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Oltre il lineare: la letteratura elettronica

Software e linguaggi per la creazione di opere ipertestuali

Per diversi anni a partire dalla sua nascita, la letteratura ipertestuale fu legata in particolare ad un software, ideato da David J. Bolter, Michael Joyce e dall’ingegnere informatico John B. Smith, che venne rilasciato per la prima volta in commercio nel 1990. Pochi anni prima dell’invenzione del World Wide Web ad opera di Tim Berner's Lee, si era già posto il problema di come realizzare in maniera visuale il collegamento intertestuale o, più propriamente, ipertestuale teorizzato inizialmente da Vannevar Bush nel 1945 con il suo famoso saggio As We May Think, pubblicato per la rivista statunitense “The Atlantic” e in seguito progettato in maniera più approfondita da Ted Nelson che tramite Xanadu si riproponeva di collegare visivamente diversi documenti fino a giungere alla catalogazione di tutto lo scibile umano mediante una tassonomia inter e/o, ipertestuale.
Tuttavia, per passare dalla teorizzazione alla pratica bisognerà aspettare la seconda metà degli anni Ottanta, quando per la prima volta compaiono nel campo dell’informatica programmi che utilizzano delle piattaforme visuali per il loro funzionamento. E’ il caso, ad esempio, di HyperCard, un authoring tool e personal organizer prodotto dalla Apple la cui prima versione uscì nel 1987. Questo programma, basato su una serie di card collegabili fra loro, permette di effettuare diverse operazioni che noi riteniamo ormai basilari per qualsiasi tipo di personal computer: il word processing, l’archiviazione dati, il disegno, la riproduzione di suoni, lo sviluppo software. In realtà, l’evoluzione dell’apparato software del personal computer in quello che viene comunemente chiamato “sistema a finestre” era già avvenuta alcuni anni addietro, grazie all’introduzione dell’interfaccia grafica, riconfigurando in maniera profonda gli scopi e il pubblico utilizzatore del computer stesso:
Revolution and evolution are recurring themes in the personal computing world, perhaps more so in the Macintosh corner of that world than elsewhere. When the Macintosh arrived in January 1984, it represented an entirely new way to view personal computing.
It said that computers should be easy, if not fun to use. It said that a personal computer should not shackle its user, but free a user’s mind to explore realms far beyond the keyboard and the spots of a video screen. And it said that a computer should not be an impersonal tangle of chips and commands, but a friend – a helper in achieving excellence in whatever pursuit excited an individual’s psyche.

Come si può notare da questa breve introduzione a uno dei più diffusi manuali per l’utilizzo di HyperCard, gli elementi in questione sono tutt’altro che di ingegneria informatica: si parla di “facilità” di utilizzo, di “utilizzare la mente per esplorare regni oltre la tastiera”, addirittura di utilizzare il computer per “divertimento”, come se fosse un “amico”. Viene, infine, addirittura chiamata in causa la “psiche” del singolo “individuo”, i suoi interessi più radicati. Un altro dato particolarmente significativo che ci viene fornito è che il curatore della guida, Danny Goodman, non è un esperto informatico ma uno scrittore free-lance: un altro segno del radicale mutamento della sfera d’azione nel campo software, che si apre finalmente anche agli esperti dell’informazione e delle comunicazioni. Un altro capitolo dell’introduzione dello stesso volume, Coping with the Information Revolution permette di comprendere come negli Stati Uniti già nel 1987 fosse chiara la rilevanza dell’informatica nel campo umanistico, e in particolare in quello dell’informazione.
Un piccolo sketch dall’antichità ai giorni nostri intende mostrare la continuità che la rivoluzione tecnologica presenta con le altre evoluzioni avvenute nel corso della nostra storia, dall’invenzione della scrittura, a quella della stampa, alla diffusione dei giornali, passando per la radio e la televisione e giungendo infine a illustrare le caratteristiche di HyperCard, collocando pertanto tale programma in una sfera sociocomunicativa più che in quella dell’ingegneria del software. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Oltre il lineare: la letteratura elettronica

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Informazioni tesi

  Autore: Caterina Vafiadis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingua e cultura italiana
  Relatore: Francesco Tissoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 151

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