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I poteri istruttori delle Commissioni tributarie

Processo dispositivo

Negli ultimi 50 anni i caratteri delle Commissioni tributarie hanno subito, come esaminato nel paragrafo precedente, una continua evoluzione.
Il passaggio dal r. d. dell'8 luglio 1937, n. 1516, al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 636, in effetti, ha visto una difficile transazione da un procedimento di stampo amministrativistico ad uno di stampo giurisdizionale. Ciò ha necessariamente condotto la dottrina a riformulare molti degli orientamenti assunti con riguardo a diversi istituti e fasi del procedimento stesso. Infatti con la riforma del '72 , la dottrina diversamente da parte della giurisprudenza, grazie ad un primo accostamento del processo tributario a quello civile56, cominciò a leggere il modello processuale tributario in chiave essenzialmente dispositiva.
L'art. 35 del D.P.R. 636/1972 assegnava un ruolo prevalente nel processo al principio dispositivo espresso dall'art. 115 c.p.c., secondo cui salvo i casi previsti dalla legge, il giudice deve porre a fondamento della decisione le prove proposte dalle parti: essa parte dall'idea che il processo tributario sia un processo di impugnazione del provvedimento dell'Amministrazione e, poiché si svolge una "istruttoria preprocessuale necessaria", l'attribuzione al giudice tributario di poteri istruttori non è finalizzata all'accertamento autonomo del presupposto d'imposta, bensì alla verifica dell'esercizio dei poteri dell'Amministrazione, in altre parole soltanto per vagliare le prove raccolte nel procedimento amministrativo e per verificare la sussistenza di fatti già accertati dall'ufficio e contestati dal contribuente, ovvero fatti dedotti dal contribuente in via di eccezione o, infine, di fatti nuovi dedotti dall'ufficio nel caso in cui questi tendano ad impedire di utilizzare gli effetti inerenti a fatti impeditivi o estintivi dedotti dal contribuente: "Ne discende che i poteri inquisitori del giudice tributario si esercitano unicamente nell'ambito delle contrapposte allegazioni, suppliscono cioè o, per meglio dire, possono supplire alle omissioni delle parti attinenti alla formalizzazione di istanze istruttorie, ma non possono estendersi alla ricerca e all'accertamento di fatti non dedotti che, per avventura, il giudice ritenga rilevanti ai fini della decisione”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I poteri istruttori delle Commissioni tributarie

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Informazioni tesi

  Autore: Enrico Siviero
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Consulenza amministrativa
  Relatore: Maurizio Interdonato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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