La condizione patrimoniale della donna tra Otto e Novecento, con particolare riferimento all'istituto della dote
Estratto della Tesi di Nicola Bruni

Pag 9 di 65 secolo: la legislazione giustinianea, relativamente ai rapporti patrimoniali coniugali rese possibile un sensibile passo in avanti verso l‟uguaglianza giuridica della donna 16 . Possiamo in tal senso ricordare alcune illuminanti disposizioni: in caso di morte della moglie la dos adventicia non è guadagnata dal vedovo se non in forza di una stipulazione (Cod. 5, 13, I, 6); la dote resta al marito solo in caso di divorzio ingiustificato della moglie (Nov. 117, 8- 13); divieto al marito di costituire ipoteche sul fondo dotale e interdizione alla vendita sia pure col consenso della moglie (Cod. 5,13,15 b) 17 . Successivamente le riforme imperiali suggeriscono effetti differenti all‟interno del continente europeo. Così in Francia la riserva in favore dei figli della donazione maritale -in caso di premorienza del marito- viene estesa, sulla base delle istanze di parità tra i coniugi mosse dalle direttive cristiane, anche alla dote in caso di premorienza della moglie: la proprietà della dote viene infatti conferita ai figli; al marito resta invece l‟usufrutto della stessa. Tale regola compare in una della molteplici Interpretatio alla Lex Romana Wisigothorum 18 e sancisce come tutti i beni provenienti dal marito debbano essere conservati dalla vedova a diretto vantaggio della prole e viceversa nel caso del marito che avrà l‟obbligo di conservare tutti i beni, dote compresa, per lo stesso scopo 19 . La consuetudine dell‟epoca in Francia, vede quindi riconosciuto il principio di uguaglianza tra dote e donazione maritale, nonché il principio di parità di trattamento in caso di scioglimento del matrimonio mortis causa di uno dei due coniugi. In Italia, invece, l‟influsso del diritto romano rimase certamente più radicato al territorio: la costituzione della dote avveniva dunque con la stipulatio della facoltà della donna che premuore, senza figli, di liberamente disporne e del relativo obbligo del marito di restituirla, così come previsto dalla legislazione di Giustiniano. Nel lungo periodo storico che va dall‟epoca post-giustinianea fino ai secoli centrali del Medioevo, la pratica romana della dote ed il diritto che la regolamentava vengono a decadere: la definitiva disgregazione del mondo romano in seguito allo stanziamento della popolazione longobarda nella penisola italica provoca una sovrapposizione di consuetudini germaniche anche in materia patrimoniale. 16 C. LORENZI, Tesi di laurea La dote e i rapporti patrimoniali tra coniugi negli statuti comunali e castrensi dell’alto Lazio (secc. XIII-XVIII) - Roma, s.a., Capitolo 2.1, relatore Carlo Ghisalberti. 17 P. VACCARI, La Dote in Novissimo digesto italiano, Torino 1982. 18 Lex Romana Wisigothorum, in Novissimo digesto italiano, Torino 1982. 19 P. VACCARI, Note per la storia del matrimonio romano dall’ultima legislazione imperiale alla compilazione romano-barbariche. Dote e donazione maritale nell’ultima età romana e nelMedioevo barbarico in Scritti di storia del diritto privato, Padova, 1957 riferimento in P.VACCARI, La Dote in Novissimo digesto italiano, Torino 1982.
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La condizione patrimoniale della donna tra Otto e Novecento, con particolare riferimento all'istituto della dote
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Informazioni tesi
Autore: | Nicola Bruni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Paolo Passaniti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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