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Profili costituzionali del diritto di satira

Satira religiosa e vilipendio dei ministri di culto

Il diritto di satira, e la libertà di espressione in generale, non crea conflitti soltanto nei casi di vilipendio politico (come abbiamo visto nel paragrafo precedente), ma genera, inoltre, ulteriori interferenze con altri valori costituzionali, e tra questi vi troviamo il sentimento religioso, tutelato dall’art. 19 Cost., norma che sancisce la libertà di religione.

I reati, aventi a oggetto profili attinenti alla sfera religiosa, sono fortemente indicativi circa lo stampo ideologico di una codificazione penale. Infatti, il diritto penale, essendo lo strumento più incisivo a disposizione dello Stato, non può non subire condizionamenti derivanti dalle concezioni dominanti in materia di religione, di rapporti tra Stato e organizzazioni religiose (come ad esempio la religione cattolica), infiltrazioni culturali tra ideologie politiche e morali ed ecc.

Quanto appena detto, può essere facilmente evinto dalla storia politica del nostro Paese e, nello specifico, nella sostituzione del codice Zanardelli del 1889 (di forte matrice liberale) con l’attuale codice Rocco del 1930 (entrato in vigore durante il ventennio fascista).

Sostituzione (dovuta a eventi significativi per la storia geopolitica italiana ed europea), che comportò una radicale inversione di rotta sulle scelte politico-criminali, modificando considerevolmente i tratti dello Stato: da liberale e garantista della libertà religiosa di ciascun individuo, a totalitario e interamente volto a garantire l’unica religione riconosciuta dallo stesso, ovvero la religione Cattolica.

Una volta terminato il secondo conflitto mondiale, però, e a seguito dei profondi mutamenti ideologici che subentrarono grazie alla carta costituzionale del ’48, i delitti contro la religione cominciano a perdere il loro fondamento politico, la loro ragione giustificatrice.

Infatti, l’assemblea costituente, volendo perseguire gli ideali di un nuovo Stato liberale e democratico, volle imprimere alla giovine repubblica, tratti laici (l’atteggiamento che lo Stato dovrà assumere di fronte alle organizzazioni religiose, ovvero di assoluta neutralità), secolari (limitandosi cioè a perseguire solo scopi c.d. terreni e non metafisici, come ad esempio la salvezza dell’anima), pluralisti (prevedendo e garantendo, cioè, l’esistenza di una pluralità di ideologie), e soprattutto tollerante (l’idea cioè che all’interno dello stato potessero gravitare, senza ingerenze, tutti i valori, religiosi e non, presenti nella società).

Alla luce di quanto detto, il sentimento religioso viene oggi protetto dagli artt. 403, 404 e 405 del codice penale. Tralasciando la trattazione sistematica di questi tre articoli, la nostra attenzione deve essere rivolta al peculiare conflitto che viene a ingenerarsi tra il diritto di satira religiosa e il sentimento religioso.

Infatti, alla stregua di quanto abbiamo visto nel diritto alla reputazione del destinatario del messaggio satirico (vedi primo capitolo paragrafo 6.3), anche qui bisogna valutare, in un’ottica di bilanciamento di valori costituzionali, se e a quali condizioni la tutela della libertà di espressione del pensiero (nella sua peculiare forma della satira) deve prevalere sulla tutela del sentimento religioso. Al fine di una più oculata risposta a tale quesito, è bene suddividere, a titolo schematico - esemplificativo, il diritto di satira religiosa in due versanti. Nel primo versante, vi rientra la satira che prende di mira personaggi i quali, inseriti all’interno di una confessione religiosa, svolgono una funzione c.d. terrena. La seconda, invece, ha per oggetto simboli ed entità spirituali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Profili costituzionali del diritto di satira

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Sarcià
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Felice Giuffrè
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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Parole chiave

cronaca
critica
satira
tesi
art.21 cost.
libera manifestazione del pensiero
profili costituzionali

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