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L'emissione di titoli di debito nella ''nuova'' srl

Con l’attuazione della delega per la riforma del diritto societario (legge 3 ottobre n. 366 del 2001) la legislazione italiana compie un passaggio di portata epocale. Per la prima volta dal 1942 si mette mano in modo organico al tessuto codicistico, innovando profondamente gli istituti tradizionali.
L’intervento riformatore merita apprezzamento, innanzitutto per la decisione e celerità con cui è stato posto in essere, ma anche per la portata innovativa di molte scelte. L’opzione di fondo che caratterizza la riforma è una rinnovata fiducia per l’autonomia negoziale, cui viene affidata in massima parte la regolazione delle modalità organizzative dell’esercizio dell’impresa, e, coerentemente, di fiducia nel mercato, nella sua capacità di indirizzare le scelte degli operatori verso equilibri ottimali nella composizione degli interessi in gioco e dunque di condurre ad un’ottimale allocazione delle risorse.
Con particolare riferimento alla s.r.l., la cui disciplina è contenuta nell’art. 3 della su indicata legge, converrà chiedersi quali siano state le ragioni del mutamento dei connotati originari della s.r.l., al fine, poi, di poter apprezzare le autentiche novità della riforma.
Al riguardo, una prima ragione va ricercata nel continuo confronto, in termini d’efficienza e flessibilità, tra il nostro sistema normativo, in materia societaria, e gli ordinamenti stranieri. Specificando ulteriormente sul punto, si è notato che in altri paesi comunitari, a differenza di quanto accade in Italia, i benefici propri della s.r.l.
possono essere conseguiti anche senza seguire le forme della società per azioni.
Da qui, allora, sembrano trovare legittimazione le critiche, sollevate a suo tempo dalla dottrina specialistica, nei confronti dell’eccessivo vincolo di parentela, istituito dal nostro legislatore relativamente alla disciplina, fra s.r.l. e s.p.a., mediante il ricorso alla tecnica legislativa del richiamo di larga parte della disciplina della società azionaria.
L’altra ragione, infine, va individuata nell’altissima diffusione del tipo s.r.l. tra le imprese italiane. Più in dettaglio, è stato stimato che, ad oggi, le società a responsabilità limitata regolarmente costituite nel nostro paese, sono più di novecentomila.
Dunque, l’intento del legislatore, sembra essere quello di coniare una s.r.l. fortemente modificata e perciò “nuova” e soprattutto competitiva con le altre realtà organizzative.
Non a caso, l’art. 3 della l. n. 366/01, colloca la s.r.l. al primo posto della lista delle società di capitali, contravvenendo, quindi, all’originaria sequenza tipologica di cui al codice civile del 1942.
La nuova s.r.l. è in definitiva una figura societaria a sè stante, dotata di una disciplina autonoma che ripudia la tecnica del rinvio alla disciplina della società azionaria, con il risultato dell’eliminazione delle tante incertezza interpretative che tale strumento normativo aveva in precedenza suscitato.

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4 LA RIFORMA DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI: INTRODUZIONE Con l’attuazione della delega per la riforma del diritto societario (legge 3 ottobre n. 366 del 2001) la legislazione italiana compie un passaggio di portata epocale. Per la prima volta dal 1942 si mette mano in modo organico al tessuto codicistico, innovando profondamente gli istituti tradizionali. L’intervento riformatore merita apprezzamento, innanzitutto per la decisione e celerità con cui è stato posto in essere, ma anche per la portata innovativa di molte scelte. L’opzione di fondo che caratterizza la riforma è una rinnovata fiducia per l’autonomia negoziale, cui viene affidata in massima parte la regolazione delle modalità organizzative dell’esercizio dell’impresa, e, coerentemente, di fiducia nel mercato, nella sua capacità di indirizzare le scelte degli operatori verso equilibri ottimali nella composizione degli interessi in gioco e dunque di condurre ad un’ottimale allocazione delle risorse. Con particolare riferimento alla s.r.l., la cui disciplina è contenuta nell’art. 3 della su indicata legge, converrà chiedersi quali siano state le ragioni del mutamento dei connotati originari della s.r.l., al fine, poi, di poter apprezzare le autentiche novità della riforma. Al riguardo, una prima ragione va ricercata nel continuo confronto, in termini d’efficienza e flessibilità, tra il nostro sistema normativo, in materia societaria, e gli ordinamenti stranieri. Specificando ulteriormente sul punto, si è notato che in altri paesi comunitari, a differenza di quanto accade in Italia, i benefici propri della s.r.l.

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Informazioni tesi

  Autore: Tommaso Artoni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Paolo Benazzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 151

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Parole chiave

diritto commerciale
titoli di debito
riforma del diritto societario
articolo 2483 del codice civile
legge n. 366-2001

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