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La contabilizzazione degli strumenti finanziari derivati secondo la prassi nazionale e quella internazionale

Strumenti derivati: attività o passività?

Questa questione sorge, poiché, a causa delle continue oscillazioni di valore, tali strumenti possono mutare collocazione patrimoniale nel tempo, perché possono incorporare sia flussi di benefici futuri, sia fuoriuscite di risorse economiche. L’analisi della collocazione patrimoniale degli strumenti finanziari derivati non è finalizzata esclusivamente alla rappresentazione in bilancio: ma si vuole sapere se questi strumenti sono utilizzati come forme di investimento o come delle fonti di finanziamento. È sottinteso che questi contratti sono stipulati nella speranza di ricevere dei flussi di benefici futuri, e questo vale sia se sono impiegati come forme di speculazione sia come forme di copertura. Una volta chiarito che secondo la prassi internazionale i derivati sono meritevoli di essere contabilizzati sopra la riga, si pone il problema di quando questa rilevazione debba essere effettuata, considerato che la mancanza della manifestazione numeraria all’atto della stipulazione del contratto ne impedisce, di fatto, la registrazione. Anche in questa circostanza l’iscrizione sopra la riga è giustificata dal principio della prevalenza della sostanza sulla forma, principio che nel panorama internazionale è ritenuto da tempo uno dei criteri-guida da eseguire nella scelta delle modalità di registrazione, precisando che la rilevazione deve avvenire dal momento della stipulazione e non alla data di regolamento. La differenza con le regole nazionali è macroscopica, l’attuazione di questo principio consente infatti di anticipare la registrazione nel sistema principale, modificando fin dal momento della stipulazione dell’accordo la composizione del capitale di funzionamento. Per quanto riguarda la contabilizzazione essa è diversa se si tratta di opzioni o strumenti a termine. Per quanto riguarda la prima categoria: la rilevazione iniziale avviene quando il possessore o l’emittente divengono parte del contratto. In tale caso il valore dello strumento corrisponde al costo sostenuto per il premio.
Per quanto riguarda il contratto a termine esso invece presenta valore nullo e non si sostiene alcun costo di acquisizione, d’altro canto però può essere registrato “sopra la riga” appena sarà possibile misurare oggettivamente il rispettivo valore. Altra questione legata alla rilevazione è il criterio di valutazione da adottare in sede di iscrizione nello Stato Patrimoniale dei suddetti strumenti. Il passaggio degli strumenti derivati all’interno del sistema principale obbliga il redattore di bilancio ad abbandonare sia il criterio di valutazione al valore nominale sia al valore differenziale. Infatti in campo internazionale si sta valutando l’adozione del fair value quale è previsto anche dallo IAS 39 come criterio di valutazione di tutti gli strumenti finanziari e non solo dei derivati. Una ragione fondamentale consiste nel fatto che esso può essere adottato sia per valutare le attività sia le passività finanziarie. Di conseguenza i derivati che assumono valori alternativamente positivi e negativi possono essere misurati in modo uniforme. Un'altra ragione che spinge ad adottare il fair value come criterio di valutazione degli strumenti derivati consiste nel fatto che è facilmente determinabile. Esso può essere ricavato sulla base del valore di mercato dello strumento e in mancanza di mercati attivi, esso può essere determinato sulla base del valore di mercato dei suoi componenti o di strumenti analoghi. Alternativamente il fair value può risultare anche dall’applicazione di modelli e tecniche di valutazione.

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La contabilizzazione degli strumenti finanziari derivati secondo la prassi nazionale e quella internazionale

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Informazioni tesi

  Autore: Teresa Ferro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Adele Caldarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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Parole chiave

contabilità internazionale
contabilità nazionale
derivati
riforma del diritto societario
scandali finanziari
strumenti finanziari

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