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La schizofrenia nel caregiver e le conseguenze nella prole

Vivere con un genitore schizofrenico e le possibili conseguenze

Uno studio qualitativo volto all’analisi delle esperienze soggettive di sei persone, provenienti dalla Spagna, che sono cresciute con un genitore schizofrenico, cerca di definire quali possano essere le possibili conseguenze derivanti dal vivere con un soggetto psicotico. Lo scopo dello studio è conoscere la percezione che i soggetti hanno riguardo agli effetti di queste esperienze e l’impatto che esso può avere in età adulta e nelle loro relazioni. In questo studio si utilizza un’analisi fenomenologica interpretativa e la raccolta di informazioni mediante interviste. L’intervista in questione si basa su domande volte a indagare le esperienze di figli di genitori schizofrenici, l’impatto e il benessere percepiti, le opinioni e il comportamento. Queste interviste riguardano sia il passato che il presente e hanno permesso di elaborare tre grandi temi, elaborati in collaborazione con Smith et al. (2009), i quali sono scaturiti dall’attenta analisi delle registrazioni e delle trascrizioni. Le tre importanti tematiche individuate sono: il cambiamento di ruolo e la perdita, la prigione del silenzio e “chi sono io?” (Smith et al., 2009, cit. da Vanesa Nieto-Rucian e Penny J. Furness, 2018).

• Il cambiamento di ruolo e la perdita.
La condizione psicopatologica del genitore compromette l’ambiente in cui si sviluppa il bambino. Infatti, può verificarsi la separazione dal genitore durante il suo periodo di ricovero e presentarsi di conseguenza dei veri e propri cambiamenti: il figlio si assume nuove responsabilità e cambia quindi il proprio ruolo all’interno della famiglia, l’interazione con i familiari è alterata e il bambino attiva nuovi meccanismi di adattamento per affrontare la situazione problematica. Coloro che sono stati intervistati hanno affermato di avere vissuto la mancanza di libertà, soprattutto le donne, e sono stati costretti a diventare caregiver troppo presto, anche se in alcuni casi il supporto da parte di membri più anziani della famiglia ha attenuato gli effetti negativi. I partecipanti si sono sentiti del tutto impreparati a questo passaggio di ruolo, tanto da percepire questo cambiamento come traumatico e fonte di confusione. Tra gli intervistati, un maschio, non riuscendo a sopportare la situazione problematica, a 18 anni è scappato di casa e ha impiegato un paio di anni prima di accettare il proprio nuovo ruolo. Invece, una ragazza si è sentita in dovere di assumersi tutte le responsabilità in quanto figlia maggiore, ma ciò era un carico talmente eccessivo che, appena la situazione problematica è cessata, è caduta in depressione. Nel caso in cui i partecipanti erano adolescenti, quando i loro genitori hanno mostrato i primi segni psicotici, essi hanno provato un grande dolore e avvertito la perdita di una figura di riferimento importante. Infatti, il legame con il genitore schizofrenico è cambiato radicalmente, provocando nei figli confusione e disturbo emotivo. Al contrario, coloro che fin da piccoli hanno dovuto convivere con la schizofrenia del genitore, non si sono sentiti affatto amati e non hanno mai percepito la presenza del genitore in quanto tale. In questi soggetti si sono sviluppati anche sentimenti contrastanti, sia di amore sia di odio, nei confronti di entrambi i genitori. Spesso si sono ritrovati a colpevolizzare i genitori per la situazione negativa che vivono, ma tra i partecipanti all’intervista c’è anche chi ha incolpato se stesso per la condizione mentale del genitore.

• La prigione del silenzio.
Un altro aspetto che riguarda il rapporto dei bambini con la malattia del genitore è il tabù e lo stigma della psicopatologia stessa. Ai partecipanti non è mai stata spiegata chiaramente la situazione del caregiver malato, i parenti si sono sempre rivolti al riguardo in modi abbastanza vaghi, ad esempio definendo il genitore “depresso”, “debole”, “troppo sensibile”. Questo ha fatto sì che i figli percepissero il genitore schizofrenico come inferiore o colpevole della propria malattia. Probabilmente, negare la psicosi del caregiver e nascondere certe informazioni al bambino è stato anche un modo per proteggerlo. Tuttavia, ciò ha reso difficile il rapporto con la psicopatologia del genitore, infatti non potendone nemmeno parlare nel contesto familiare non era nemmeno possibile rivelarlo ad altri, facendo così sentire i soggetti imprigionati nel proprio silenzio. Questi individui manifestano anche scarsa fiducia negli altri, poiché sostengono che nessuno potrebbe capire la propria situazione se non è stata vissuta. Questa prospettiva può però influenzare e compromettere le relazioni, sviluppando infatti timore per le reazioni che l’altro potrebbe avere venendo a conoscere la propria situazione familiare. Alcuni affermano di avere difficoltà a sviluppare legami profondi con le altre persone ed altri invece optano per mantenere le distanze. Durante l’infanzia e l’adolescenza queste persone hanno riferito di essersi sentiti soli e diversi. Anche coloro che avevano a disposizione fratelli e/o sorelle con cui parlarne mostravano comunque difficoltà, soprattutto se questi erano evitanti. Essi si sono sentiti isolati e abbandonati a se stessi, senza nemmeno aver avuto l’occasione di ricevere aiuto da altri adulti. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La schizofrenia nel caregiver e le conseguenze nella prole

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Assola
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Tatiana Begotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 20

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Parole chiave

psicologia
bambino
attaccamento
sensibilità
schizofrenia
genitore
caregiver
transgenerazionale
attaccamento insicuro
responsività

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