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Annullamento del concordato preventivo

Provvedimento di rigetto e sua impugnazione

Dopo aver esaminato i motivi e il procedimento alla fine del quale il giudice deciderà se annullare o meno il concordato preventivo, ora analizzerò i provvedimenti finali del procedimento in esame.
Per quanto concerne, in primo luogo, il provvedimento di rigetto della richiesta di annullamento, gli articoli 137 e 138 l. fallimentare nulla dicono circa la forma che esso deve assumere.
La dottrina è quasi unanime nel ritenere che il provvedimento di rigetto della domanda di annullamento avrà la forma del decreto, in analogia con quanto previsto dall’articolo 15 l. fallimentare, cui, come visto nel precedente capitolo, l’articolo 137 l. fallimentare rimanda per il procedimento di annullamento, articolo che dispone che in caso di rigetto dell’istanza di fallimento, il provvedimento finale avrà la forma del decreto.

Pacchi invece ritiene che il provvedimento di rigetto emesso dal tribunale dovrebbe essere una sentenza in quanto il procedimento presuppone l’accertamento del tribunale sull’esistenza del dolo del debitore e anche sulla rilevanza dei motivi di annullamento, e in quanto, soprattutto su questo ultimo controllo, il legislatore ha lasciato ampio margine di discrezionalità al giudice.

Per quanto riguarda il reclamo proponibile avverso il provvedimento di rigetto, la dottrina è ampiamente discordante, sono però ravvisabili due teorie principali.
La prima teoria è quella che ritiene che il decreto sia reclamabile ex articolo 739 c.p.c. in accoglimento della disciplina generale del ricorso avverso i decreti presi in camera di consiglio, che sono impugnabili davanti alla Corte d’Appello entro dieci giorni decorrenti, in questo caso, dall’avvenuta notificazione del decreto. Il provvedimento emesso dalla Corte d’appello non è reclamabile.

La seconda teoria è quella secondo cui il decreto, in analogia a quanto previsto ex articolo 15 l. fallimentare, sia impugnabile ai sensi dell’articolo 22 l. fallimentare e quindi l’istante può, entro trenta giorni dalla comunicazione del decreto, impugnarlo davanti alla Corte d’Appello. Applicando quest’ultimo articolo, in caso di accoglimento del ricorso il giudice di Corte d’Appello rimetterà d’ufficio gli atti al tribunale affinché questo emetta il provvedimento di annullamento del concordato.

Per quanto riguarda invece la possibilità del ricorso previsto dall’articolo 111 Costituzione, la dottrina ritiene quasi unanimamente che non sia possibile, in quanto il decreto di rigetto della domanda di annullamento non avrebbe carattere definitivo, essendo il provvedimento inidoneo a incidere definitivamente sui diritti dei creditori, legittimati a riproporre l’istanza. Di parere contrario invece sono Ferrara e Borgioli che, per quando riguarda il procedimento di risoluzione del concordato preventivo, sostengono il carattere definitivo del decreto di rigetto, posto che un’ulteriore istanza di risoluzione dovrebbe essere sorretta da nuovi e diversi elementi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Annullamento del concordato preventivo

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Villata
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Massimo Montanari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

FAQ

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Parole chiave

concordato preventivo
concordato fallimentare
articolo 186 legge fallimentare
articolo 138 legge fallimentare
articolo 137 legge fallimentare

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