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Aspetti critici: la clausola di revisione prezzi, negli appalti pubblici, tra la pandemia e la guerra in Ucraina

Revisione prezzi dei contratti di appalto di servizi e forniture

Il 24 febbraio 2022, la Federazione Russa decise di invadere l’Ucraina. Questa invasione come prima reazione genera un’incertezza negli operatori economici, e successivamente si registra un rialzo del costo di tutte le materie prime soprattutto il gas e gli idrocarburi.
Per di più tutti i suoi derivati tra cui l’elettricità, poiché parecchie centrali elettriche che producevano l’elettricità sono a gas.
Infine, a seguito di tutto ciò, si è generata una spirale inflazionistica in cui sono aumentati tutti i prodotti compresi i prodotti di prima necessità. Il governo, in un primo intervento, interviene solo per i contratti di lavoro, in corso di esecuzione, e non interviene nei contratti di servizi e forniture.
Di seguito l’A.N.A.C. segnala al governo e lo stesso interviene per i contratti di servizi e forniture; per facilitare la revisione prezzi dopo lo scoppio della guerra utilizza due strategie: per i nuovi contratti, come detto nel precedete paragrafo di questa tesi, il Governo promulga il decreto legge 4/2022 poi convertito in legge n°106/2022.
Mentre, i contratti già sorti si utilizza la normale clausola di revisione prezzi.
La rinegoziazione del contratto, in corso di esecuzione, diventa quasi obbligatoria poiché si è alterato il sinallagma contrattuale tra la p.a. e l’appaltatore.
L’operatore economico, spesso se era riuscito a superare le difficoltà del Sars Cov-2, in questo caso non si sarebbe risollevato, in quanto l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia in parecchi casi si sono duplicati o triplicati.
Una parte della giurisprudenza, in disaccordo con la dottrina ha osservato uno sguardo restrittivo della clausola di revisione prezzi.
Il T.A.R. lombardo afferma giustamente che, l’attuale codice contempla la clausola revisione prezzi ma deve essere inserita nei documenti di gara e nei bandi di gara.
Quindi nel caso di specie, l’unica soluzione che poteva adottare l’appaltatore era una soluzione per eccessiva onerosità.
La dottrina, critica la sentenza poiché giustamente si poteva utilizzare, la clausola di revisione prezzi.
Inoltre non tutti i contratti di appalto di servizi e forniture, in epoca pandemica, la prevedevano.
La situazione bellica è anch’essa una situazione imprevista e imprevedibile.
Certo le due fattispecie della clausola di revisione dei prezzi sono differenti.
La lettera a del comma 1 dell’articolo 106 del codice, regolamenta, l’ipotesi in cui in corso di esecuzione, vengono introdotte delle modifiche, fra le quali possono rientrare anche le modifiche inerenti ai prezzi.
La presente di questa fattispecie consente, ad entrambe le parti di attivarla, per motivi più vari.
Al contrario nella seconda fattispecie e del tutto indifferente e non richiede la presenza della clausola di revisione prezzi nei documenti di gara.
Il T.A.R. Lombardia evidenzia nel secondo principio, l’impossibilità di revisionare i prezzi del contratto di appalto poiché tali fattispecie comprenderebbero solo le modifiche inerenti l’oggetto del contratto.
La dottrina ha criticato fortemente questo punto, poiché il legislatore non specifica in varianti di clausole di revisione prezzi, ma dice soltanto ipotesi imprevedibili o impreviste.
In soccorso della dottrina si evidenziano, le delibere pandemiche dell’autorità nazionale anticorruzione, a seguito della situazione emergenziale dovuta dal Covid-19, che stava interessando l’intero paese. L’A.N.A.C. consigliava l’utilizzo della clausola di revisione prezzi per giustificare in corso d’opera le circostanze impreviste e imprevedibili. In aggiunta, si riflette che la circostanza dell’aumento dei prezzi delle materie prime, aumentano per tutti gli operatori economici.
Di conseguenza nell’ipotesi in cui, l’operatore economico dovesse risolvere il contratto, gli eventuali operatori economici chiamati in virtù dello scorrimento delle graduatoria si troverebbero nella stessa condizione di impossibilità di eseguire l’appalto.
Si evince che, a seguito delle enormi aumenti delle materie prime, sono idonei non solo ad azzerare gli eventuali utili degli appaltatori ma addirittura a costringere gli stessi ad andare in perdita.
Per di più, non favorendo la clausola di revisione prezzi, la stazione appaltante sarà costretta a dar corso a una nuova procedura di gara e alla scelta del contraente per il medesimo contratto.
In aggravio di quanto detto poc’anzi, la pubblica amministrazione si troverebbe all’interruzione un servizio o di una fornitura.
L’ulteriore criticità alla sentenza, si evidenzia un rischio per la p.a. di più contenziosi generato dall’insoddisfazione degli appaltatori.
Al contrario il T.A.R. Piemonte, ha riconosciuto la clausola di revisione prezzi anche se non era prevista nel bando di gara, poiché giustamente, afferma che, in questo momento storico non aveva nessuna colpa l’appaltatore inerente all’aumento dei costi, poiché non era da lui preventivabile.
In linea generale, la clausola di revisione prezzi con la dovuta documentazione può essere richiesta dall’operatore economico per i contratti di servizi e forniture di durata prolungata nel tempo, anche se non era prevista nella lex specialis di gara, rispetto alla clausola di compensazione che ricopre solo alcune materie.
L’autorità nazionale anticorruzione in sede di revisione del cosiddetto Bando tipo, ha offerto una serie di clausole da inserire che dovrebbero consentire una gestione della problematica in via ordinaria.
Il meccanismo introdotto non sempre satisfattivo, sia per le imprese e sia per le stazioni appaltanti, poiché non consente in molti casi, un riequilibrio del sinallagma contrattuale.
In questa situazione di assoluta instabilità dei mercati gli scostamenti dei prezzi rilevati spesso non corrispondono a quelli reali.
La compensazione riguarda solo alcune delle materie oggetto di rincaro e difficilmente reperibili perché contingentate.
Le imprese sono a conoscenza che la revisione del prezzo interviene su tutte le voci di costo che lo compongono comprese gli oneri di sicurezza, il personale indicato in una squadra – tipo dell’A.N.A.C.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti critici: la clausola di revisione prezzi, negli appalti pubblici, tra la pandemia e la guerra in Ucraina

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Misino
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Agostino Meale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 135

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Parole chiave

appalti di forniture
covid-19
art 106 d.lgs 50/2016
appalti di lavori
clausola del quinto d'obbligo
art 107 d.lgs 50/2016
art 108 d.lgs 50/2016
guerra in ucraina

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