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Analisi geografico-storica della Conurbazione Legnano - Busto Arsizio - Gallarate nel contesto socioeconomico locale

Sviluppo policentrico e connubio di grandi e piccole industrie

Già dai tempi dell’unità d’Italia, Gallarate vantava una posizione di tutto riguardo sia come centro manifatturiero, sia come capoluogo amministrativo. Le funzioni amministrative sono state ben presto oscurate dal prepotente inserimento delle industrie, favorito anche dalle condizioni piuttosto negative del territorio nei confronti dell’agricoltura, specialmente nei pressi del pianalto, caratterizzato da vaste superfici a ferretto.
I pionieri e i capitani d’industria dell’industria gallaratese appartengono all’alta borghesia e spesso hanno anche ascendenze nobiliari: i più conosciuti sono i Ponti, i Cantoni, i Maino, i Sironi e i Bellora.
Nel 1821 Andrea Ponti fonda a Gallarate il primo opificio italiano specializzato nella filatura del cotone, introducendo le Janettes, macchine tessili azionate da forza animale; alla vigilia dell’unità nazionale, l’azienda vanta già una filatura a Solbiate Olona, una ritorcitura unita alla tessitura a Gallarate, appunto, la sede centrale a Milano, una succursale a Trieste e rappresentanze in Inghilterra e in Germania.
Nel 1820 Costanzo Cantoni aveva già fondato un grandioso impianto tessile a Gallarate, completato da due opifici a Legnano e a Castellanza, e il suo lavoro viene continuato dal figlio Eugenio. Tra gli anni ’20 e ’30 dell’800 nascono la Tintoria Filati di Caiello e le tessiture Gaspare Sironi e Puricelli Guerra, mentre nel 1860 i fratelli Borgomaneri fondano una piccola tessitura di lino e cotone in riva all’Arno.
Per quanto riguarda l’industria meccanica, si deve ricordare il nome di altri due fratelli, i Bonicalzi, che con l’appoggio di Cantoni danno avvio, nel 1870, presso il ponte sull’Arno, ad una fabbrica di licci, pettini, navette e rocchetti. Lo sviluppo della meccanica è stato molto lento fino al 1890, quando sorgono la Costantino Cattaneo e le Officine Meccaniche Gallaratesi, ma comunque essa non riesce mai ad affermarsi di fronte al prepotere del settore tessile.
Tra la fine del XIX secolo e l’inizio di quello successivo, la creazione da parte di Pietro Bellora di un’azienda articolata in numerosi reparti fra Arnate, Albizzate, Somma Lombardo e Gazzaniga in Val Seriana fa da spartiacque tra la fase pionieristica dello sviluppo industriale gallaratese e quella caratterizzata da grandi aziende capaci di competere anche sul piano internazionale: il Cotonificio Maino, fondato nel 1904, esemplifica al meglio lo spirito di questa nuova fase.
Tra le due guerre mondiali si assiste al proliferare di piccole ditte e al consolidamento dei vecchi organismi tessili, al quale si dedica in particolar modo Carlo Carminati, che riattiva la Manifattura di Gallarate e la Manifattura di Rivoli.
Dopo la crisi dovuta al secondo conflitto mondiale, le strutture aziendali si riprendono in poco tempo, tant’è che il censimento del 1951 registra la più alta quota di occupati nel tessile (9 700), pari a 3/4 della manodopera totale e con un aumento del 50% rispetto al 1927; si afferma anche l’industria meccanica, anche se essa rimane sempre a grande distanza dal tessile.
Gli anni ’50, invece, come d’altronde vale per tutta la zona, rappresentano un momento di flessione degli addetti nelle industrie gallaratesi, in particolar modo nel ramo tessile, dove calano del 10%.

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Informazioni tesi

  Autore: Corrado Bragato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze geografiche
  Relatore: Guglielmo Scaramellini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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Parole chiave

geografia economica
aree dismesse
rivoluzione industriale
storia locale
legnano
gallarate
conurbazione
busto arsizio
riqualificazioni urbane
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