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Longing, Seeking, Dealing, Growing. Analisi e rappresentazione dei personaggi femminili nei film di Sofia Coppola.

Sofia e le "sue" ragazze

In quest'ottica Sofia Coppola rappresenta un modello importante del suo tempo. Paladina di un cinema moderno, contemporaneo e prevalentemente al femminile. Sofia dà voce alle outsider, alle escluse.
La marginalizzazione subita dalle donne nella sfera pubblica contribuisce dunque a proiettarle verso la ricerca di completezza in un'altra sfera, quella del matrimonio e della maternità. La femminilità si presenta infine come una costruzione sociale e culturale che, escludendo la donna dall'arena pubblica, la proietta verso la vita matrimoniale e la maternità, trasformandola in "un riproduttore che completerà se stesso in nuove relazioni".
La regista dunque analizza il rapporto tra le "sue" ragazze e la società, quell'ambiente che le circonda e, il più delle volte, le soffoca, innescando un senso di spaesamento. La Coppola si rivolge alle giovani donne di ieri e di oggi, intrappolate in ruoli stretti e forzati, che non sono state udite e capite. Alle ragazze che vogliono un domani nel quale crescere e intraprendere la loro strada, comprese e stimate.
Prime tra tutte le sorelle Lisbon, che rappresentano le prime "vere donne" analizzate nel cinema della Coppola. Le sorelle suicide della periferia degli anni ‘70 del film Il Giardino delle Vergini Suicide, sono creature magiche che lasciano un ricordo immenso nella vita dei loro vicini. Ricordo che si tramuta in desiderio ossessivo, quando i ragazzi collezionano maniacalmente qualsiasi oggetti appartenuto alle Lisbon. Fra tutti, il diario di Cecilia, la sorella minore, la prima ad andarsene, che rappresenta la chiave di entrata in quel mondo surreale e misterioso delle sorelle, nel quale i ragazzi si perdono. Il diario agisce da oggetto nostalgico che immobilizza il tempo e fa rimanere il ricordo delle sorelle perpetuo e costante nella mente dei ragazzi. Tutto ricorda le Lisbon: la casa vuota, l'olmo tagliato nel giardino dicasa, la musica che condividevano attraverso il telefono. Anche se il tempo è passato e i giovani del quartiere sono ormai adulti, presi dalle loro vita, il sentimento nostalgico che si portano dietro fa in modo che non si dimentichino mai delle ragazze che hanno abitato i loro sogni, le loro immaginazioni e ossessioni. Le loro vite.

Charlotte, la ragazza di Lost in Translation è quella che invece assomiglia di più alla Coppola. La ragazza viaggiatrice, filosofa e sognatrice piena di vita. Charlotte è Sofia a vent'anni, quando si trovava in Giappone per promuovere la sua linea di abbigliamento. È la donna sposata con un uomo che la trascura e che non ha tempo per lei. È la ragazza impegnata in mille attività, che però non ha compreso cosa fare. È la donna che è alla disperata ricerca della sua strada, che cerca un equilibrio e che vuole trovare un senso alla sua esistenza. Charlotte è l'emblema di tutte le ragazze di oggi che, superato il periodo scolastico, quando tutto è ancora in divenire, devono fare i conti con la cruda verità che le si spalanca di fronte e che le mette nella posizioni di dover prendere delle decisioni. Cosa farà Charlotte il giorno dopo aver salutato Bob? Ritornerà alla gelida stanza d'hotel, aspettando il marito e facendo finta che niente sia accaduto? Andrà all'aeroporto, comprerà un biglietto per gli Stati Uniti per tornare a casa e magari iniziare una relazione con Bob? Oppure avvierà un percorso nuovo, una strada tutta sua, nella quale essere indipendente e autonoma, lontana da tutti ma totalmente immersa nella vita?

La Regina di Versailles, del film Marie Antoinette, si pone invece nella fase successiva a quella di Charlotte: spinta nella vita adulta, alla tenera età di quattordici anni, Maria Antonietta si ritrova a dover fare i conti con una vita che non le appartiene. Straniera in terra straniera, come Charlotte, la Delfina si sforza di trovare una sua dimensione nella reggia dorata, ma tutto ciò le viene difficile, proprio perché non ha ancora gli strumenti necessari per affrontare un onere simile. Abbandonata in un matrimonio senza amore, riversa le sue frustrazioni nella vita lussuosa e lussuriosa di corte: si diletta tra feste e acquisti sfrenati, mettendo in luce quell'atteggiamento infantile tipico di una ragazza della sua età. Ma la Coppola è maestra nel presentare le "sue" ragazze al meglio, quando sono sole, perse tra i loro pensieri, sole nell'affrontare il mondo. Ed è perfetto il modo in cui utilizza l'iconografia cinematografica per sottolineare alcuni particolare, come una collana, un vestito o un paio di scarpe. Nella scena iniziale riesce a presentare appieno la sua eroina: una ragazza maliziosa che guarda in camera e che richiama all'attenzione il pubblico che la sta guardando, invitandoli a non perdere nulla.

E che dire della piccola Cleo di Somewhere, che ha vissuto la sua vita con un padre quasi assente che però quando si trova, dalle circostanze, a dover trascorrere del tempo con lui, non si esime da fargli da madre e allo stesso tempo dall'essere una figlia premurosa e consapevole. Una ragazzina di undici anni che ricorda la piccola Sofia, quando viaggia in Italia insieme al padre per presenziare alla cerimonia dei Telegatti. Il padre di Cleo, Johnny, non è certamente Francis, il padre di Sofia, ma è l'uomo che vede negli occhi della sua bambina, una ragazzina che sta crescendo, che sta diventando grande. E quando pattina così leggiadramente sul ghiaccio a ritmo di musica, il padre non può che rendersi conto che ha ancora poco tempo, prima che quell'angelo, si sfili dai piedi i pattini per volare con le sue ali verso orizzonti lontani, magari senza di lui. Del resto ha tutta la vita davanti.
Come ho detto, esistono due tipi di film, quello che abbiamo visto e quello che ci ricordiamo. Il film che ho visto, dieci anni fa, mi ha dato delle emozioni grandissime e anche oggi, posso dire, me ne da altrettante. Riguardando i film della Coppola da adulta rimango stupita dalle tante sensazioni che ancora mi trasmettono; sensazioni nuove, scaturite da una conoscenza maggiore e da un trascorso più intenso. Il ricordo del film non delude le nuove emozioni del vissuto di oggi. Sofia rimane un pezzo indelebile del puzzle che è la mia vita e quella, sicuramente, di altrettanti giovani donne che hanno sperimentato l'infanzia, l'adolescenza, la gioventù e infine la maturità, e hanno avuto a che fare con un sentimento nostalgico, verso tempi migliori; con il cercare un senso alla propria esistenza; con il dover affrontare ostacoli invalicabili; che sono cresciute spinte dal sentimento di speranza e consapevolezza.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Longing, Seeking, Dealing, Growing. Analisi e rappresentazione dei personaggi femminili nei film di Sofia Coppola.

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Informazioni tesi

  Autore: Giuliana La Malfa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Monica Dall'Asta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 80

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