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La misura dell'innovzione dei sistemi territoriali

Strumenti di misurazione

Oggi, misurare il livello di innovazione di un Paese o di un’azienda è diventato un’attività strategica per individuare competitività e capacità di sviluppo. Si vanno ad analizzare gli indicatori che ci aiutano a capire in quale direzione si stia muovendo il mercato e in che modo. Ma misurare l’innovazione non è come misurare il livello di benessere, ed i parametri da prendere in considerazione per farlo sono spesso molto più intangibili di quando non lo siano i parametri necessari per misurare il PIL di un Paese o il fatturato di un’azienda.

Dato che il concetto di innovazione non è immediato, semplice da identificare e quantificare, nel corso degli anni sono state fatte una serie di analisi, rilevazioni, studi, ricerche per definire il grado di innovazione dei sistemi paese. A livello europeo, tra i primi documenti redatti appare il Manuale di Frascati concepito nell’ottica di analizzare i processi di ricerca e sviluppo ed utilizzabile ai fini di monitoraggio per tenere traccia degli output più evidenti dei processi di innovazione, come la registrazione di brevetti e la redazione di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Tale impostazione si scontra però con l’opinione sempre più diffusa secondo la quale tali elementi non siano necessariamente indicatori significati di innovazione.

Un altro importante strumento di indirizzo è il Manuale di Oslo, sviluppato in seno a una partnership tra OECD ed Eurostat, ed orientato alla definizione di una metodologia finalizzata ad acquisire ed interpretare dati utili per la lettura dei processi di innovazione nelle organizzazioni. Il Manuale di Oslo definisce l’innovazione come “the implemented technologically new products and processes and significant technological improvements in product and processes” dando all’innovazione un taglio eminentemente tecnologico. Il Manuale di Frascati e il Manuale di Oslo contribuiscono a definire un quadro di supporto allo sviluppo di metodologie di monitoraggio dell’innovazione, anche a valle di quanto tracciato nel Libro Verde sull’innovazione e delle Carta di Lisbona: il primo attraverso una misurazione relativa ad input visibili (brevetti, pubblicazioni ecc …) il secondo invece attraverso riscontri evidenti nei processi e nei prodotti sviluppati dalle aziende.

Per definire il livello di innovazione dei diversi paesi europei, è stato concepito invece un indice (l’European Innovation Scoreboard), che basandosi su indicatori statistici traccia una classifica dei paesi europei con maggiori capacità espresse di innovazione. L’European Innovation Scoreboard fa uso del Regional Information Survey vero e proprio quadro comparativo dell’innovazione regionale a livello europeo. Se in Europa l’European Innovation Scoreboard viene utilizzato al fine di supportare le politiche di sviluppo comune e si basa sui dati dei paesi membri, negli Stati Uniti viene utilizzato il National Innovation Index – sviluppato da Michel Porter dell’Harward Business School e Scott Stern del Massachussets Institute of Technology – viene adottato ormai da anni dall’amministrazione anche come strumento di supporto alle decisioni strategiche inerenti le scelte di politica estera ed economica. Il sistema infatti, a differenza dell’European Innovation Scoreboard non traccia soltanto i dati originari dei diversi stati membri, ma analizza anche gli indicatori di performance di altri 24 paesi, ordinandoli in base al numero di brevetti internazionali depositati. Il National Innovation Index prende in considerazione numerosi indicatori come gli investimenti in ricerca e sviluppo, i costi del sistema educativo e il sistema giuridico di tutela della proprietà intellettuale.

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La misura dell'innovzione dei sistemi territoriali

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Informazioni tesi

  Autore: Adriana Pavese
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi della Basilicata
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: GIOVANNI SCHIUMA
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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