La sinestesia: una prima indagine con i neonati	
  
	
  
	
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visiva (Pascual-Leone & Hamilton, 2001). Nel corso di 5 giorni in cui i soggetti 
venivano tenuti con un benda davanti agli occhi, veniva insegnato loro a discriminare 
tra sensazioni tattili. Dal secondo giorno in poi, l’attività della corteccia visiva 
aumentava esponenzialmente durante i compiti tattili, mentre la corteccia 
somatosensoriale era esponenzialmente meno attiva (Pascual-Leone & Hamilton, 2001). 
Un simile pattern di attivazione della corteccia visiva si verificava quando gli adulti 
bendati discriminavano tra toni uditivi, un compito che con scarsa probabilità è mediato 
da immaginazione visiva. Un giorno e mezzo dopo che la benda era stata rimossa, 
stimolazioni tattili e uditive non causavano più attivazioni della corteccia visiva.  
In uno studio più recente, i soggetti adulti venivano bendati solo brevemente mentre 
eseguivano un compito di discriminazione tattile nell’apparecchiatura per la Risonanza 
Magnetica Funzionale (fMRI) (Merabet at al., 2007). Lo stimolo tattile produceva 
significative attivazioni nella corteccia visiva primaria. 
Queste evidenze di cambiamenti a breve termine reversibili, nelle attivazioni corticali 
dopo deprivazione visiva, suggeriscono che le connessioni funzionali tra le aree 
corticali sensoriali primarie persistano durante l’età adulta e siano tipicamente inibite, 
ma possano essere disinibite in caso di deprivazione sensoriale e forse quando c’è la 
sinestesia (Spector & Maurer, 2009). 
 
1.3 FORME E TIPI DI SINESTESIA 
Ogni forma di sinestesia, come ad esempio la sinestesia musica-colore, coinvolge una 
serie di inducers (es. suono), ciascuno associato al suo proprio concurrent (es. colore) 
(Grossenbacher & Lovelace, 2001).