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Analisi economico-statistica del mercato dell'arte tra 2019 e 2020

Rischio, rendimento e volatilità del mercato dell’arte

Storicamente, il rapporto tra opera d’arte ed economia è sempre stato controverso. È solamente dagli anni ’80 del Novecento che investimenti di questo tipo hanno preso piede e il mercato ha visto una crescita del numero di soggetti che hanno iniziato a considerare l’arte come buffer, ossia riserva di valore, in quanto in grado di mantenere il suo valore nel tempo, caratteristica apprezzabile soprattutto durante periodi di congiuntura economica sfavorevole.
Tutte le opere d’arte, insieme a opere di design, gioielli, diamanti, orologi, francobolli rari e monete antiche, vengono chiamati Emotional Assets, per denotare beni reali tangibili con una forte connotazione estetica. Quello che accomuna queste categorie sono i rendimenti che derivano dal loro possesso e il premio emozionale che il collezionista ottiene con il loro acquisto. Questi asset sono soggetti all’inflazione e il loro valore cresce tendenzialmente nel tempo, anche perché solitamente non si usurano. Per questi motivi sono, come detto in precedenza, riserve di valore e il loro possesso provoca capital gain in caso di vendita dell’opera stessa.
Questi asset non generano cash flow: conviene possederli per il loro aumento di valore nel tempo. Hanno quindi una duplice natura: hanno un valore affettivo, estetico e sociale e, in modo del tutto peculiare, generano rendimenti.
Il mercato dell’arte - termine coniato nel 1966 da due economisti, Baumol e Bowen - è caratterizzato dalla presenza di pochi compratori e venditori e ciò può causare una sopravvalutazione dell’acquisizione. Inoltre, date le caratteristiche uniche di ogni opera, la valutazione può essere largamente soggettiva. Questo fa sì che questi tipi di asset, se paragonati ad esempio ad obbligazioni e azioni, siano a bassa liquidità. Questo potrebbe essere un limite di questo mercato: asset liquidi sono più facilmente scambiabili, data la facilità di riottenere il capitale.
Nonostante il numero sempre crescente di soggetti interessati, a causa di tutte queste caratteristiche, quello dell’arte rimane un settore di nicchia, che talvolta può rappresentare uno status quo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi economico-statistica del mercato dell'arte tra 2019 e 2020

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Spriano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economiche
  Relatore: Laura Deldossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 42

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Parole chiave

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