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Episiotomia: frequenza, impatto fisico e postumi. Indagine condotta su un campione di donne e di ostetriche.

Postumi dell’episiotomia

Nella maggior parte dei casi si ricorre all'episiotomia per mitigare la gravità delle lacerazioni spontanee e per facilitare la riparazione anatomica dei tessuti. Può anche essere eseguita in regime di emergenza quando esiste una minaccia per il bambino e il parto deve avvenire rapidamente, in genere non apporta alcun beneficio. I ricercatori hanno inoltre rilevato che in alcuni casi l'uso routinario dell'episiotomia causa addirittura più danni. Nei parti normali si è rilevato che le donne non sottoposte a episiotomia provavano meno dolore e avevano tempi di guarigione più rapidi senza alcun maggiore o minor rischio di complicazioni dalla guarigione delle lacerazioni. Inoltre, si è dimostrato che l'episiotomia non protegge le donne dall'incontinenza urinaria o fecale o dal prolasso d'organo nel periodo compreso tra 3 mesi e 5 anni dal parto. La letteratura scientifica sottoposta a revisione indica che i risultati delle lacerazioni spontanee, quando sono presenti, sono comunque migliori delle conseguenze dell'episiotomia, la quale viene praticata indistintamente anche a donne che avrebbero presentato minori problemi di lacerazione dei tessuti e si ritrovano invece con un'incisione chirurgica. Inoltre, le donne sottoposte a episiotomia lamentano maggior dolore durante i rapporti sessuali successivi al parto rispetto a quelle non sottoposte all'operazione. La giustificazione scientifica addotta fino a oggi per questa pratica molto diffusa è che l'episiotomia previene complicazioni più serie per la madre, e si è sempre ritenuto che un'incisione deliberata sarebbe guarita più velocemente e con minori complicazioni rispetto a una lacerazione spontanea, e avrebbe inoltre ridotto gli eventuali problemi del pavimento pelvico come l'incontinenza o la dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali). Nata nel 1930, questa procedura chirurgica viene praticata ancora oggi in circa il 70-80% dei casi di primo parto, nonostante gli studi scientifici condotti a partire dal 1983 abbiano iniziato a mettere in discussione i suoi eventuali benefici. Secondo il dr. Thorp, l'episiotomia è parte costituente della moderna ostetricia, ed è nata in seno allo stesso movimento che ha spostato il parto da casa all'ospedale. L'episiotomia è parte di quel "pacchetto". Altri aspetti del "pacchetto", come lo definisce lo studioso, come l'uso frequente dell'anestesia generale e il ricorso routinario al forcipe durante il parto, sono decaduti grazie ai continui progressi della comprensione scientifica, anche se molti medici che praticano ancora oggi, addestrati a eseguire le episiotomie come standard terapeutico, sono molto riluttanti al cambiamento.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Episiotomia: frequenza, impatto fisico e postumi. Indagine condotta su un campione di donne e di ostetriche.

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Grazia Conte
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Ostetricia
  Relatore: Carmine Carriero
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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Parole chiave

indagine
lesioni
pavimento pelvico
episiotomia

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