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Los trabagos de Persiles y Sighismunda

Temi del Persiles

Il matrimonio, inteso come obiettivo doveroso dei personaggi romanzeschi e come loro principale aspirazione sviluppatisi durante la Controriforma è fra i temi di cui Cervantes s'interessò nelle Novelas Ejemplares rispettando le innovazioni proposte dal Concilio di Trento, il quale ne ristabilì la dignità e solennità risolvendo il problema delle unioni clandestine. Costituì anche la vittoria della Chiesa contro il diritto romano e germanico, oltre all'aver restituito alla donna maggior diritto nell'ambito della società Rinascimentale bisognosa di maggior ordine e coesione ed appena uscita dal pelago della società medioevale.
Il Concilio di Trento (1563) esercitò un'influenza decisiva sul giovane Cervantes fondendosi con quella di Giraldi Cinzio. Ad una novella di questi, s'ispirò per descrivere i sentimenti di una giovane madre che perdonò l'assassino di suo figlio.
Nella novella tutti sono per il matrimonio predicato da Giraldi Cintio e per le naturali conseguenze che ne derivano: Policarpo – re di un'isola vicina all'Iberia – folgorato dall'improvviso amore per la giovane Auristela, desidera unicamente farla sua sposa nonostante sia padre di due fanciulle da marito, e re elettivo perciò impegnato a rispettare l'altrui volontà.
Arnaldo, principe di Danimarca, dopo aver rispettato Sigismonda per i due anni durante i quali era presso la sua corte come schiava del padre, la insegue per il mondo, nell'intento di farla sua sposa con consenso del genitore ed a dispetto dei consigli di Clodio il quale gli suggerisce l'ipotesi che i due giovani non siano in realtà fratello e sorella.
Ricla legittima agli occhi della Chiesa, come gli era possibile, il uso matrimonio con Antonio, il barbaro spagnolo reso tale dall'avversa fortuna.
L'unione tra i pescatori, Carino e Selvina hanno inizio seguendo le cerimonie in uso tra i popoli cristiani.
Lo stesso viaggio dei due giovani innamorati ha come meta Roma resa ancora più ambita dal Concilio, rappresenta la sanatoria all'unione indebita ed il pretesto per calmare le ire del fratello Massimino, cui Auristela era promessa sposa.
Il tema del matrimonio, avverso dalla famiglia, guadagnava terreno nell'ambito della letteratura a mano a mano che si diffondeva l'attenzione per l'intrigo. Si trattava di sostituire i diritti del cuore a quelli familiari ed economici.
I due giovani ricoprono il ruolo di fratello e sorella per una finzione richiesta dalla necessità dovuta ad un pretesto dell'autore per attribuire ai protagonisti un linguaggio estremamente casto.
Gli ultimi capitoli della novella offrono un ritmo precipitato nella narrazione degli avvenimenti che accadono a Roma, ciò può essere dovuto all'imminente morte dello scrittore, secondo affermazioni proprie del Cervantes. Senza dubbio, in contrasto con la rapidità di cui si è accennato, il racconto delle stregonerie a scapito di Auristela, mostra chiari indizi dell'importanza che volle conferire l'autore al contesto generale dell'opera.
In seguito a numerose peripezie, la coppia protagonista ed i loro accompagnatori giungono alla città eterna, in un pellegrinaggio a metà tra il religioso ed il simbolico. Qui accadranno diverse avventure motivate dalla bellezza di Periandro ed Auristela, tra cui il tentativo di seduzione di Periandro da parte di Ippolita che risale a Giuseppe e Potifar. La bellissima cortigiana Ippolita, si innamora di Periandro e, sospettando la verità sulla relazione intercorrente fra i due fratelli, chiede alla moglie dell'ebreo Zebulon – reputata una strega – che provochi un'infermità in Auristela. Nonostante ciò Periandro non cede ai desideri di Ippolita, pertanto, la cortigiana - dietro minaccia di morte - ordina alla giudea di ritirare il maleficio e far guarire Auristela.
L'atteggiamento di Cervantes difronte alla stregoneria coincide in linee generali con la credenza maggiormente generalizzata: l'infermità può provocarla la stregoneria non per il suo potere, ma mediante il permesso di Dio; dall'altro lato, nel personaggio della strega si incontra un certo elemento diabolico. In un altro passo, segnala che Ippolita conosce il luogo dove s'incontra Auristela guidata dalla conoscenza magica della moglie di Zebulon.
Senza dubbio, la stregoneria esercitata a scapito di Auristela sembra un fatto inconvertibile di magia, premesso che si attua a distanza, senza che esista relazione alcuna tra la stregoneria impiegata e per tanto la maniera di attuazione dello stessa sebbene siano visibili i suoi effetti sulla salute di Auristela. Tantomeno sono espliciti nella descrizione dei testi letterari dell'epoca nei quali si riferisce a stregonerie che provocano infermità o morte, in tal modo che è necessario ricorrere a determinati libri di magia per conoscere le formule magiche. Gli effetti dell'incantesimo su Auristela corrispondono ad un maleficio o stregoneria di odio. Quando Ippolita vede Periandro si ammala anche lui e la pessima piega che prende la situazione, chiede alla strega di mitigare il maleficio favorendo il miglioramento in Auristela.
La conclusione serve per innalzare ancora di più il modello delle virtù che incarna l'innamorato Periandro, che ha vinto numerosi ostacoli per incontrarsi con la sua dama che, nonostante il male sopravvenuto, segue amandola con la stessa intensità di sempre. In questo modo l'esemplarità morale dell'innamorato raggiunge livelli difficili da superare e nella narrativa idealista del Siglo de Oro.
Lo stesso Cervantes si occupa di indicare la radice classica del suo ultimo libro, nel Prologo alle Novelas Ejemplares (1613) che la sua ultima opera, osa competere con Eliodoro se non ne deriva un'opera con le mani fra i capelli. La competizione con la novella ellenica si risolve a favore di Cervantes con la grande notorietà a cui giunse la novella. In questo modo la radice classica di Periandro (ovvero del principe di Tule) risale alle Etiopiche considerate letture preferibili dagli umanisti. L'ammirazione dei quali per le Etiopiche deriva dal suo carattere morale e della verosimilitudine, principi che contrastavano le invenzioni fantastiche delle novelle di cavalleria.
A differenza dei prestigiosi poemi greci, l'eroe da guerriero si trasforma in innamorato, estraneo alle armi, poco definito rispetto alla dama, che rappresenta la chiave della narrazione. Tra le sue virtù, va segnalato il carattere fedele ed appassionato, la sua interezza nella sfortuna, la sua astuzia e la sua bellezza. La coppia è spesso soggetta ad insidie da parte di diversi pretendenti; triangolo amoroso che permette all'azione di avanzare. Il travestimento femminile del ragazzo, si trova anche in Aquiles Tacio così come in Núñez de Reinoso anche se Cervantes lo ha utilizzato non solo nel Persiles ma anche nel D. Quijote, cosa che ha indotto alcuni critici a parlare di ambiguità sessuale del personaggio che si è mascherato.
Il travestimento di Periandro, nella dinamica della narrazione, è un ricorso necessario per avvicinarsi all'amata. Nell'episodio in cui Periandro è oggetto delle attrazioni da parte di Ippolita, tessuta sull'episodio biblico di Potifar. Da tutto ciò si può rilevare l'importanza della figura femminile su quella maschile che svolge un ruolo di accompagnatore dell'eroina, incluso nell'interpretazione simbolica.
Nelle Etiopiche, Cervantes simboleggia l'anima che passa dall'oscurità alla luce, mentre Teagene è solo la conoscenza filosofica, la ragione che l'accompagna nel suo pellegrinare. Il personaggio di Periandro ha maggiori affinità con Teagene di Eliodoro e Clitofonte di Tacio. Etimologicamente Periandro deriva dal greco: peri ossia intorno a, e andros ovvero uomo. Pertanto si potrebbe interpretare come colui che si avvicina all'uomo con il significato di simulazione o intenzione di consolidare l'essenza dell'uomo. Cosa che consegue quando recupera il suo vero nome: Persiles.
Man mano che i personaggi si vanno allontanando dalle tradizioni barbare cristianizzandosi, allo stesso modo Periandro si allontana dagli elementi materiali dell'amore, fino al punto in cui - nell'episodio dove Auristela sta per perdere la vita a causa di un maleficio – l'innamorato continua a mantenere un atteggiamento costante poiché persegue l'amore platonico che mira all'anima e non al corpo. Pertanto è un modello ideale di amante: morale e cristiano.

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Los trabagos de Persiles y Sighismunda

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Informazioni tesi

  Autore: Patrizia Carità
  Tipo: Laurea vecchio ordinamento (pre riforma del 1999)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: lingue e letteratura straniere indirizzo europeo
  Relatore: Giuseppe Grilli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 115

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persiles
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