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Lo stretching: prevenzione degli infortuni muscolari e prestazione sportiva

Stretching e performance sportiva

Quando si parla di prestazione sportiva, si crede spesso che un’atleta che dispone di un’ottima flessibilità possa essere avvantaggiato nell’esecuzione del gesto tecnico di una qualsiasi disciplina sportiva. Per molto tempo infatti, lo stretching è stato utilizzato come mezzo per aumentare la performance.

Alcuni studi svolti in seguito su atleti si sono però opposti a tale teoria, dimostrando che le varie tecniche di allungamento, se svolte prima della prestazione, possano influenzare negativamente le capacità condizionali, in particolare le capacità di velocità e forza massimale.

I fattori che influiscono negativamente sulla performance, possono essere riassunti complessivamente in tre punti. In primo luogo, svolgendo una sessione di stretching particolarmente intensa prima di un allenamento o gara, può condurre anzitempo al fenomeno di affaticamento muscolare e aumentare il rischio di produrre micro-traumi al tessuto connettivale che riveste il muscolo, come abbiamo visto nel paragrafo precedente.

In secondo luogo, un eccessivo ed intenso allungamento a carico di alcuni gruppi muscolari a discapito di altri può portare ad uno squilibrio con conseguente diminuzione di coordinazione tra muscoli sinergici e tra agonisti ed antagonisti. Un terzo ed ultimo fattore sembra invece essere dovuto al fatto che, in seguito ad un allungamento intenso e prolungato di un muscolo, il tendine o i tendini interessati attraversino una fase di riorganizzazione delle proprie fibre di collagene che vengono riorientate obliquamente; nella fase di stiramento infatti, le suddette fibre tendono ad allinearsi l’una con l’altra.

Questo fenomeno è chiamato comunemente “creeping” e diminuisce la capacità tendinea di immagazzinare e quindi rilasciare energia quando viene sollecitato. Sulla base di questi tre fattori, bisogna però sottolineare che la diminuzione della capacità prestativa avviene solamente nel caso di una seduta di stretching particolarmente intensa precedente la performance. Un utilizzo razionale delle tecniche di allungamento come parte integrante della fase di riscaldamento, come abbiamo visto in precedenza, tende a non influenzare negativamente la prestazione sportiva.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo stretching: prevenzione degli infortuni muscolari e prestazione sportiva

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Gili Fivela
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze motorie e sportive
  Relatore: Nunzio Nicosia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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Parole chiave

dinamico
pnf
stretching
muscolo scheletrico
sarcomero
statico

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