Influenze esterne sul fattore estroversione della personalità

Esistono molti significati diversi sul concetto di personalità e i manuali sono colmi di definizioni più o meno rappresentative. Secondo il concetto filosofico è più opportuno considerare il modo in cui una parola viene impiegata piuttosto che una definizione universale (Wittgenstein, 1953, cit. in Cervone - Pervin, 1997). In tal senso è ampiamente condiviso il concetto di personalità come un insieme di qualità psicologiche che contribuiscono a creare le strutture persistenti e caratterizzanti del singolo, come il sentire, il pensare e il comportarsi (Cervone, 1997). L’osservazione e l’interazione suggeriscono però che la personalità, pur essendo stabile, non ha caratteristiche permanenti, e fattori esterni possono influire in un cambiamento. Nasce spontaneo chiedersi se fattori esterni possono interferire in maniera transitoria, permanente o se vi è un’elasticità nelle caratteristiche individuali della personalità. Secondo Sigmund Freud la personalità è influenzata da esperienze precoci che attraverso tre fasi principali, orale, anale ed edipica, determinano tutte le esperienze future dell’individuo. La mente suddivide i pensieri differenziandoli in consci, preconsci e inconsci, localizzando in una struttura inaccessibile ciò che per l’individuo può essere pericoloso. Di fatto la personalità rappresenta un compromesso tra i pensieri dell’inconscio giudicati troppo pericolosi e le limitazioni imposte dall’educazione. A distinguere la localizzazione dei pensieri vi sono tre istanze, Es, Io e Super-Io, che mantengono l’individuo nella realtà o attivano meccanismi di difesa ogni qualvolta si rende necessario un intervento.