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La figura dell'autore di reato e il rapporto con la vittima

VERA: uno strumento per la misurazione dell'empatia

Considerate le notevoli lacune presentate dai metodi di misurazione attuali, Young, Gudjonsson, Terry e Bramham ( 2007 ) hanno cercato di ovviare a tali mancanze e sono giunte a sviluppare la VERA, uno strumento che in tal senso appare assai innovativo.
Il loro scopo era quello di creare una valida misura dell’empatia cognitiva ed emotiva, in relazione a delle specifiche categorie di reati.
La VERA è stata ideata per una sua applicazione sia all’interno di un contesto di ricerca sia in quello di assessment clinico da svolgersi in ambito forense.
Le autrici riportano che già Fernandez, Marshall, Lighbody e O’Sullivan, alla fine degli anni ’90, hanno sviluppato una misurazione simile, ma essi si sono focalizzati esclusivamente sui maltrattamenti infantili e non hanno differenziato in modo netto le componenti affettive e cognitive, nelle quali si scompone l’empatia.
La somministrazione della VERA richiede di ascoltare delle interviste presentate come trasmissioni radio. Quindi vengono impiegati dei nastri registrati in accordo alla ricerca di Hudson e Scott, svolta alcuni anni precedenti, secondo la quale la misura dell’empatia verso la vittima può essere migliorata se ci si serve di materiale video o audio piuttosto che di quello scritto.
Ciascuna intervista si incentra su una diversa vittima di sesso femminile, ma tutte vengono condotte da uno stesso individuo maschile.
[…]
Dopo averle ascoltate, ai partecipanti viene richiesto di compilare due questionari, che sono stati ideati per analizzare entrambe le componenti della capacità empatica.
Il primo questionario si occupa di valutare quella affettiva, spingendo ciascun soggetto a focalizzarsi sul modo in cui si sente mentre ascolta l’intervista.
[…]
Il secondo questionario è costruito per valutare l’empatia cognitiva, perciò il soggetto deve riferire il proprio pensiero circa il modo in cui la vittima può essersi sentita durante il racconto dell’esperienza vissuta. A tale scopo, viene utilizzata la stessa lista di emozioni precedente e lo stesso tipo di punteggio da attribuire ad ognuna di esse.
La VERA è stata sviluppata incentrandosi su una definizione di empatia che, oltre a comprende sia l’aspetto cognitivo che quello emotivo, si basa sul primo dei tre stadi descritti da Marshall et al. Infatti, la valutazione da parte dei rispondenti rispetto ai loro stessi sentimenti, volta a misurare la componente affettivo-emozionale, corrisponde proprio alla fase di riconoscimento delle emozioni.
Invece, l’idea che ciascuno si crea in merito alle sensazioni provate dalla vittima fornisce una misura della componente cognitiva. Per arrivare a questo punto, i rispondenti hanno bisogno di identificare le emozioni espresse dalla persona di cui ascoltano il racconto e mettere se stessi al suo posto per immaginare ciò che essa sta provando.
Lo sviluppo di tale strumento ha influenzato le ricerche sull’empatia: ad esempio si è giunti a ritenere che i criminali non necessariamente presentano un deficit rispetto tale capacità. Tuttavia questa mancanza può presentarsi verso dei particolari tipi di vittime o nei confronti di vittime di determinate categorie delittuose.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La figura dell'autore di reato e il rapporto con la vittima

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Francesca Minniti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Franco Prof. Freilone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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