Skip to content

La metafora nella formazione. Indagine sull'utilizzo di strumenti metaforici nella pratica professionale formativa.

Valenza epistemologica della metafora nello sviluppo scientifico

Il procedimento scientifico si avvale di calcoli matematici, metodi rigorosi e apparati tecnologico-sperimentali che si riflettono, nell’impianto teorico, in un discorso al quale viene richiesta la stessa esattezza operativa. Il linguaggio scientifico riveste un ruolo normativo di definizione e spiegazione delle regole di prevedibilità fenomenica e di costruzione di sistemi assiomatici univoci (Gagliasso E., 2002). Tuttavia la ricerca scientifica non si esaurisce nel contesto della giustificazione poiché possiede anche una dimensione ideativa, quella che Popper definisce contesto della scoperta (Popper K. R., 1970). Il carattere nomologico del linguaggio scientifico non si addice a questo contesto, poiché la scoperta proviene dall’immaginazione e dalla creatività, che sono processi mentali non sottoponibili al rigore dimostrativo. La scoperta può derivare dall’introduzione di una considerazione che perturba una teoria precedente, dalla ricontestualizzazione di un concetto o dalla miscela di elementi appartenenti a discipline diverse; essa è il prodotto del processo mentale euristico, di una reinterpretazione originale dello stesso fenomeno: il linguaggio più appropriato a questo contesto è quello metaforico e analogico dato che, a mio avviso, la creatività non è scoprire dal nulla ciò che prima non esisteva, ma consiste nel trovare relazioni e corrispondenze originali tra fenomeni già concettualizzati, o perlomeno sensorialmente esperiti.
Secondo l’epistemologo Boyd la metafora ha una funzione di accomodamento del linguaggio alla struttura causale del mondo: essa fa in modo che le nostre categorie linguistiche «taglino il mondo in corrispondenza delle sue articolazioni» (Boyd R., Kuhn T. S., 1983, p. 22). Prima di spiegare in che modo le metafore ricoprono tale ruolo, occorre seguire la distinzione operata dall’Autore circa i tipi di metafore presenti nella scienza: quelle esegetiche, o pedagogiche, e quelle costitutive delle teorie. Al primo tipo appartengono metafore utilizzate con valenza esemplificativa al fine di facilitare la comprensione di teorie scientifiche, le quali però possono essere formulate in modo non metaforico: un esempio è dato dalla descrizione dell’atomo paragonato ad un sistema solare in miniatura, immagine che facilita la comprensione, ma che non fornisce spunti a sviluppi teorici ulteriori, dato che è possibile spiegare le somiglianze tra atomo e sistema solare in modo esatto, senza utilizzo di ulteriori metafore. Il secondo tipo di metafore è indubbiamente più interessante e contribuisce direttamente alla costituzione e allo sviluppo delle teorie; le metafore costitutive non sono parafrasabili letteralmente e posseggono proprietà atipiche che le differenziano dalle metafore letterarie:
1) sono soggette ad uno sviluppo pubblico estraneo alle metafore letterarie: la diffusione di una metafora letteraria implica la sua morte, la sua convenzionalizzazione, mentre le metafore costitutive di teorie divengono proprietà di tutta la comunità scientifica a scopo di ricerca, senza perdere la loro carica di interazione;
2) in campo letterario il compito di spiegare una metafora è distinto da quello della produzione, mentre allo scienziato spettano entrambi i compiti;
3) se può essere fondata l’ipotesi dell’intraducibilità letterale del contenuto cognitivo di una metafora letteraria, lo stesso non accade per le metafore costitutive di teorie: la spiegazione della metafora costitutiva spesso corrisponde alla spiegazione centrale all’investigazione scientifica.
Boyd rimanda queste differenze sistematiche tra metafore letterarie e metafore costitutive di teorie ad un’unica differenza, riguardante i modi in cui i due tipi di metafore sono aperte ad ulteriori sviluppi:
1) le metafore letterarie sono caratterizzate da un’apertura concettuale: esse invitano il lettore a concettualizzare l’argomento principale in termini delle implicazioni comunemente associate al soggetto secondario;
2) le metafore costitutive di teorie sono caratterizzate da un’apertura induttiva: al lettore viene chiesto di esplorare somiglianze e analogie fra le proprietà degli argomenti che non sono ancora state scoperte o che non si conoscono interamente e, in questo modo, viene inviato a compiere un progetto di ricerca.
L’apertura induttiva suggerisce il carattere programmatico e di orientamento alla ricerca delle metafore costitutive di teorie. L’introduzione della terminologia metaforica ha lo scopo di investigare i soggetti primari in base ad una stima sulle loro proprietà e di fissare riferimenti e termini teorici: nel caso de ‘la mente è un computer’, la metafora ha lo scopo sia di studiare il funzionamento della mente a partire dalle proprietà che si stimano essere simili a quelle del computer, sia di introdurre termini teorici per riferirsi ad aspetti del computer che si suppone siano implicati nella cognizione umana. Le metafore costitutive orientano lo sviluppo della teoria anche a livello terminologico, dando luogo ad una genealogia di metafore figlie e rendendo possibile un perfezionamento continuo e un’eliminazione delle ambiguità. La modalità con cui le metafore introducono riferimenti per termini di tipo naturale e generale è quella che Boyd (Boyd R., Kuhn T. S., 1983) chiama causale o ostensiva, contrapponendola alla modalità empirista. La spiegazione empirista della fissazione dei riferimenti sostiene che tutti i termini generali, a parte una classe di termini primitivi, sono normati da regole definitorie stabilite per stipulazione. In questa concezione la precisione linguistica è data dall’esistenza di definizioni convenzionali valide intersoggettivamente ed ammette l’esistenza di proposizioni definitore certe, basata su di un criterio di verità stabilito a priori. Secondo la concezione empirista i mutamenti importanti delle teorie scientifiche derivano da cambiamenti di contenuto o di sistema di riferimento concettuale, anziché da nuove scoperte: il fatto che le proposizioni definitorie siano certe e possano essere stabilite convenzionalmente prima delle investigazioni sperimentali, le rende immuni dalla possibilità di correzione o di falsificazione da parte di nuove prove. L’Autore definisce anti-realistica e non-referenziale questa teoria del riferimento, dato che i referenti dei termini generali, detti anche estensioni dei tipi naturali o termini teorici, vengono stabiliti arbitrariamente in modo convenzionale e non sono sottoponibili a correzioni esperienziali. A questa prospettiva Boyd preferisce quella di tipo non-definitorio, causale o ostensiva, introdotta da Putnam (1975), il quale afferma che i termini che si riferiscono a sostanze o a grandezze fondamentali sono fissati idealmente tramite cerimonie di denominazione, durante le quali viene stabilita un’associazione tra il termine e un campione o un effetto causale esemplare del suo referente. In questo modo è possibile stabilire un riferimento senza ricorrere ad una definizione esplicita che implichi la conoscenza esatta delle proprietà dello stesso: al tempo in cui veniva assegnato il nome ‘acqua’ al riferimento della sostanza chimica H2O, non si conosceva la sua struttura chimica e lo stesso è accaduto per altre sostanze e grandezze fondamentali. La determinazione ostensiva di un termine è, in altre parole, un caso di accomodamento del linguaggio a strutture causali non ancora scoperte: la terminologia viene introdotta in base a situazioni nelle quali si crede che il riferimento sia esemplificato, prima ancora di conoscere le proprietà che sono necessarie ad una definizione esplicita corretta. Tornando all’utilizzo di metafore costitutive di teorie è ora più chiaro come esse introducano riferimenti per l’oggetto di studio in una fase preliminare dell’investigazione scientifica: esse costituiscono l’accesso epistemico per il loro referente, rendendo possibile raccogliere informazioni e investigare i fatti relativi ad alcuni aspetti di esso. Studiare la mente in termini di computer significa innanzitutto aver stabilito dei riferimenti per quei processi mentali non ancora scoperti, o non ancora compiutamente noti, i quali si suppone siano esemplificati dai processi computerizzati. Tali riferimenti di tipo ostensivo costituiranno la base per gli sviluppi successivi della teoria e, al contrario di quanto avviene nella determinazione empirista del riferimento, essi permetteranno un affinamento terminologico in seguito a prove sperimentali, giacché non si fondano su verità definitorie stabilite arbitrariamente a priori, ma sulle associazioni riscontrabili tra il termine e l’effetto causale stereotipo del riferimento.
L’obiezione maggiore che Kuhn (Boyd R., Kuhn T. S., 1983) muove a Boyd riguarda la natura di questo affinamento terminologico, il quale riflette lo sviluppo per approssimazioni successive delle teorie scientifiche. Boyd presuppone che il mondo si strutturi in un insieme di articolazioni, al quale la terminologia si avvicina progressivamente nel corso del tempo: in questo senso Boyd attribuisce valenza ontologica alla metafora. Al contrario Kuhn propone una visione in cui non sia il linguaggio ad accomodarsi al mondo, bensì il mondo ad accomodarsi al linguaggio, potendosi considerare la realtà come l’insieme di cose a cui il linguaggio si riferisce. La metafora, per Kuhn, non può avere valenza ontologica, poiché rappresenta solo uno strumento in grado di aumentare l’efficacia metodologica della scienza; essa non appartiene al mondo della natura, ma delle comunità scientifiche che la utilizzano. Concordando, comunque, con la teoria del riferimento ostensivo, Kuhn ribalta la prospettiva affermando che, sebbene le metafore sezionino effettivamente il mondo, tuttavia non lo fanno in prossimità delle sue articolazioni, ma localizzando alcune articolazioni che sarebbero potute essere diverse nel caso in cui fosse stata una metafora differente a fissarne i riferimenti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La metafora nella formazione. Indagine sull'utilizzo di strumenti metaforici nella pratica professionale formativa.

Altri brani estratti dalla tesi

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Lisa Colalongo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Continua
  Relatore: Alberto Munari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 595

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi