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Revenge porn: la violenza nascosta in rete

Sessualità online e stereotipi di genere nella società digitale

Nel momento in cui parliamo di società digitale non consideriamo un mondo online distaccato completamente dalla realtà offline, vale a dire la vita di tutti i giorni; in realtà tra le due dimensioni esiste una connessione, in quanto entrambe sono parte integrante della nostra esistenza. La concezione di sessualità e allo stesso tempo gli stereotipi di genere assumono forme diverse in un contesto sempre più influenzato dalla realtà definita digitale.
 
È necessario volgere lo sguardo allo sviluppo di nuove forme di sessualità in rete, complice l’uso sempre più diffuso di smartphone e social media, dove questi ultimi rappresentano veri e propri luoghi di socializzazione, incontro e creazione di intimità. I modi di conoscere possibili partner, di vivere una relazione intima, di scoprire la propria sessualità sono quindi largamente influenzati dalla presenza delle piattaforme e dei dispositivi digitali che ci circondano. Da qui si insedia sempre di più il termine sexting che consiste nella condivisione di materiali intimi ed erotici con il partner attraverso servizi di messaggistica e social network; tale fenomeno è sempre più diffuso non solo tra giovani ma anche adulti.

Alla base del sexting possono essere presenti numerose motivazioni come, ad esempio, sedurre il partner piuttosto che esplorare la sfera della sessualità, essere parte di un gruppo o meglio ancora attirare l’attenzione nel proprio gruppo. Offline e online si susseguono, tanto che il sexting intrinseco di sessualità e intimità si confonde con Ricercatori, studiosi, educatori, genitori e opinione pubblica negli ultimi anni hanno posto il sexting al centro di un ampio dibattito; in Italia e contemporaneamente all’estero si è creato una sorta di panico morale attorno a questo fenomeno.

È necessario evidenziare i rischi che i giovani possono incontrare navigando in rete tra cui riscontriamo la pornografia, gli atti di bullismo e la continua esposizione alla pedofilia. Come ogni forma di rapporto intimo anche il sexting si basa sul consenso, anche se è possibile riscontrare forme di sexting indesiderato. Tali forme sono dovute a continue pressioni subite nel praticare forme di condivisione di materiale intimo per sentirsi parte di un gruppo o meglio ancora attirare l’attenzione dello stesso.

Molto spesso si aggiunge la dimensione del ricatto, da qui il termine sextortion che si riferisce al tentativo di estorcere ulteriore materiale intimo e in alcuni casi anche denaro con la minaccia di diffusione di foto e video erotici. Questo eccessivo controllo scaturisce in forme di ricatto che fanno leva sull’esposizione all’umiliazione del soggetto protagonista.

Nel momento in cui parliamo di dick pic ci riferiamo a un’altra forma di sexting indesiderato e non consensuale in quanto le vittime ricevono materiale intimo non richiesto e rappresentano una forma di molestia. La ricezione di queste immagini indesiderate può essere paragonata al fenomeno del catcalling in quanto come i fischi, gli apprezzamenti e gli inviti sessuali che avvengono nelle strade anche le dick pic possono essere considerate non tanto come complimenti e apprezzamenti, ma piuttosto come una vera e propria molestia. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Revenge porn: la violenza nascosta in rete

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca D'ambrosio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Corporate communication e media
  Corso: Teoria della comunicazione
  Relatore: Angelo Maietta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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Parole chiave

privacy
violenza sulle donne
violenza di genere
revenge porn
diritto della multimedialità
violenza online

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