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La legge 1 marzo 1886 n. 3682 sulla perequazione dell'imposta fondiaria e i relativi lavori parlamentari

Scopo della legge: il riordinamento dell’imposta fondiaria e cosa si intende per catasto geometrico

Messedaglia ripete che intento della legge è il riordinamento dell’imposta fondiaria, e alla base dello stesso c’è la perequazione dell’imposta fondiaria. Perequazione generale, vale a dire perequazione a tutti i gradi, non solo fra compartimenti e compartimenti, fra province e province, fra comune e comune, ma anche fra proprietà e proprietà, scendendo sino agli ultimi elementi di questa, tra contribuente e contribuente.
L’intento della legge sarà tributario, ma non fiscale e in effetti il relatore ci tiene a spiegare la differenza: “Una legge può essere legge di finanza nel senso che concerne un’imposta, ma non sarà fiscale nel senso che miri a ricavarne un maggior reddito per lo Stato; ed è questo il caso”. Messedaglia elenca tutti i canoni fondamentali a cui mira il progetto di legge secondo il Governo e la Commissione:
1) accertamento rigoroso dell’ente contributivo con tutti i metodi che fornisce la scienza.
2) accertamento meno rigoroso, ma conforme ai dettami dell’arte peritale, della rendita che forma l’imponibile.
3) una volta accertato l’imponibile, in modo da poterlo riguardare come relativamente costante, non molto variabile, riposo alla possidenza e all’agricoltura per un periodo da assegnarsi, non perpetuo, ma piuttosto lungo.

Questo è il catasto per la Commissione presentatrice del progetto di legge. A questo punto Messedaglia spiega le motivazioni per le quali non deve essere accettato il metodo delle denunce:
1) l’imponibile, ossia la rendita, è accertata sommariamente.
2) Non assicura nessuna stabilità, per la quale si deve sempre intendere una stabilità relativa.

Messedaglia, afferma che in qualità di “uomo di studio”, specializzato in economia, sceglierebbe sicuramente il primo metodo (e non quello delle denunce) perché ritiene che questo gli offra l’accertamento rigoroso dell’ente ed offre l’ accertamento della rendita negli elementi relativamente stabili della stessa; l’altro, invece, nonostante non trascuri l’accertamento materiale dell’ente contributivo, incalza passo a passo l’imponibile e la rendita, aspirando ad una mobilità che non ha convenienza per le condizioni della proprietà e della coltura. Messedaglia, per le migliori garanzie che offre il primo metodo, opta per questo. Nel linguaggio comune afferma il relatore, la parola catasto esprime per lo più una tavola censuaria, l’elenco dei beni censiti, quindi in generale, è l’inventario degli immobili con l’appartenenza del rispettivo valore contributivo.
Il catasto deve essere geometrico, particellare, estimativo, eseguito con metodo uguale e con uguali criteri per tutto il Regno, quindi uniforme. Auspicano un catasto stabile, relativamente parlando, ossia di una durata non breve, per la rispettiva base estimale; ad ogni modo lo si vuole unico, e nell’estimo che vi sta iscritto, perequato nel miglior modo possibile. Per catasto geometrico si intende che dia una misura e che questa sia effigiata, quindi rappresentata nelle mappe. La mappa è una misura figurata. Questa misura comprende l’estensione in superficie, i limiti e le figure, comprende la posizione di ciascun ente, di ciascun fondo, in rapporto con tutto il resto, di tutti i fondi nella loro coerenza e comunità. La mappa poi è planimetrica nel senso che dà la superficie orizzontale, in piano (una pianta, appunto). Catasto geometrico particellare vuol dire che scende fino agli ultimi elementi del terreno o appezzamenti.
La particella è di due qualità: può essere di proprietà, o di coltura o destinazione. La particella di proprietà basta al catasto, per esempio giuridico, o per gli usi civili; mentre in un catasto estimativo, come lo intende l’onorevole e la Commissione, bisogna passare alla particella di coltura e classe, e di destinazione.
Messedaglia dice che il contrario di un catasto geometrico è quello che si chiama un catasto puramente descrittivo. In un catasto descrittivo esiste la misura, forse l’estensione, ma non c’è la figura. Altra differenza è che nel catasto geometrico, gli elementi sono rilevati in modo topografico; nel catasto descrittivo, non c’è nulla di tutto ciò.

L’estensione, qualche volta, è stata demandata alle denunce dei proprietari, altre volte è stata desunta dalle misure fatte da poveri geometri locali.
Il contrario di un catasto geometrico particellare sarebbe un catasto geometrico, sempre, ma per zone territoriali, ovvero per masse di coltura, ossia per colture considerate in massa, e non ancora distinte per particelle singole. Messedaglia afferma che è stato detto di contentarsi di un catasto geometrico, unicamente per zone e il resto si faccia a vista. Questo a vantaggio di una spesa minore e tempo risparmiato. L’onorevole a ciò risponde che la particella è importante non solo per la formazione del catasto, ma anche per la sua conservazione. Inoltre è utilissima e necessaria per la conservazione del catasto, perché ogni particella porta un numero ed una posizione uniforme; e se una particella si divide, l’imponibile si riparte in proporzione d’estensione, senza bisogno di una ulteriore stima. Per quanto riguarda i mezzi con cui realizzare il catasto, l’onorevole afferma che sarà il Governo a decidere ed operare come riterrà più opportuno.
Il catasto, quindi, essendo geometrico e particellare, vuol dire che con la parte geometrica si individua la parte estimale e scopo della parte geometrica è quello di effettuare una individuazione topografica di ciascun immobile, in modo coerente, con riferimento ai suoi limiti, alla sua estensione, quindi nella sua continuità. Il catasto geometrico è l’inventario completo della proprietà immobiliare. Con il catasto geometrico c’è la sicurezza completa di tutto, perché non si può esagerare l’estensione di una proprietà senza sottrarla ad un’altra. C’è un immediato riscontro delle singole parti tra loro, tutto ciò non accade con il catasto descrittivo. Sicuramente non perfetto, ma gli errori sono minimi in paragone ad altri metodi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La legge 1 marzo 1886 n. 3682 sulla perequazione dell'imposta fondiaria e i relativi lavori parlamentari

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Informazioni tesi

  Autore: Rosalia Battista
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Gianfranco Liberati
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 174

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