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Dal “Grande Balzo in avanti” alla Grande carestia: 1958-1962 storia di un disastro annunciato

Statistiche

Il governo di Pechino, dopo cinquant’anni, non ha ancora ammesso l’esistenza della Grande carestia. Le ricerche condotte all’interno del Partito sono tutt’ora un segreto di Stato, e sia la stampa sia i media ne hanno mai potuto parlare.

I primi segnali dell’esistenza della carestia derivano da ricerche condotte da esperti occidentali, negli anni ’80 del secolo scorso. Le informazioni per elaborare le teorie sono però incomplete. Questo è dovuto al fatto che nessuna potenza ha mai occupato la Cina comunista, mettendo mano agli archivi top secret, come avvenne con la Germania nazista.

In quel caso gli alleati trovarono liste meticolose di chi e dove era stato ucciso, eppure ancora si discute sul numero delle vittime dell’Olocausto. Anche se fossero aperti gli archivi, risulterebbe comunque difficile fare una stima precisa, date le dimensioni del Paese e della carestia, e dato che durante la rivoluzione culturale, che seguì quegli anni, moltissimi documenti andarono persi o distrutti.

Oltretutto va rilevata la difficoltà a censire la popolazione cinese e la scarsità dei censimenti effettuati nel passato dal governo: uno nel 1953, uno nel 1964 e uno nel 1982. Per volere di Mao l’Ufficio statistico di Stato fu smantellato e ripristinato solo con le riforme di Liu Shaoqi e Chou Enlai nel 1961, per poi essere richiuso durante la Rivoluzione culturale, e riaperto nel 1980.

I servizi statistici meteorologi invece hanno sempre continuato a fornire i bollettini, ma al solo PCC. Infatti la stampa riportò le parole di Mao, cioè che dal 1958 al 1961 in Cina ci furono le più gravi calamità naturali degli ultimi cento anni; cosa del tutto falsa. Si iniziarono a pubblicare un gran numero di dati statistici e demografici solo quattro anni dopo la morte di Mao, nel 1980, quando i funzionari dell’Ufficio statistico tornarono ai loro posti di lavoro.

Bisogna poi considerare due fattori che ostacolano il lavoro: il numero dei bambini nati e morti tra il 1958 e il 1962, e il volume dei flussi migratori che investirono il Paese. Durante la carestia milioni di persone furono chiamate a lavorare nelle città, e altrettante fuggirono dalle zone più colpite per rifugiarsi in regioni come la Manciuria o la Mongolia interna, dove si registrarono più di dieci milioni di rifugiati.

I censimenti non sono l’unico modo per calcolare il numero delle vittime. Anche gli enti pubblici avevano un registro della popolazione locale, come per esempio l’ufficio che in ogni contea erogava le tessere alimentari. È stato riscontrato che il numero delle tessere alimentari non ritirate, preparate tra il 1959 e il 1961 e mai distribuite perché gli aventi diritto erano morti di fame, fu di circa 43/46 milioni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dal “Grande Balzo in avanti” alla Grande carestia: 1958-1962 storia di un disastro annunciato

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Pettinao
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Giuseppe Olmi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

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