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Lo storytelling nella comunicazione politica

Una narrazione sulla legalità: Antonio Di Pietro

In questo paragrafo dedicheremo la nostra attenzione ad una figura importante nel panorama politico italiano, Antonio Di Pietro; cercheremo di capire se sia veritiera la nostra ipotesi e cioè che il leader dell’Idv abbia basato la sua legittimazione politica non tanto su idee e proposte politiche concrete ma bensì, in qualche maniera, sulla sua biografia di Pubblico ministero che all’inizio degli anni novanta ha combattuto una famosa battaglia contro la corruzione politica nel nostro paese.
Innanzitutto, di chi stiamo parlando? La biografia riportata nel sito wikipedia.org, recita quanto segue:
Dopo aver conseguito un diploma di perito elettronico, a 21 anni emigra a Böhmenkirch, in Baden-Württemberg (Germania); la sua giornata si suddivide fra un lavoro da operaio lucidatore di metalli in una fabbrica metalmeccanica e un altro, il pomeriggio, in una segheria.
Tornato in Italia, nel 1973, inizia gli studi all'Università degli Studi di Milano presso la facoltà di giurisprudenza, mentre lavora come impiegato civile dell'Aeronautica Militare. Nel 1978 termina gli studi universitari conseguendo la laurea; l'anno successivo, attraverso un pubblico concorso, assume le funzioni di segretario comunale in alcuni comuni del Comasco.
Nel 1980 vince un concorso della Polizia di Stato per Commissario e frequenta la Scuola Superiore di Polizia. Successivamente viene inviato al IV distretto come responsabile della Polizia Giudiziaria.
Nel 1981, sempre alternando lavoro e studio, vince il concorso di uditore giudiziario: è assegnato, con funzione di Sostituto Procuratore, alla Procura della Repubblica di Bergamo.

Questa parte di biografia si conclude prima che il politico molisano divenga famoso in tutto il paese all’inizio degli anni novanta grazie al ruolo di Pm nell’inchiesta Mani Pulite; la cosa che però a noi interessa analizzare è come questo ruolo di Pubblico ministero gli abbia permesso di entrare in politica forte di un aurea di “sacralità”; anche in questo caso ritorna il discorso sull’eroe che abbiamo in più casi visto nel corso di questo lavoro, infatti, la sua lotta alla corruzione lo ha fatto divenire nel paese appunto un soggetto “eroico”; la cosa interessante è proprio questa e cioè il fatto che normalmente un politico dovrebbe essere legittimato dalle sue decisioni politiche passate o almeno - nel caso che sia all’inizio della sua carriera politica - dalle proposte che esso fa sulle varie questioni di interesse pubblico; ecco da questo punto di vista Di Pietro rappresenta un caso a se in quanto, come anche vedremo nel proseguo del paragrafo, la sua proposta politica risulta avere un ruolo minoritario rispetto alla sua immagine di politico/magistrato interessato ad estirpare i “mali” della politica, i corrotti, e tutti coloro che hanno problemi con la giustizia. Non vogliamo certo dire che questo sia sbagliato, anzi, la lotta al malaffare è un aspetto importante nella vita pubblica, tuttavia non si può non notare come per un politico a fianco di questo sia necessaria un attività di proposta politica, di visione dello stato.
Antonio Di Pietro è a nostro avviso - seppure con le sue dovute peculiarità - , un caso interessante legato alla politica come narrazione, se non altro proprio per il fatto di aver poggiato la propria carriera politica sulla sua storia personale. È un caso di storytelling in cui storia garante e storia rappresentativa si uniscono insieme, o forse sarebbe meglio dire che la sua storia garante si inserisce all’interno di quella rappresentativa di Pubblico ministero, e ne diviene dunque una componente inscindibile; per certi aspetti somiglia alla vicenda del suo rivale storico, Silvio Berlusconi. Come Berlusconi, infatti, anche il leader dell’Idv ha fatto il suo ingresso in politica, portandosi dietro un background diverso da quello del politico tradizionale, Berlusconi quello di imprenditore di successo e Di Pietro quello di “magistrato di successo” ma non solo, infatti, entrambi rivendicano con orgoglio il fatto di essere dei self made man, uomini che si “fatti da soli”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo storytelling nella comunicazione politica

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Bertocci
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della Comunicazione
  Relatore: Enrico Caniglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

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