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Potere e misoginia in Burmese Days di George Orwell

Potere e misoginia

Burmese Days viene solitamente considerato parte di un macrotesto comprendente anche i saggi "A Hangingf", pubblicato nell'agosto 1931 da Adelphi, e "Shooting an Elephant", pubblicato nell'autunno 1936 dal New Horizon, nonché la parte autobiografica di The Road to Wigan Pier. Un ulteriore contributo sul rapporto tra Orwell e l'imperialismo è il saggio su Rudyard Kipling, pubblicati nel gennaio 1936 e nel febbraio 1942 rispettivamente dal New English Weekly e dal Horizon. Questi contributi critici provano la vasta conoscenza che Orwell possedeva dell'opera di Kipling e suggeriscono la continuità della fascinazione britannica per l'Oriente.
Per quel che riguarda l'aspetto strettamente biografico, il materiale in nostro possesso lascia supporre un'ambivalenza nei confronti dell'imperialismo e nel leggere il saggio in questione si può avvertire proprio questo rapporto di "odio.amore" con il poeta dell'imperialismo. È d'obbligo, inoltre, riportare un passaggio da "On Kipling's Death", apparso il 23 gennaio 1936 sul New English Weekly:

He [Kipling] was a sort of household god with whom one grew up and whom one took for granted whether one liked him or not. For my own part I worshipped Kipling at thirteen, loathed him at seventeen, enjoyed him at twenty, despised him at twenty-five and now again rather admire him.

Secondo Orwell, l'imperialismo a cavallo tra XIX e XX secolo era caratterizzato da uomini "attivi" e non se ne potevano ignorare i risultati, buoni o cattivi che fossero. Questo imperialismo contrasta con la vita imperiale rappresentata in Burmese Days, romanzo caratterizzato dalla quasi completa mancanza di azione. Una realtà simile impedisce ai membri della comunità maschile di Kyauktada di mettere alla prova la propria mascolinità. Parte della critica ha valutato i risultati che Orwell ritenne d'aver raggiunto per quel che riguarda la rappresentazione dell'imperialismo come insufficienti, alla luce delle asimmetrie caratterizzanti la trattazione del tema del potere e quella delle relazioni tra generi.
Il personaggio di Flory dovrebbe incanalare la critica al sistema imperiale, ma Orwell non ci presenta un personaggio privo d'ambiguità: il suo giudizio sul rivale Verrall va interpretato come un'ammirazione rancorosa per il modello di mascolinità propagandato dalle public schools alla fine del XIX secolo, nota anche come muscular Christianity, uno standard con il quale tutti gli uomini di Kyauktada, Flory compreso, devono misurarsi.
Sarebbe meno convincente giustificare Flory chiamando in causa l'invidia per la relativa libertà di Verrall, dato che una certa dose di anarchia veniva tollerata in ambito coloniale in casi simili, ben sapendo che l'upbringing di personaggi come Verrall avrebbe attenuato l'incidenza e la rilevanza dei loro gesti, cioè che essi non avrebbero mai compiuto il passo necessario a mettere in crisi l'ideologia imperiale.
Il divario tra generi compare quasi all'inizio del romanzo. Durante la prima di molte discussioni riguardanti l'ammissione di un nativo tra i membri del club, ciò che porta alla tregua è difficilmente separabile dallo status di maschio bianco. Il testo recita:

'Did you hear that one about "There was a young lady of Woking"?' Maxwell said. He was rather a silent youth, but, like other youths, he had an affection for a good smutty rhyme. He completed the biography of the young lady of Woking, and there was a laugh. Westfield replied with the young lady of Ealing who had a particular feeling, and Flory came in with the young curate of Horsham who always took every precaution. There was more laughter. Even Ellis thawed and produced several rhymes [...] Everyone cheeered up and felt more friendly in spite of the heat.

Questo passaggio, in cui viene data rappresentazione ad un genere di scambi verbali misogini caratteristico delle comunità maschili, evidenzia la tendenza a creare una white brotherhood coloniale, moltiplicando le divisioni esistenti in ambito coloniale: la primaria basata sul colore della pelle, la secondaria sul genere sessuale. Bisogna ricordare che la presenza femminile in India e in Birmania fu successiva all'apertura del Canale di Suez (1869), e fu il fenomeno che rese possibile la creazione di una classe media coloniale. Questo venne recepito dagli uomini come una limitazione alla propria libertà personale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Potere e misoginia in Burmese Days di George Orwell

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Giovinazzo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Luisa Villa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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