Sviluppo economico svedese, dal dopoguerra allo Stato del Welfare

Il Socialdemokratiska Arbetarepartiet (SAP) è stato senza ombra di dubbio la forza politica più influente di tutto il ventesimo secolo svedese. Al governo ininterrottamente dal 1932 al 1976, ha guidato il paese anche negli anni successivi, salvo alcune parentesi in cui i partiti c.d. «borghesi» hanno preso le redini, ed è tuttora il primo partito, sebbene la coalizione di centro-destra sia al governo.
Abbandonando ben presto ogni radicalismo di stampo rivoluzionario, il SAP assunse una linea di collaborazione con le altre forze politiche, arrivando di volta in volta a raggiungere compromessi con i diversi altri gruppi politici. Molto importanti furono l’alleanza con i Liberali frisinnade (l’ala più progressista del movimento liberale), che permise una serie di importanti riforme sociali, tra cui il voto alle donne e la giornata lavorativa di otto ore, e quella con il Partito Agrario, che diede la possibilità di far nascere un welfare universalistico.
L’obiettivo dei fondatori del partito operaio svedese era «creare uno stato libero ed una società socialdemocratica con tutti i mezzi legittimi a disposizione» e «impadronirsi del potere pubblico per trasformare progressivamente tutti i mezzi di produzione in proprietà collettiva». Il partito si ispirava ad «un principio del tutto nuovo e cioè la fratellanza e la solidarietà. Se si intende per rivoluzione la sommossa popolare, il SAP è più conservatore di molti altri movimenti politici del paese». La linea del SAP sotto la leadership di Branting si mantenne sempre fedele ai dettami dell’Internazionale Socialista, ma si caratterizzava rispetto ad altri partiti socialisti europei per il grosso rispetto nei confronti delle istituzioni nazionali ed internazionali e per la predilezione verso i metodi diplomatici.
Branting sembrava non curarsi troppo delle accuse di revisionismo che dall’ala più radicale venivano mosse all’indirizzo del SAP:
“Noi siamo d’accordo di intervenire pragmaticamente per accrescere e migliorare la posizione della classe operaia dovunque possiamo, e tanto quanto possiamo. Se questo è revisionismo, allora siamo tutti revisionisti ”
Il partito ha sempre lavorato in collaborazione con la LO, trovandosi spesso in completa unità di intenti con i leader della Confederazione sindacale.