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L' Iran: dalla Persia de ''Le Mille e una Notte'' allo Stato Canaglia

Tutto è cominciato con il “caso-Mossadeq”

La nazionalizzazione del petrolio in Iran è stata sicuramente una delle tappe fondamentali del paese che ha avuto risvolti pesanti nelle sorti dell'immediato futuro, con conseguenze che potrebbero aver piantato le radici per la rivoluzione del 1979: senza il colpo di Stato del 1953 infatti, è probabile che l'Iran di Mossadeq avrebbe continuato a percorrere la strada della democrazia evitando un quarto di secolo di monarchia mescolata con la dittatura dello Scià.

Dal luglio 1949 lo Scià firmò un contratto con il Regno Unito, il Supplemental Oil Agreement, in base al quale i britannici avrebbero avuto il diritto allo sfruttamento delle risorse petrolifere iraniane in cambio di una percentuale sui profitti.

A tutto questo si opponeva il movimento nazionalista guidato dal carisma di Muhammad Mossadeq che si batteva per due cause principalmente che mettevano a rischio la sovranità nazionale: rispetto della Costituzione da parte dello Scià ed indipendenza dalla dominazione straniera in termini di ingerenza.

Per le suddette ragioni, sosteneva la nazionalizzazione del petrolio attraverso la rilevazione della Anglo-Iranian Oil Company (AIOC) da parte della National Iranian Oil Company (NIOC) poiché l'Iran aveva il diritto inalienabile di avere il pieno controllo della produzione, della vendita e dell'esportazione delle proprie risorse petrolifere132: col sostegno della classe media riuscì a suscitare un movimento di massa che fece pressioni sul parlamento per approvare il suo disegno di legge (marzo 1951), dandogli inoltre il voto necessario per formare un governo in cui ricoprì il ruolo di premier (aprile dello stesso anno).

In breve tempo i rapporti diplomatici con i britannici si deteriorarono fino all'isolamento economico (rimasero legati solo il Giappone e l'Italia con Enrico Mattei), mentre in politica interna la spinta democratica si andava rafforzando giorno dopo giorno, sottraendo allo Scià il controllo dello Stato ed offrendo alle classi più povere un'occasione di riscatto economico e sociale: Mossadeq si dimostrava quindi una spina nel fianco sia in ambito interno, mettendo a rischio la politica monarchico-dittatoriale dello Scià, sia in ambito internazionale remando contro la compagnia petrolifera, l'impero britannico e di conseguenza anche gli americani.

Lo scontro con lo Scià divenne più aspro con il tentativo non riuscito di Mossadeq nel 1952 di riformare la legge elettorale per indebolire il monarca ed i grandi latifondisti, e con la proposta di nominare il ministro della Guerra, mettendo a repentaglio per la prima volta il dominio monarchico sui militari: in una trasmissione radiofonica sostenne di avere la necessità di controllare direttamente le forze armate per impedire che elementi nefasti complottassero per annullare la nazionalizzazione del petrolio, e questo portò a tre giorni di sciopero generale e scontri sanguinosi che alla fine fecero retrocedere lo Scià.

Mossadeq però si era fatto ormai troppi nemici anche all'estero: aldilà di Londra (per la quale l'AIOC rappresentava una vera e propria miniera d'oro in termini di carburante per la marina, una vasta riserva di petrolio, una enorme entrata in tasse e valuta estera e grandi quantità di profitti per i propri azionisti), anche Washington era convinta che il controllo iraniano di una tale risorsa avrebbe messo in moto una serie di reazioni analoghe anche nei paesi che presentavano una situazione del genere, spostando drasticamente il controllo del petrolio sul mercato internazionale da compagnie petrolifere occidentali a paesi produttori, con effetti inimmaginabili.

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L' Iran: dalla Persia de ''Le Mille e una Notte'' allo Stato Canaglia

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Bagnol
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Maria Luisa Maniscalco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 269

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