Il filtro di ammissibilità nell'appello civile
La giustizia e il processo civili incidono sulla risoluzione delle controversie private, ma, inevitabilmente, travolgono anche la sfera socioeconomica: quanto più è valida ed efficiente la tutela giudiziaria, tanto più il sistema economico è produttivo. Alla luce di tale dato, è comprensibile il legame tra la crisi economica che ormai da anni attanaglia l’Europa, e la crisi della giustizia civile, che ha posto il legislatore nella condizione e nella necessità di intervenire per rendere il nostro Paese più competitivo, riducendo le distanze tra economia e processo. In tale ottica, negli ultimi anni, il legislatore italiano si è concentrato sulla deflazione e la semplificazione del processo, intervenendo anche sul giudizio d’appello.
Nel presente lavoro di tesi si intende analizzare il cd. filtro in appello, introdotto dalla l. 134/2012, di conversione del d.l. 83/2012, come strumento per migliorare l’efficienza delle impugnazioni e ridurre, di conseguenza, la durata dei giudizi.
Ci si chiede, a distanza di quasi otto anni, se l’introduzione del filtro in appello sia stata una soluzione coerente con il sistema processuale italiano. Fulcro del lavoro sarà l’analisi degli articoli 348 bis e 348 ter c.p.c. che introducono l’ordinanza di inammissibilità dell’impugnazione «quando non ha una ragionevole probabilità di essere accolta». Ci si soffermerà, in particolar modo, sull’ambito di applicazione di tale istituto, anche in relazione alla disciplina di cui all’art. 281 sexies, e sulle ipotesi che il legislatore ha ritenuto di escludere dal campo di azione del cd. filtro.
Si passerà poi a ricostruire il concetto di «ragionevole probabilità», con l’ausilio delle tesi sviluppate da giurisprudenza e dottrina e, particolarmente, della ricostruzione in chiave di manifesta infondatezza. Si procederà all’analisi degli effetti dell’ordinanza di inammissibilità di cui agli artt. 348 bis e ter c.p.c.: la reviviscenza della sentenza di primo grado e regime di impugnabilità; le problematiche relative alla c.d. doppiaconforme e alla impugnabilità dell’ordinanza stessa.
L’ultima parte del lavoro avrà ad oggetto un’indagine comparata con i sistemi inglese e tedesco, tentando di individuare tratti comuni e distanze con le soluzioni adottate dal legislatore italiano del 2012.
In conclusione si cercherà di elaborare considerazioni personali su un istituto che, sin dai suoi albori, è stato oggetto di reazioni e interpretazioni contrastanti in dottrina quanto in giurisprudenza: dati da cui partire per tentare di formulare una propria posizione interpretativa, soprattutto con riguardo a quel dualismo tra presto e bene richiamato dal Calamandrei.
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Cafasso |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi del Sannio |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Ernesto Fabiani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 195 |
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