Guerra psicologica e strategia: da mezzo estemporaneo a dottrina sistemica
Estratto della Tesi di Luca Liotti

21 d’Annibale, può essere accostata nella storia recente a quello del generale tedesco Rommel 1941- 1942, quando la vittoria risolutiva in Africa settentrionale gli sfuggì nell'attimo in cui era a portata di mano, a causa dell'ostruzionismo sistematico e premeditato d’alcuni generali italiani. 32 32 Nel Canale di Sicilia la superiorità aerea e navale alleata produce vuoti spaventosi nei convogli dell’Asse, ostacolando di conseguenza i rifornimenti (oltre 27 navi affondate in due mesi) Il 16 dicembre 1941 parte da Napoli un convoglio di quattro grandi piroscafi con la scorta di 8 cacciatorpedinieri. A sud dello stretto di Messina si aggiunse una scorta di sostegno composta dalla corazzata Duilio e dagli incrociatori Aosta, Montecuccoli ed Attendolo, oltre 4 cacciatorpediniere. Più a distanza navigava in appoggio un forte gruppo con le corazzate Littorio, Cesare e Doria oltre agli incrociatori Gorizia e Trento e 10 cacciatorpediniere. Un enorme spiegamento di forze per soli quattro mercantili, che si spiega con il fatto che a tutti i costi andava spezzato il blocco inglese sulla rotta per la Libia, che aveva visto l'affondamento di numerosi mercantili e cacciatorpediniere di scorta. Il 17 dicembre un ricognitore aereo italiano segnala a nord di Sidi el Barrani (Egitto) una formazione inglese, che in realtà era un convoglio diretto verso Malta , scambiato all'epoca, a causa di una serie di errori di segnalazione ed avvistamento, per una vera e propria forza navale avversaria avente il compito di attaccare il convoglio italiano. A giustificare questo errore di avvistamento si può dire che faceva parte del convoglio inglese (che comunque era scortato anche da tre incrociatori) la petroliera Breconshire, che era stata camuffata da nave da guerra e venne scambiata per una corazzata. L'ammiraglio Cunningham, comandante della flotta inglese di stanza ad Alessandria, informato dell'uscita in mare della flotta italiana, si era convinto che stesse per attaccare il convoglio e dette ordine all'Ammiraglio Vian, (comandante delle unità di scorta al convoglio) di manovrane in modo da evitare lo scontro per proteggere la preziosa petroliera, e di effettuare successivamente un attacco contro la Squadra italiana, ma solo dopo il tramonto. Per quanto riguarda gli italiani, l'Ammiraglio Iachino (comandante della Squadra), non appena ricevuto il segnale d’avvistamento della formazione inglese, manovrò per entrare in combattimento, ma con gran cautela, convinto erroneamente che quella che aveva di fronte fosse una formazione da battaglia. Il gruppo del Littorio entrò in contatto con il nemico a gran distanza (oltre 30000 metri) solo verso l'imbrunire (erano le 17.53 ed il sole era tramontato alle 17.40) e, visti i noti limiti della Regia Marina nei combattimenti notturni, senza efficacia. Gli inglesi, vista l'inferiorità di forze, devono disimpegnarsi e, nonostante gli ordini di impegnare la Squadra italiana nottetempo, l'Ammiraglio Vian preferì preoccuparsi della sicurezza e della scorta a destinazione del convoglio, che giunse felicemente a Malta. Stessa cosa fece l'Ammiraglio Iachino sganciandosi verso Ovest, per porsi con la Squadra a difesa del convoglio italiano, visto che si attendeva un attacco notturno che poi non avvenne. Lo scontro a fuoco durò in tutto una quindicina di minuti: di tutti i colpi sparati nemmeno uno andò a segno. Giacché i rispettivi convogli con le loro scorte arrivarono indenni a destinazione sia Iachino sia Vian avevano raggiunto i loro obiettivi. Da un punto di vista puramente militare il primo scontro della Sirte costituì un successo inglese, vista la disparità di forze in campo, ma gli italiani avevano raggiunto l'importantissimo scopo di far arrivare un convoglio indenne in Libia, riguadagnando morale e credibilità dopo la serie di insuccessi nei trasporti marittimi verso la Libia stessa. Inoltre, dopo aver accompagnato alla meta la petroliera, la forza inglese ebbe la conferma che anche quella italiana era di scorta ad un convoglio e manovrò per provare ad intercettarla; poco dopo la mezzanotte del 19 dicembre la forza inglese incappa, a 15 miglia da Tripoli, in un foltissimo sbarramento di mine, che era stato disposto dagli italiani, con grande preveggenza, proprio per evitare una incursione inglese. La formazione inglese, chiamata "forza K" perde l'incrociatore Neptune ed il cacciatorpediniere Kandahar mentre gli incrociatori Aurora e Penelope sono gravemente danneggiati, pur riuscendo, a fatica, a rientrare a Malta. Considerando anche questi elementi si può dire che l'operazione italiana si concluse con un successo. Ci fu anche una vittoria morale: il gruppo della Littorio era stato per tutta una giornata all'offensiva, contro una formazione inglese che aveva battuto in ritirata e che, nella notte, non aveva tentato nessuna reazione, pur essendo fornita del vantaggio dei radar. Al successo dell'operazione, infine, aveva notevolmente contribuito il fatto che gli Inglesi non erano accompagnati da portaerei e che le navi italiane, almeno per una volta, erano state efficacemente protette
Estratto dalla tesi:
Guerra psicologica e strategia: da mezzo estemporaneo a dottrina sistemica
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Liotti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Luciano Bozzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 205 |
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