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Labor force participation in Italy 1861-2010. A gender study.

The insight into Italy’s reality

In the aftermath of Italy’s unification, in 1861, women’s issues were affected by industrial and cultural backwardness; a key element showing how women were socially underrated was the Civil Code, which, in the name of men’s superiority, denied them the right to vote and the parental authority, prevented them from holding public office, and forbid them to dispose of family assets. In the end of 19th century work took place mainly in the fields, which employed 50-60 per cent of males and 40-50 per cent of females (Daniele & Malanima, 2011, chap.3). Industry was less developed, both in Northern and Southern Italy, and consisted in cottage industry, which, as soon as modern economic growth reached the country, became non competitive and led to consistent drops in the female workforce, until 1961. First World War was the occasion for women to experience, for the very first time, an enhancement of their work, as war broke the barriers dividing “men’s jobs” and “women’s jobs (Duby & Perrot, 1996, chap.1); primary necessity was to avoid the country’s activities’ paralysis and this determined a strong increase of women’s contribution, from the agricultural sector to the industrial one. The status of Italian women worsened during the fascist regime : gender discrimination cut their aspirations down to size and laid the foundations for female part time and underground labor. Women’s work was then considered as a “vox media”: on one hand it was useful and necessary, on the other it had to be discouraged as its legitimation would have boosted emancipation hopes.

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Labor force participation in Italy 1861-2010. A gender study.

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Informazioni tesi

  Autore: Flavia Saracino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Economia
  Corso: economia e management
  Relatore: Giovanni Vecchi
  Lingua: Inglese
  Num. pagine: 42

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