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Green Deal per un'Europa più verde: il contributo della psicologia

Ricerca scientifica della psicologia nel campo della climatologia

Negli ultimi anni l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha dato molta importanza alla lotta contro il cambiamento climatico, dando impulso alle transizioni sociali e ponendo il focus sullo stile di vita dei cittadini europei e il loro necessario cambiamento comportamentale per poter ridurre l’impatto ambientale (Nielsen et al., 2021). In altre parole, la psicologia è invitata a partecipare e ad avere un ruolo decisivo nella sfida climatica, contribuendo a progettare interventi che possano dar vita ad un vero e proprio cambiamento sociale e culturale (Nielsen et al., 2021); inoltre, è chiamata in causa anche per quanto riguarda il climate change e l’impatto che esso ha sulla salute mentale delle persone (Manning et al., 2018). Anche l’American Psychological Association (APA) ha dato spessore al tema che riguarda la psicologia (Stern, 1992) (Clayton & Manning, 2018) e il cambiamento climatico, siccome ha riconosciuto l’importanza della ricerca scientifica di tale disciplina rispetto ai comportamenti e alle percezioni che gli individui hanno della crisi climatica: in quanto ricercatori interessati alla comprensione del comportamento e professionisti impegnati nella prosperità umana, gli psicologi possono essere coinvolti nell'affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico globale.
L’importanza della relazione clima e psicologia, deriva da studi che definiscono le attività umane come la causa diretta dei cambiamenti fisici della Terra, delle politiche governative, della migrazione delle popolazioni umane, dell'economia e del comportamento degli individui in quanto consumatori, membri di organizzazioni e cittadini. Queste azioni sono influenzate da atteggiamenti umani, predisposizioni, credenze e strutture sociali ed economiche (Swim et al., 2011). Inoltre, riguardo a ciò, ci sono anche stime che indicano come gli interventi comportamentali possano ridurre, nel breve periodo, fino al 10% del consumo energetico domestico (Capstick et al., 2014), senza contare che decisioni con effetti a lungo termine potrebbero portare ad avere maggiori vantaggi climatici (Dietz et al., 2009). I cambiamenti profondi del comportamento quotidiano possono avere un potenziale di mitigazione superiore, è importante però che ci sia anche un feedback di questo impegno personale che arrivi direttamente dalle forze politiche e sociali che giocano un ruolo fondamentale nel definire il contesto e quindi il conseguente comportamento dei cittadini (Nielsen et al., 2021). Il potenziale dell’azione individuale è riconoscibile nella possibilità che il cambiamento del singolo individuo possa dare vita a un rimodellamento delle norme e delle pratiche sociali che a loro volta influenzerebbero l’attività di altre persone (Bury et al., 2019) (Frank, 2020). Riguardo a ciò, Stern (2011) ha proposto un'equazione per quantificare l'impatto: I = tpn (Dietz et al., 2009) (Vandenbergh & Gilligan, 2017): “I” rappresenta l'impatto sulle impronte climatiche, il potenziale tecnico (t) rappresenta l'impronta climatica di un comportamento target se adottato universalmente e la plasticità comportamentale (p) è il grado in cui un comportamento target può essere modificato da un intervento nel periodo di tempo studiato ed infine nell'equazione “n” si riferisce al numero di persone il cui comportamento potrebbe essere modificato. L'impatto (I) è l'indicatore chiave del potenziale valore pratico della ricerca psicologica. Negli anni, grazie al lavoro interdisciplinare sulle impronte climatiche, è stato anche aggiunto il fattore della fattibilità dell'iniziativa (IF), cioè il grado in cui un intervento considerato, come un incentivo finanziario, un regolamento o un programma educativo, può effettivamente essere implementato da un agente di cambiamento, ad esempio un governo (Vandenbergh & Gilligan, 2017). Sebbene la ricerca psicologica abbia tipicamente cercato di caratterizzare il comportamento di un individuo "medio", alcuni ricercatori hanno sostenuto però che è importante considerare le differenze tra un individuo e l’altro, perché la loro negazione porterebbe a stime imprecise sul potenziale impatto di un particolare cambiamento di comportamento (Galvin, 2013). Le persone sono diverse e così sono le vite che conducono, per questo motivo identificare e riconoscere, grazie alla psicologia, come le differenze individuali influenzano la capacità delle persone di eseguire con successo cambiamenti comportamentali, per ridurre la propria impronta climatica, sono essenziali per interventi più mirati ed efficaci (Nielsen, 2021).
Analizzando più specificatamente la recente ricerca scientifica, si possono individuare cinque tipologie di interventi utili ad influenzare il comportamento (Kaufmann-Hayoz & Gutscher, 2001): comando e controllo, ad esempio attraverso normative ambientali; strumenti economici come le tasse; cambiamenti nelle infrastrutture sia per quanto riguarda l’efficienza energetica e sia per la progettazione di edifici e mezzi di trasporto ad impatto zero; accordi istituzionali che possono creare mercati che utilizzano sistemi di certificazione; una modalità di comunicazione e diffusione utile per fornire informazioni, formare e persuadere. Questi approcci incarnano tutti teorie implicite sul cambiamento comportamentale, basti pensare al fatto che le persone seguono regolamenti e norme istituzionali e che ciò può essere spiegato dalle teorie psicologiche che catturano adeguatamente la realtà comportamentale (Stern, 2011). La psicologia può aiutare anche a chiarire altri processi alla base della scelta: modelli comportamentali realistici per il comportamento individuale mostrano come fattori interni (conoscenza, sentimenti, valori e attitudini) e fattori esterni (fattori politici, sociali e culturali e incentivi economici) si combinano per influenzare comportamenti significativi dal punto di vista ambientale (Black et al., 1985) (Gardner & Stern, 2002) (Guagnano et al., 1995) (Kollmuss & Agyeman, 2002). Per il comportamento organizzativo e collettivo, la psicologia può aiutare a migliorare i modelli politici mostrando empiricamente come gli effetti degli interventi in tale ambito dipendono dalle influenze sociali sul comportamento, dalle caratteristiche delle politiche e degli attori target, inclusi i loro valori, convinzioni e capacità cognitive, affettive e processi motivazionali. La disciplina piscologica, dunque, può contribuire ad aumentare l'utilità pratica delle analisi empiriche sostituendo ipotesi semplicistiche con altre empiricamente supportate (Gardner & Stern, 2002) (Nolan et al., 2008). Analizzando il tema più nello specifico, la psicologia aiuta a fornire una comprensione delle azioni domestiche che hanno importanti effetti indiretti sul clima attraverso la produzione, la distribuzione, l'acquisto e lo smaltimento di cibo e altri prodotti per la casa ed inoltre può aiutare a identificare le barriere ai cambiamenti comportamentali ad alto impatto climatico; infine, nell'area politica, la psicologia può aiutare a progettare programmi più efficaci identificando principi di progettazione validi dal punto di vista comportamentale e suggerendo modi per implementarli in politiche che combinano elementi finanziari e non finanziari per indurre investimenti ad esempio nelle famiglie ad alto impatto climatico (Gardner et al., 2010) (Vandenbergh et al., 2010). In aggiunta, progetta e testa campagne per modificare i comportamenti domestici ad alto impatto, inclusi comportamenti poco studiati come la scelta dell'alloggio, la scelta della modalità di viaggio, l'acquisto di elettrodomestici e il comportamento di guida del veicolo (Stern, 2011). Molto importante è anche il lavoro con gli specialisti tecnici appropriati, in cui gli psicologi possono contribuire a migliorare le informazioni, rispetto ad un determinato tema legato alla climatologia, attraverso una comunicazione corretta, chiara ed efficace (Stern, 2011). Infine, un altro filone di ricerca importante è quello che si occupa della percezione del rischio (Weber & Stern, 2011).
In altre parole, la psicologia può sviluppare e testare interventi per incoraggiare e diffondere tecnologie e pratiche rispettose del clima e stabilire e far rispettare le norme sociali, inoltre, gli psicologi hanno il compito di applicare i metodi della ricerca valutativa per misurare gli effetti dei programmi implementati: difatti, si può imparare molto trattando gli interventi come esperimenti e studiando attentamente i processi che determinano l'efficacia di questi programmi (Stern, 2011). La psicologia può dare un contributo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e può aiutare i governi a raggiungere i loro obiettivi di risparmio energetico. Tuttavia, il compito della psicologia, per quanto riguarda il cambiamento climatico nel 21° secolo, è far accettare e adottare soluzioni verdi alla popolazione con lo scopo di indurre le persone ad astenersi da sufficienti benefici personali, prodotti, servizi e comodità in modo che il sistema riesca finalmente a invertire la tendenza e rendere le nostre società più sostenibili (Otto et al., 2014). È necessario quindi un vero e proprio lavoro di gruppo.
Nonostante l’accento venga posto sulla psicologia, è necessario ricordare che i confini tra le discipline delle scienze sociali sono fluidi, quindi qualsiasi intervento dovrà essere progettato ed implementato con équipe multidisciplinari (Nielsen et al., 2021). Difatti, essa può dare un contributo significativo alla limitazione dell'entità del cambiamento climatico, migliorando la comprensione dei comportamenti umani e dei molti fattori personali, sociali, economici, istituzionali, politici e socio-strutturali che guidano il cambiamento climatico, trasformando tale comprensione in interventi efficaci: è bene però, che il potenziale della psicologia non derivi solo dall’applicazione diretta dei concetti psicologici, ma anche dall'integrazione di conoscenze e metodi psicologici con conoscenze provenienti da altri campi della scienza e della tecnologia (Stern, 2011). Ci sono molte opportunità promettenti per gli scienziati comportamentali di contribuire a limitare il cambiamento climatico conducendo ricerche e fornendo consulenze politiche, ma sempre dovrà essere adottato un approccio interdisciplinare, con economisti, sociologi, architetti, ingegneri o ricercatori e professionisti di altre aree di competenza, a seconda dell’obiettivo finale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Green Deal per un'Europa più verde: il contributo della psicologia

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Fontanella
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Psicologia per il Benessere: Empowerment, Riabilitazione e Tecnologie positive
  Corso: Psicologia
  Relatore: Fabio Sbattella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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Parole chiave

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psicologia
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