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Meccanismi biologici e molecolari ed effetti dell'esercizio fisico nella prevenzione oncologica

Ruolo dell’esercizio fisico nella prevenzione oncologica primaria

È ormai più di una credenza il fatto che l’attività fisica svolga un ruolo di primaria importanza nella difesa dell’organismo da una serie di disturbi di carattere cronico e che abbassi la possibilità di sviluppare in futuro un problema di carattere acuto, come ad esempio un Infarto del Miocardio Acuto.
L’attività motoria, specie se eseguita in modo sistematico, contribuisce, aiutata anche da uno stile di vita sano e da una dieta non troppo sbilanciata, a mantenere il corpo in salute, svolgendo una serie di effetti che già prima, nel capitolo precedente abbiamo ampiamente illustrato.
Molti ricercatori sono ormai d’accordo sul fatto che l’attività motoria debba essere considerata come un vero e proprio farmaco, da somministrare nelle giuste dosi e con la giusta frequenza, in modo da avere quelli che sono i risultati più soddisfacenti.

Abbiamo spiegato come la sedentarietà e l’inattività fisica possano contribuire a sviluppare uno stato di infiammazione cronica, che predispone a una serie di patologie di natura anche complessa, come lo stesso cancro e abbiamo visto d’altro canto come approcciare un programma di attività motoria abbassi tale livello agendo da un punto di vista strettamente biochimico.
Quello che mi preme analizzare in questo ultimo e conclusivo capitolo sono effetti dell’attività fisica sul sistema immunitario, in quanto alla base di quella che poi è la prevenzione primaria.
Prima di andare ad analizzare le caratteristiche principali del nostro sistema immunitario e degli effetti dell’esercizio fisico su di esso, dobbiamo fare una doverosa distinzione tra le diverse categorie di attività motoria.
Fondamentalmente possiamo distinguere un’attività motoria di tipo anaerobico ed un’attività di tipo aerobico. Ciò che sta alla base della distinzione, è il sistema metabolico dominante. Come sappiamo i nostri sistemi metabolici, sono essenzialmente tre:il sistema aerobico, il sistema anaerobico lattacido ed il sistema anaerobico alattacido.

Mentre il sistema aerobico garantisce un apporto di energia continuo nel tempo e sfrutta glucidi e lipidi, che vengono consumati mediante l’utilizzo di ossigeno, il sistema anaerobico non utilizza tale componente. Nel sistema anaerobico lattacido, i glucidi utilizzati vengono convertiti in acido lattico, mediante un processo di lattato deidrogenasi, mentre nel sistema alattacido la via per la produzione di ATP, non usa nè glucidi e nè lipidi. Esso usa il sistema della Fosfocreatina, che garantisce grandissime quantità di energia per pochissimo tempo. Da questo possiamo stilare una breve e grossolana classificazione delle attività motorie, dove quelle aerobiche sono quelle attività di lunga durata e a bassa intensità, mentre le attività di tipo anaerobico presentano durate inferiori, ma intensità maggiori. Normalmente viene indicato il valore del lattato ematico per segnare il punto dove un esercizio diventa anaerobico, che dovrebbe essere intorno ai 3 mmol/dcl. Al di sotto di questa soglia il metabolismo aerobico è dominante e l’organismo riesce ad eliminare il lattato in eccesso. Superata tale soglia, il lattato si accumula, facendoci capire che l’esercizio è di tipo anaerobico. L’acido lattico non si accumula nelle discipline alattacide, in quanto non essendoci utilizzo di glucidi, neanche il meccanismo della lattato deidrogenasi viene innescato. Si parla di discipline alattacide, quando ci si riferisce a quelle discipline di breve durata, ma altissima intensità (come correre i 100 m), di discipline lattacide quando si parla di una altissima intensità protratta nel tempo per almeno 1-4 minuti (come le gare di canottaggio o i 400 m piani) e invece si parla di discipline aerobiche, quando ci si riferisce ad attività di lunghissima durata, ma bassa intensità ( come le maratone o in generale le lunghe distanze).

Sistema immunitario e pratica sportiva
Il sistema immunitario, è quel sistema deputato al controllo e alla successiva eliminazione delle sostanze cancerogene o dei corpi estranei (virus, batteri, funghi, ecc.) che non vengono riconosciuti come parte dell’organismo e quindi necessitano di essere eliminati.
Possiamo distinguere diverse linee di protezione per quanto riguarda il Sistema immunitario. Una prima linea di difesa è caratterizzata dalle barriere naturali e dalla secrezione esterna di alcune ghiandole. Rientrano in questa classificazione la stessa pelle o anche le secrezioni salivari e mucose.
Alla seconda linea di difesa, appartengono invece alcuni organuli o corpuscoli come i fagociti. Appartengono a questa categoria, i macrofagi, i granulociti neutrofili o i monociti, che riconoscendo un corpo cellulare classificato come non self, quindi non di proprietà dell’organismo, innescano una prima risposta immunitaria, talvolta rilasciando anche mediatori dell’infiammazione, come le citochine, che richiamano i linfociti. Appartengono alla seconda linea di difesa, anche le cellule Natural Killer (NK), spesso in prima linea nella lotta contro le cellule cancerogene.
I linfociti fanno parte invece della terza linea di difesa. Questa prevede la partecipazione di alcune famiglie di linfociti, che principalmente vengono suddivisi in due grandi filoni.
Da una parte, abbiamo i linfociti B, che agiscono a livello immunitario, producendo immunoglobuline (o anticorpi), in grado di legarsi alla molecola bersaglio e marcarla, favorendo l’avvento dei linfociti adibiti alla distruzione come i fagociti, i T citotossici o le cellule NK.

I linfociti T fanno parte della seconda famiglia prima citata. Questi possono essere suddivisi ulteriormente in T-helper e T-citotossici. I primi sono in grado di produrre una serie di sostanze infiammatorie, soprattutto interleuchine o interferoni, che come spiegato in precedenza, innescano un processo infiammatorio, che richiama altri linfociti o leucociti, che attaccano la cellula bersaglio. I linfociti T-citotossici invece sono dei veri e propri killer, che richiamati nella zona, individuano le cellule marchiate dagli anticorpi e le eliminano definitivamente.
Quando siamo davanti ad un’infezione di vasta entità, le cellule deputate alla distruzione dei virus o dei batteri, non sono in grado di riconoscere questi componenti, in quanto riescono a mascherarsi e a bypassare i controlli, generati dagli anticorpi prodotti dai linfociti B.
L’immunità conferita dal Sistema Immunitario, si scinde poi in due tipologie ulteriori: immunità innata ed immunità adattiva. La prima fa parte di quei sistemi che il nostro corpo possiede dalla nascita. Per intenderci, fanno parte dell’immunità innata le prime e le seconde linee di difesa.
L’immunità adattiva, invece, si sviluppa con il passare del tempo e necessita l’esposizione a diversi agenti virali e batteri.

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Meccanismi biologici e molecolari ed effetti dell'esercizio fisico nella prevenzione oncologica

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Aloisi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative
  Relatore: Tindara Franchina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 77

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Parole chiave

oncologia
esercizio fisico
patologie oncologiche
tumore al seno
attività motoria
difese immunitarie
tumore al colon
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