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Salute mentale è partecipazione. Caso studio: un progetto di cittadinanza attiva con utenti del progetto Social Point del Dipartimento di Salute Mentale di Modena

Salute e malattia: concetti di rilevanza sociale

Nasciamo tutti cittadini di due regni, dice Susan Sontag: quello del benessere e quello della malattia. Non c'è una linea di confine netta, attraversata la quale il soggetto si trovi appartenente all'una o l'altra delle due comunità; piuttosto, la doppia cittadinanza è uno status che il soggetto si porta dentro in ogni attimo della sua vita, indipendentemente dalla parte di territorio rispetto alla quale si trovi "dentro". Il soggetto si ritrova ad usare uno dei due passaporti, quello del regno della salute oppure quello, indesiderato, del suo "lato oscuro". Come ogni confine tra regni, anche quello che ci interessa non è mai solo "naturale" ma anche "artefatto", oggetto storico, testimonianza di pratiche e sedimentazioni culturali, che pure con la sua astrattezza sovradetermina l'allocazione di risorse, la raccolta dei frutti, in breve la vita del territorio reale. Infatti, come i confini geografici segnalati sulle carte politiche fissano l'attimo interno ad un processo fatto di conflitti, contrattazioni, graduali accomodamenti che a un certo punto il cartografo può descrivere con una linea invisibile ma influente sulla vita del paesaggio concreto, allo stesso modo i confini dei due mondi, di salute e malattia, sono il risultato di una dialettica storica che implica l'esperienza del soggetto, tagliando e rimettendo in questione una sostanziale continuità.
Il cittadino che porta con sé i due passaporti è in primo luogo cittadino, cioè appartenente a una comunità che tematizza la sua salute e la sua malattia. Il confine tra i due regni descritti dalla Sontag, infatti, è qualcosa che, pur essendo profondamente insito nella vita e nell'esperienza personale del soggetto, riguarda e appella tutta la comunità nella definizione, nell'interpretazione, nella presa in carico e nel trattamento del suo status. Quando negli stati moderni l'interesse per la salute, la riproduzione e la vita delle persone diventa strategicamente prioritario prima ancora che diritto, l'operazione politica della metabolizzazione della malattia viene normata attraverso gli strumenti della legge e del governo, dall'istituzione dei servizi sanitari alle disposizioni amministrative sulla povertà, sul vagabondaggio e l'improduttività. Le scienze moderne, dall'economia alla sociologia alla psichiatria, hanno quindi a che fare con corpi specificamente moderni, corpi il cui benessere è la "salute" come fatto pubblico, fatto che investe la produzione e la distribuzione di risorse, la ricollocazione demografica dalle aree rurali alle aree industriali, le nuove forme di coesione sociale che si sviluppano nelle città fianco a fianco con la tecnologia e le nuove responsabilità statali.
Il cittadino moderno è quindi un soggetto la cui salute e la cui malattia sono prima di tutto un fatto pubblico, un'esperienza che si inscrive nel sistema generale della società, facendosi da esso modificare e influenzare. Sono rilevanti e ineludibili i contributi degli studiosi che hanno analizzato sotto vari aspetti la dimensione "sociale" della malattia, non solo nelle sue dimensioni epidemiologiche e demografiche, ma anche nelle dimensioni, meno evidenti, di "costruzione sociale". Gli studi di sociologia medica che hanno ripercorso "la costruzione sociale della malattia" hanno messo in evidenza come la malattia sia un campo nel quale si inscrivono e trovano ambigua visibilità le tensioni legate alla rappresentazione del rapporto tra l'individuo e la società, tra le cadenze del ciclo di vita individuale e la collocazione di esso nella storia collettiva. Gli studiosi del costruttivismo sociale hanno quindi analizzato le strutture istituzionali – medicina, scienza – che creano la malattia come fatto sociale, che mettono in gioco e responsabilizzano una serie di tecnici, di sistemi di funzione, di apparati, impegnati non solo nel "trattamento" e nella "cura", ma anche nella definizione stessa di ciò che è malattia, della sua oggettività e della sua eziologia.
Dal discorso della Sontag sulla "malattia come metafora", volto a demistificare le rappresentazioni culturali di malattie moderne come cancro e AIDS, le quali, pur avendo depurato la loro eziologia medico-scientifica dalle coloriture "magiche", si accompagnano ad un discorso, culturalmente rilevante, incrostato di stigmatizzazioni e giudizi morali; alla riflessione di autori come Marc Augè e Claudine Herzlich, volto a mettere in evidenza la costante presenza, nelle società moderne come in quelle arcaiche, di funzioni culturali fondative nei discorsi profani su salute e malattia, il punto su cui convergono le ricerche di sociologia medica è l'individuazione del rapporto dialettico tra "dato" della malattia e mondo di senso culturale e sociale. Augè, (Augè 1980) delinea con eleganza questo carattere sociale del fenomeno della malattia parlando di essa come "significante sociale", il cui significato è il rapporto tra individuo e società, rivelato dallo stato di salute di un corpo che diventa supporto del senso del nostro rapporto con il sociale. Il malato "è vittima esemplare delle forze che pesano su tutti noi" (Augè 1980), nella malattia si metaforizzano le visioni del male diffuse nella società, il sociale si dà come insieme di forze interagenti con l'individuo; la società che esce rappresentata dalla malattia è il "sociale neutralizzato", è un'insieme di circostanze materiali costanti, nominabili ed identificabili tecnicamente come fattori bio-fisiologici.
Si tratta sempre, è questa una possente prestazione del discorso medico-scientifico, di oggetti, di enti naturalizzati, in cui si condensano e si reificano "rapporti di forza" presenti nella società, che da quel momento, dal momento della loro reificazione alla coscienza come enti dotati di una propria oggettività e pienezza ontologica, non possono più essere ricondotti alla dialettica dei rapporti di potere, dei rapporti di produzione, della distribuzione di risorse e dell'interazione comune. Vedremo in seguito, nel corso della nostra ricerca, come alcuni elementi del discorso sulla salute mentale e la partecipazione possono essere analizzati nell'ottica dei conflitti culturali che si sviluppano proprio intorno al corpo e all'istituzione medica che se ne fa carico, come veicoli di rappresentazioni totalizzanti del rapporto individuo-società, quindi della responsabilità dell'individuo e della comunità, della possibilità di azione politica collettiva.

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Salute mentale è partecipazione. Caso studio: un progetto di cittadinanza attiva con utenti del progetto Social Point del Dipartimento di Salute Mentale di Modena

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Negrogno
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia della Multiculturalità
  Relatore: Angela Genova
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 418

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