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L'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale nei board

L'intelligenza artificiale, abbreviata in IA, può essere definita come "la teoria e lo sviluppo di sistemi informatici in grado di svolgere compiti che normalmente richiedono l'intelligenza umana, come la percezione visiva, il riconoscimento vocale, il processo decisionale".

Dalla nascita ufficiale, avvenuta nello storico convegno al Dartmouth College nel 1956 per opera dello statunitense J. McCarthy ad oggi, l'intelligenza artificiale, nonostante le iniziali difficoltà, si è affermata in ogni campo lavorativo, sociale e culturale, subentrando nelle più elementari attività di vita quotidiana, acquisendo il merito di essere tra le tecnologie più importanti del XXI secolo.

Alla luce di tale "invasione", il presente lavoro analizza il consiglio di amministrazione di un S.p.a. nell'ipotesi di integrazione e/o sostituzione dei membri umani a favore di sistemi artificialmente intelligenti, segnando il passaggio dalla Corporate Governance alla Community-driven Governance, ovvero una struttura decentralizzata. Sebbene in passato l'ipotesi di un board formato da membri non umani era considerata un'idea fantascientifica, le recenti esperienze smentiscono l'impossibilità di ottenere un consiglio di amministrazione ibrido, lasciando tuttavia spazio alle perplessità circa il "risultato" ottenuto.

Difatti, nonostante gli innumerevoli vantaggi, come la rapidità di calcolo e la possiblità di godere di giudizi completamente razionali,il fenomeno dell'assunzione di decisioni strategiche che prescindono da competenze valutative esclusivamente umane e che si avvalgono di sistemi IA, incidono sulle regole di gestione e controllo fornendo molteplici perplessità dal punto di vista della trasparenza informativa e della responsabilità.

Ad esempio, nonostante l'ipotesi di sistemi IA come supporto dei CdA risulti essere la più realistica in quanto l'organo gestorio manterrebbe inalterata la propria discrezionalità nella scelta se adottare o meno le opzioni suggerite, al contempo sarebbe necessario poi analizzare il processo decisionale mediante una sorta di certificazione del programma che sorregge la scelta realizzata dal sistema IA (e non adottata dal board), e valutare la ragionevole fondatezza del rifiuto da parte dell'amministratore.

Sulla base delle esperienze considerate in tale lavoro, l'ipotesi di una sostituzione parziale, fenomeno della delega di particolari funzioni, e totale, delega di ogni funzione svolta dai board, appare ancor più critico.

Innanzitutto, affinchè la delega possa essere effettuata è richiesta un'espressione di volontà proveniente dalla compagine dei soci che autorizzi gli amministratori a delegare.Inoltre, in virtù dell'art. 2381 c.c., i board possano delegare solo a favore di altri amministratori. Di conseguenza, sarebbe necessario conferire a tali sistemi personalità giuridica, opzione che appare né praticabile né quantomeno opportuna.

Infine, l'ipotesi di una sostituzione totale, e dunque del processo di nomina di una macchina artificiale come amministratore, implicherebbe la necessità di poterla identificare quale centro autonomo di imputazione giuridica, sarebbe cioè necessario creare una nuova forma di soggetto di diritto: una personalità artificiale.

Determinate condotte inadeguate, lesive di interessi, compiute dalla persona giuridica/macchina artificiale, non sarebbero dunque sanzionabili mediante i criteri ordinari di responsabilità generando dei vuoti. In conclusione, alla celebre domanda dell'autore F. Navarrini, che ha ispirato tale tesi: "Do we need boards at all?" la risposta non può che essere affermativa: il consiglio di amministrazione ha bisogno dell'uomo, ciò non toglie che si possa beneficiare, per determinate attività, dell'assistenza fornita dall'intelligenza artificiale.

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4 CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE 1.1. Nascita ed evoluzione dell’Intelligenza Artificiale: esperienze a confronto L’Intelligenza Artificiale, abbreviata in IA (o anche AI, acronimo dell’inglese Artificial Intelligence) nasce nel 1956 grazie allo statunitense J. McCarthy, che organizzò un convegno al Dartmouth College 1 cui presero parte numerosi ricercatori sullo sviluppo di sistemi automatici in grado di emulare i comportamenti intelligenti degli individui. Le premesse scientifiche di questa disciplina affondano le loro radici nell’informatica, in particolare negli studi condotti dal 1930 al 1950 da noti informatici come Turing, Russel, Goedel che svilupparono nuove teorie sulla logica, sul ragionamento e soprattutto sul calcolo, ritenute poi fondamentali per lo sviluppo e la formazione di tali sistemi. Successivamente l’elaborazione di software altamente sofisticati e la seguente nascita del LIPS 2 , ossia il primo linguaggio di programmazione, segna nel progresso scientifico un momento importante. Al contempo emergono i primi vincoli. Le principali problematiche riscosse sono nelle capacità che possiamo definire cardini di un comportamento umano, come una coscienza che permetta di prendere decisioni, o anche l’abilità di risolvere problemi in maniera differente a seconda dei contesti di riferimento, caratteristiche difficili da far acquisire inizialmente ad un sistema di IA. Alcuni di questi vincoli sono stati poi superati mediante l’inserimento nei sistemi intelligenti di reti neurali e algoritmi complessi in grado di riprodurre i ragionamenti tipici degli esseri umani, migliorando le capacità di comportamento di tali sistemi. Grazie a una raccolta numerosa di algoritmi, essi sono divenuti in grado di elaborare la reazione più adeguata allo stimolo esterno percepito. Nel caso degli algoritmi connessi ai sistemi intelligenti dei veicoli, ad esempio, un’automobile 1 Documento informale di 17 pagine redatto nell’agosto del 1955 da John McCarthy, Marvin Minsky, Nathaniel Rochester e Claude Shannon che introduce per la prima volta il termine di intelligenza artificiale, e motiva la necessità della conferenza con la seguente asserzione “ Lo studio procederà sulla base della congettura per cui, in linea di principio, ogni aspetto dell’apprendimento o una qualsiasi altra caratteristica dell’intelligenza possano essere descritte così precisamente da poter costruire una macchina che le simuli.” 2 Lisp (List Processor) è una famiglia di linguaggi di programmazione con implementazioni sia compilate sia interpretate, associata nel passato ai progetti di intelligenza artificiale. È stato ideato nel 1958 da John McCarthy come linguaggio formale per studiare la computabilità di funzioni ricorsive su espressioni simboliche.

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Informazioni tesi

  Autore: Giorgia Di Lallo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Management
  Relatore: Antonio Tipaldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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Parole chiave

algoritmo
software
intelligenza artificiale
integrazione
board
personalità giuridica
sostituzione
alan turing
big data
macchine artificiali

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