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Percezione del sé e costruzione di genere tra gli adolescenti. Un contributo di ricerca

Scelta del percorso scolastico e carriera lavorativa

Da quanto analizzato fin'ora, risulta lampante come una visione stereotipica data dalla società conduca l'individuo a modellare la propria personalità ed identità sulla base delle richieste ambientali. Ma quanto gli input ambientali possono influire sulle scelte prima scolastiche/universitarie, e poi lavorative del soggetto?

Numerose statistiche mostrano l'esistenza di una differenziazione di settori basata, frequentemente, sul sesso del soggetto: analizzando i dati riportati dal MIUR, risulta evidente la costante frequenza di un numero maggiore di studenti maschi in ambiti scientifico-tecnici (ingegneria, difesa e sicurezza, educazione e fisica, ecc.), a dispetto degli ambiti socio-umanitari, frequentemente caratterizzati da un'evidente prevalenza femminile (lingue, lettere, psicologia, educazione, scienze sociali, ecc.) (cfr. Bianchieri 2007).

Tale fenomeno è analizzabile alla luce di quanto esaminato fin'ora: numerose risultano, infatti, le barriere sociali e le credenze popolari che individuano precise abilità e capacità, ritenute maggiormente idonee al genere di appartenenza (che, data l'ipervalutazione che ha investito le differenze biologiche, porta al suo seguito numerosi limiti “biologici” che impediscono l'acquisizione di alcune abilità e ne favoriscono altre).

Interessante, a tal proposito, far riferimento alla proposta avanzata negli anni 2000 dalla psicologa canadese Doreen Kimura, in qualità di presidente della Society for Academic Freedom and Scholarship, di adeguare il sistema scolastico alle “differenze cerebrali” caratterizzanti i due sessi: a suo parere, infatti, sarebbe opportuno incoraggiare le ragazze a coltivare le proprie innate capacità linguistiche e manuali, sviluppandole, e ad intraprendere professioni strettamente connesse a queste aree (all'interno delle quali potranno eccellere); di contro, ritiene inopportuno spingerle a dedicarsi al tentativo di sviluppare le abilità logico-razionali necessarie per proseguire carriere più prettamente scientifiche (ipotizzando una contraffazione dei dati in tutti quei casi in cui i risultati del test di QI vadano a contraddire la suddetta tesi) (cfr. Kimura 2000 ). A tal proposito, scrive: «Le ragazze non si iscrivono alle facoltà scientifiche perché non si sentono naturalmente portate per quelle discipline e sanno che riuscirebbero meno bene rispetto agli uomini» (Kimura 2000 cit. in Benoit- Browaeys 2006:94; corsivo mio).

Proposte come questa, pur essendo fortemente opinabili, fungeranno, spesso, da ulteriore rinforzo per tutte le credenze pesantemente inibenti, che porteranno gli individui, all'interno della società così bipartita, a soffocare tutte le aspettative e le predisposizioni divergenti da quelle considerate normative, imponendosi di sviluppare quasi esclusivamente capacità che li condurranno ad intraprendere limitati (e limitanti) ruoli professionali.

Parallele a queste realtà, oggi, emerge un numero sempre maggiore di condizioni che tentano di avviare un processo di involuzione, premiando quelle personalità che, emergendo dalla massa, intraprenderanno carriere e svilupperanno abilità divergenti da quelle socialmente (attualmente) richieste: si intende riferirsi, nel particolare, alle borse di studio intitolate alla memoria di Anita Borg rivolte da Google a studentesse universitarie, di master o di dottorato in informatica, ingegneria o discipline generalmente caratterizzate da una prevalenza maschile (iscritte presso gli Atenei presenti in Europa, Medio Oriente e Africa), che manifestano l'obiettivo di incoraggiare le donne che intendono intraprendere percorsi appartenenti ai settori citati, generalmente dipinti come insostenibili per una donna.

Tuttavia, nonostante lo scenario sembri divenire maggiormente supportivo e variegato, risulta tutt'oggi caratterizzato da una forte complessità e ambivalenza: analizzando, nel particolare, i dati appartenenti al territorio siciliano (sul quale è stata condotta la ricerca esperienziale che verrà illustrata nel cap. III), emerge come, nonostante sia progressivamente diminuito il gap tra le iscrizioni di maschi e femmine in facoltà appartenenti alle aree precedentemente indicate, rimane l'ombra di un divario significativo.

Facendo, in particolare, un confronto tra la situazione dei principali Atenei siciliani (Palermo, Messina, Catania) negli anni accademici 2009-2010 e 2012-2013, emerge una costante prevalenza di studentesse all'interno dell'area sanitaria, sociale e umanistica (a dispetto delle aree scientifiche, in cui continuano a primeggiare quantitativamente gli studenti maschi), nonostante possa esser rilevata una, seppur lieve, riduzione del gap.

Risulta evidente, di conseguenza, come, seppur l'inflessibilità degli stereotipi di genere non sembri risultare così rigida come in passato, l'influenza che questi esercitano sulle scelte progettuali degli individui risulta ancora significativamente alta. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Percezione del sé e costruzione di genere tra gli adolescenti. Un contributo di ricerca

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Informazioni tesi

  Autore: Irene Lisa Gargano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Gabriella D'Agostino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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