Risorse immateriali e beni immateriali: la rappresentazione nel bilancio d'esercizio
Informazioni tesi
Autore: | Andrea Romanini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Renata Paola Dameri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 61 |
L'obiettivo della tesi è di introdurre la problematica relativa alla rappresentazione in bilancio delle risorse immateriali; non tutte le risorse immateriali, di cui l'imprese si serve per lo svolgimento della gestione, possono essere rappresentate in bilancio, secondo quanto disposto dai principi contabili. Con l’analisi del secondo capitolo si è voluto constatare se quanto affermato nel primo capitolo fosse vero, cioè che i sistemi contabili tradizionali non sono adeguati a fornire un quadro esaustivo delle risorse immateriali a disposizione dell’impresa.
Il patrimonio immateriale dell’impresa infatti comprende non solo quelle risorse immateriali che vengono rappresentate nel bilancio d’esercizio, ma anche altre risorse che derivano per esempio dalla capacità del personale, dalle relazioni che l’impresa ha con l’ambiente esterno; queste risorse erano state definite come risorse intangibili per distinguerle dai beni immateriali propriamente detti, come i marchi, i brevetti e le licenze, che vengono rappresentate nel bilancio.
L’analisi condotta nel secondo capitolo conferma l’ipotesi che era stata formulata: i sistemi contabili tradizionali non sono adeguati a rappresentare il complesso delle risorse immateriali a disposizione dell’impresa.
Più specificatamente si è visto che sia i principi contabili nazionali che quelli internazionali pongono dei requisiti molto rigidi per quanto riguarda la capitalizzazione delle risorse immateriali, come per esempio il fatto che siano identificabili e misurabili in modo attendibile, che l’impresa abbia realmente sostenuto un costo per la loro acquisizione e che siano in grado di produrre benefici economici futuri. Queste caratteristiche non possono certo essere rilevate nelle risorse intangibili. Non è possibile infatti poter quantificare in modo attendibile risorse come la fedeltà dei clienti, l’immagine dell’azienda e la cultura aziendale.
Sotto questo punto di vista si può sottolineare come il passaggio ai principi contabili internazionali acuisca ancora di più la differenza tra il valore contabile dell’impresa e il suo reale valore. Essi infatti non permettono la capitalizzazione degli oneri pluriennali a causa della loro aleatorietà. Ciò può essere considerato un impatto negativo per quanto riguarda la capacità informativa del bilancio in tema di risorse immateriali, in quanto in alcuni oneri pluriennali, come per esempio i costi di impianto e ampliamento, vengono ricompresi dei costi che permettono di intravedere la volontà dell’impresa di investire in risorse immateriali, quali i costi di addestramento del personale.
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