lingua».

Anche visivamente, dal punto di vista della scenografia, dei costumi, delle luci, della gestualità, Ruccello sembra avvicinarsi molto più all’intimità raccolta del teatro eduardiano che ai grandi affreschi collettivi e barocchi di De Simone.
Si può dunque essere d’accordo con Tomasello e Taviani: «i drammi dei nuovi drammaturghi napoletani…passando attraverso Pinter o Genet, Beckett o Artaud, possono ricollegarsi a Eduardo e Viviani», cioè proprio a quella tradizione che Ruccello e Moscato si affrettano a rinnegare, almeno in un primo momento.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Ferdinando di Annibale Ruccello nella messa in scena di Isa Danieli, 2006

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Informazioni tesi

  Autore: Carlotta De Lorenzo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Roberta Carpani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 121

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