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Teen dating violence. Analisi socio-criminologica del fenomeno: cosa comporta e come affrontare il ''non amore'' tra adolescenti

Sexting e dating violence: quale continuità?

La letteratura sul fenomeno è in continua crescita, ma già numerosi studi hanno analizzato questa pratica in relazione a comportamenti a rischio e ad altre problematiche (Currò, 2017).

In particolare, vari sono gli studi internazionali che hanno riscontrato una relazione tra il sexting e comportamenti sessuali a rischio, comportamenti rischiosi per la propria salute, come fumare, fare uso di sostanze, abusare di bevande alcoliche e con molti comportamenti aggressivi perpetrati sia on- line che off-line, come il cyberbullismo o il bullismo "tradizionale" (Morelli et al., 2016a).

Riguardo al benessere psicologico con riferimento al sexting, gli studi sul tema riportano risultati e conclusioni differenti: alcuni autori evidenziano la relazione tra sexting, depressione, ansia e intenti suicidari, altri invece non riscontrano la presenza di associazioni tra sexting e sofferenza psicologica (Ivi).

Currò sostiene che i comportamenti di sexting risultino essere correlati positivamente con limitate capacità di regolazione emotiva, tali per cui frequenze maggiori di comportamenti di sexting si riscontrano in persone che hanno un limitato accesso al proprio vissuto emotivo, alla comprensione e accettazione di questo, scarse capacità e strategie di regolazione emotiva e che presentano un comportamento impulsivo (Currò, 2017). Inoltre, secondo l'autore, i comportamenti di sexting correlano positivamente con i comportamenti sessuali a rischio, quindi coloro che con maggior frequenza pongono in essere comportamenti di sexting sono anche coloro i quali mettono più frequentemente in atto comportamenti sessuali a rischio (Ivi).

Tuttavia, per alcuni studiosi il sexting non dovrebbe essere considerato solamente come un comportamento rischioso e negativo, ma potrebbe rappresentare un nuovo modo per esplorare la sessualità in fase adolescenziale e giovanile (Morelli et al., 2016a).

Relativamente alle problematiche associate al sexting, con la loro ricerca Morelli e colleghi (2016a) sono stati i primi a cercare di indagare se chi fa ampio uso di sexting mostri maggiori sofferenze psicologiche, on-line e off-line dating violence (sia con riferimento alla perpetrazione sia alla vittimizzazione) e comportamenti a rischio di sexting come, ad esempio, scambiare sext con persone sconosciute, praticare sexting sotto l'assuefazione di stupefacenti o costringere qualcuno a fare sexting, rispetto a chi lo pratica poco o moderatamente. Infine, hanno anche cercato di comprendere se i partecipanti della ricerca non eterosessuali adottassero comportamenti di sexting in misura maggiore rispetto agli eterosessuali.

Il campione da loro utilizzato si compone di 1334 adolescenti e giovani adulti italiani con età compresa tra i 13 e i 30 anni, suddivisi in due gruppi in base alla fascia d'età (13-19 anni e 20-30 anni); sono stati poi creati altri due sotto-gruppi dividendo le persone eterosessuali da quelle non; infine, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi in base alla frequenza (bassa, moderata o alta) con cui hanno perpetrato sexting.
I dati da loro ottenuti hanno mostrato i seguenti risultati, così riassunti:
• 1097 partecipanti, corrispondenti all'82,23% del totale, hanno affermato di aver fatto sexting almeno una volta;
• per quanto riguarda i tre gruppi suddivisi in base alla frequenza bassa, media e alta di sexting il 77,96% ha confermato di aver ricevuto dei sext almeno una volta, il 63,12% di averli inviati almeno una volta e l'8,77% di aver condiviso sext postandoli in rete almeno una volta;
• 442 partecipanti (33,13%) hanno ammesso di aver fatto sexting sotto l'uso di sostanze almeno una volta;
• 44 persone (3,30%) sostengono di essere state costrette dal/dalla partner a fare sexting almeno una volta, mentre 28 partecipanti (2,10%) di essere stati costretti da amici almeno una volta;
• 26 persone (1,95%) ammettono di aver inviato sext a sconosciuti;
• 380 partecipanti, corrispondenti al 28,48% del campione, hanno sostenuto di aver inviato foto o video privati sessualmente espliciti almeno una volta, mentre 168 persone (12,59%) di aver inviato sext di terze persone senza il consenso dell'individuo ritratto almeno una volta (Ivi).

Analizzando i dati della ricerca si è giunti ad alcune significative considerazioni, qui di seguito riportate in maniera discorsiva.
Dopo aver suddiviso i partecipanti in base alla frequenza bassa, moderata o elevata con cui praticano sexting, si è notato come i maschi rientrassero principalmente nella categoria "moderata" e in quella "elevata" in misura maggiore rispetto alle femmine.
Riguardo all'orientamento sessuale, invece, i partecipanti non eterosessuali hanno mostrato di adottare comportamenti di sexting in misura maggiore rispetto ai partecipanti eterosessuali.
Per quanto riguarda l'età, invece, non si sono riscontrate particolari differenze tra il gruppo di adolescenti e quello di giovani adulti.
Rispetto ai due gruppi che praticano sexting poco o moderatamente, il gruppo di partecipanti che mostra una frequenza elevata nell'adottare comportamenti di sexting ha riportato di fare uso di questa pratica in misura maggiore sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, riportando anche maggiori probabilità di essere costretto a fare sexting dal/dalla partner e dagli amici e maggiori probabilità nell'inviare sext a sconosciuti.
Per quanto riguarda le differenze tra i tre gruppi relativamente a sofferenza psicologica, vittimizzazione e perpetrazione di dating violence sia off-line che on-line, non si è riscontrata una differenza significativa relativamente al disagio psicologico.

Riguardo alla dating violence, invece, chi pratica sexting con frequenza moderata o elevata presenta tassi di perpetrazione e vittimizzazione più elevati, sia nella dimensione off-line che in quella on-line: i risultati principali suggeriscono che le persone che adottano comportamenti di sexting in modo elevato e moderato, a differenza di chi invece lo pratica poco, sono maggiormente coinvolti in episodi di vittimizzazione e perpetrazione di (online e offline) dating violence. Inoltre, chi pratica il sexting in maniera più assidua è più incline a comportamenti sessuali a rischio rispetto agli altri gruppi; d'altra parte, però, non si sono riscontrate particolari differenze riguardo al disagio psicologico tra chi fa sexting frequentemente e chi, invece, lo pratica saltuariamente.
Questa ricerca appare di rilevante importanza per essere una delle prime condotte nel contesto italiano relativamente ai comportamenti di sexting tra giovani e giovanissimi; va poi sottolineato che i risultati ottenuti dallo studio appaiono in linea con quanto emerso da precedenti lavori internazionali.

Un dato allarmante ottenuto da questo studio riguarda la percentuale elevata dei partecipanti (circa un terzo del totale) che ha dichiarato di aver fatto sexting sotto l'effetto di sostanze stupefacenti almeno una volta, indicando come il sexting sia spesso associato all'uso di sostanze e possa essere "spiegato" dall'effetto disinibitorio causato da alcool o droghe (Ivi). Inoltre, è stato riscontrato un 12,5% dei partecipanti che ha dichiarato di aver praticato il così detto "sexting secondario" che consiste nel diffondere sext di altre persone senza il loro consenso; questo comportamento viene considerato particolarmente pericoloso perché può celare cattive intenzioni provocando conseguenze molto gravi per chi ne rimane vittima, come viene ribadito negli studi sul fenomeno del revenge porn. In linea con precedenti studi internazionali anche questa ricerca attesta un uso più frequente del sexting tra i maschi, rispetto alle femmine, e tra le persone non eterosessuali, rispetto a quelle eterosessuali; in quest'ultimo caso, si ritiene che alla base della differenza tra persone eterosessuali e non vi sia un utilizzo più assiduo dei social network per comunicare con il prossimo da parte di quest'ultimi: i social media facilitano la comunicazione e l'instaurazione di relazioni, anche migliorando il benessere psicologico e socio-emotivo tra persone lesbiche, gay e bisessuali (Ivi). Invece, per quanto riguarda le fasce di età, non si sono riscontrate differenze rilevanti tra adolescenti e giovani adulti, probabilmente perché la ricerca ha concentrato la sua attenzione sulla frequenza con cui le persone adottano comportamenti di sexting; presumibilmente, uno studio condotto allo scopo di esaminare motivazioni e aspettative sul sexting porterebbe alla luce differenze in base all'età del campione considerato. [...]

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Teen dating violence. Analisi socio-criminologica del fenomeno: cosa comporta e come affrontare il ''non amore'' tra adolescenti

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Gennari
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze Criminologiche
  Relatore: Sandra Sicurella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 191

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