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Svevo-Schimtz Saggista

«Scritturizzare» la psiche

“Non sono altro che un pezzo di vita… ed io mi auguro che venga un forte psicanalista a studiare i suoi libri che sono la vita stessa, ricchissima e sentita e ricordata con l'ingenuità di chi l'ha vissuta e sofferta”.
Italo Svevo, parlando delle opere di Joyce.

Un invito a ricercare nella scrittura di Joyce le teorie di psicanalisi, riconoscendole. Svevo, ammette di non fare uso di questa scienza ma, nello stesso tempo, sa come utilizzarla, sa come studiarla.

Probabilmente questo è anche un invito a psicanalizzare le sue di opere, soprattutto La coscienza di Zeno. Citata palesemente la psicanalisi, su questo romanzo sono state estrapolate le teorie freudiane come il complesso di Edipo, arrivando alla conclusione che il protagonista soffre di “nevrosi ossessiva”.

Il Gioanola, però, con questo testo ci pone davanti un'interpretazione diversa della scrittura, pre freudiana. L'inconscio, la coscienza, i pensieri che si usano per la stesura di un romanzo o di una determinata opera, sono già intrinsecamente permeati di psicanalisi. Presentano un linguaggio oscuro, parole messe insieme dall'autore per consegnarci un determinato stato d'animo, conosciuto o sconosciuto che esso sia. Lo scopo ultimo della letteratura è creare una corrispondenza di sensi.

Uno stile, quindi, che lascia intendere qualcos'altro, mentre si racconta un qualcosa. Utilizzo di metafore, metonimie, racconti di false verità o di sogni illusori.
Svevo presenta una scrittura nevrotica, non ossessiva ma isterica, ci spiega appunto il Gioanola.

“la malattia è uno stile: causa di uno squilibrio, essa crea le condizioni per quella superiore forma di equilibrio che è l'opera”.

Non necessariamente, un autore deve soffrire di una patologia e deve raccontare attraverso i suoi personaggi, la sua sofferenza. Però, la nevrosi, l'isteria, che porta una confusione nella sua quotidianità ed un mancato appagamento, un'assenza di sanità mentale, costringe lo scrittore ad esplicitare tutto questo nella sua opera per mettere in ordine i suoi pensieri, cercare di arrivare ad un prodotto finito.
Elio Gioanola distingue il carattere ossessivo dal carattere isterico, differenziandoli tra loro.

L'ossessivo, in generale, è una persona totalmente succube di una nevrosi o psicosi, totalmente in trappola che manifesta comportamenti dovuti solo ed esclusivamente da essa. Non riesce a prescindere dai suoi pensieri, appunto ossessivi, che occupano interamente la quotidianità.

I pensieri, nella sua mente, sono tra di loro in lotta per la natura bipolare di essi. Da una parte il moralismo, dall'altra la ribellione. Moralismo causato dal proibizionismo, generato soprattutto dalle caratteristiche della vita infantile, contrastato dall'inconscio della persona che subisce rimozioni e negazioni della natura di quello che prova.

Ad esempio, Freud spiega come l'eccessivo ordine e la rigidità nel reale, siano conseguenze di desideri sessuali rimossi dalla psiche, tendenti all'omosessualità e legati alla sfera anale. È come se la mente di queste persone voglia eliminare lo sporco, l'inadatto, le feci, l'ano, con le continue ossessioni che vive quotidianamente, soprattutto, per l'ordine e il pulito. Inoltre, prediligono le materie scientifiche, rigide, senza interpretazioni, senza fantasia. Sono lontani, quindi, da tutto ciò che è letterale, dalle caratteristiche dello scrittore. Sono lontani da Italo Svevo, definito patologicamente “nevrotico ossessivo”, come il prodotto della sua penna Zeno Cosini.

Svevo, non potrebbe essere più “Italo” di così, ci spiega il Gioanola, perché incarna tutte le caratteristiche isteriche dell'italiano, diverso, ad esempio, dal tedesco, rappresentante l'insieme di quelle ossessive.

Se l'ossessivo è rigido, realista e cerca di rimuovere il suo inconscio, l'isterico è il sognatore per eccellenza. Perso nella sua mente, distratto, confuso, cerca una sorta di “coazione” con la parte remota di sé.

Vive la vita quotidiana attraverso la sua psiche. Appare diverso dagli altri, strano, non interpreta le cose come lo fanno normalmente gli individui.

A differenza dei desideri riguardo l'omosessualità degli ossessivi, l'isterico ha un'identità sessuale già adulta, formatasi in modo precoce durante l'infanzia. Da qui nasce, infatti, il complesso di Edipo (diagnosticato in Zeno) come perenne ricerca di una figura materna, protettiva, che però sappia appagare tutti i suoi bisogni e le sue voglie.
Tende, poi, ad idealizzare l'oggetto dell'amore in questione. Non si avvicina, non risolve la situazione, attende nella sua passività che l'altro operi le sue scelte e lo spinga a vivere il reale. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Svevo-Schimtz Saggista

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Informazioni tesi

  Autore: Mariarosaria Falivene
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere moderne
  Relatore: Alberto Granese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 121

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