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Problemi di integrazione nelle zone urbane degradate: Parigi e Milano

Reazioni istituzionali

Il sindaco Moratti, considerando la situazione molto grave, in serata chiama il ministro dell’Interno Maroni per creare subito un collegamento con il governo.
Il vice sindaco De Corato è convinto che il problema sia il numero di immigrati: «Milano ha 200.000 extracomunitari regolari e 40.000 clandestini. Un numero enorme, il 15,4% della popolazione16. È suonato un allarme che deve far riflettere, altrimenti rischieremo di andare verso situazioni come le periferie francesi, alle quali non voglio nemmeno pensare» (Rossi, La Repubblica, 14/02/2010, Il sindaco chiama Maroni. Il Pd: “Non c’è integrazione”).

L’analisi del ministro Maroni (Lega) è molto lucida ed esclude invece il “rischio banlieue”. In un’intervista al Corriere della Sera dichiara che l’azione immediata delle Forze dell’ordine ha permesso di tenere sotto controllo la situazione.
Secondo Maroni, è stata più rischiosa, perché rivolta contro lo Stato, la serie di manifestazioni di protesta dopo la morte di Abba, nel 2008. La concentrazione di immigrati in Via Padova è considerata la principale causa delle tensioni.
Maroni infatti accusa «un modello sociale che non ha voluto gestire un insediamento etnico» (Schiavi, Corriere della Sera, 15/02/2010, Maroni: niente rastrellamenti serve una nuova integrazione). Il ministro, due giorni dopo gli scontri, annuncia l’invio di 170 agenti in più a Milano, ma esclude la militarizzazione della zona. Inoltre, per definire migliori politiche di intervento, il governo si appoggerà a una rete di monitoraggio delle realtà urbane costruita con l’Università Cattolica.
Dal 15 Febbraio viene impiegato in Via Padova un gruppo interforze di 130 uomini, provenienti dai reparti Prevenzione crimine di altre regioni (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana), e dunque destinati a tornare nelle loro sedi.
Questi agenti lavorano in gruppi di trenta, distribuiti in cinque turni giornalieri.
Il problema della mancanza di agenti è molto sentito in Via Padova. Il commissariato competente è quello di Villa San Giovanni ed è dotato di 46 uomini, di cui però solo due per volta sono presenti in strada. Di notte, come in altre zone, non ci sono risorse sufficienti per presidiare il quartiere, e ci si affida alla volante dell’ufficio Prevenzione generale di Via Fatebenefratelli. Durante la rivolta le Forze dell’ordine hanno potuto intervenire in modo rapido ed efficace perché si è verificata una fortunata coincidenza: gli scontri sono iniziati al cambio di turno delle volanti, quindi nella notte ne sono state impiegate dieci, oltre al reparto mobile arrivato in un secondo momento. Molti poliziotti però sono stati costretti a rimanere in servizio dalle 13 di Sabato fino alle 4 di Domenica mattina.
Nei giorni in cui si traccia il bilancio degli scontri, la polizia locale inaugura in Via Custodi, dunque lontano da Via Padova, l’Ufficio centrale arresti e fermi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Problemi di integrazione nelle zone urbane degradate: Parigi e Milano

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Informazioni tesi

  Autore: Valeria Pacini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Corso: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Relatore: Antonio Chiesi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 157

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