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Il sistema del distretto industriale: caratteristiche, evoluzione, casi studio

La tesi si propone di fornire un’analisi storico-descrittiva di un modello di sviluppo locale ampiamente diffuso nel territorio italiano: quello del distretto industriale.
Lo scopo perseguito è di dimostrare come le peculiarità di tale tipologia organizzativa risultino essere componenti fondamentali per il successo delle imprese che vi appartengono rispetto a quelle che si trovano da essa escluse.
Una particolare attenzione verrà dedicata allo studio del distretto calzaturiero fermano-maceratese che, affondando le sue radici nei primi anni dell’Ottocento, e contando quindi su una centenaria esperienza nella fabbricazione e nella commercializzazione di scarpe, ha potuto godere dei benefici che si pongono alla base del modello marshalliano.

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15 CAPITOLO II - Da ieri ad oggi: il percorso evolutivo dei distretti industriali 2.1 Il ciclo di vita dei distretti industriali Sebbene le prime ricerche beccatiniane risalgano al 1969, le basi per la formazione dei distretti industriali hanno luogo già negli anni precedenti. Ciò che avviene negli anni ‘70, infatti, è essenzialmente l’esplosione di questo fenomeno. Al fine di mettere in luce quali siano stati i percorsi relativi alla loro nascita, gli economisti hanno elaborato un ipotetico modello del ciclo di vita dei distretti industriali. Nonostante alcune inevitabili divergenze, infatti, questi ultimi hanno fatto esperienza di iter evolutivi molto similari. Il primo stadio a cui si fa riferimento risale agli anni ‘50 -’60 e viene comunamente denominato come ‘’Specializzazione di fase’’. Esso è generato principalmente da due fattori: da una parte si ha la messa in atto di un processo di decentramento produttivo da parte di grandi imprese alla ricerca di flessibilità; dall’ altra, invece, si assiste allo sviluppo di un tessuto artigianale preesistente con una marcata specializzazione produttiva. Il processo, tuttavia, non è prettamente endogeno. In questo periodo la liberalizzazione degli scambi e l’apertura dei mercati internazionali favorì l’incremento della domanda mondiale sia da parte dei paesi industriali che da parte dei paesi in via di sviluppo, così che i distretti italiani poterono colmare quello che era il vuoto creatosi nell’ offerta. La specializzazione dell’area, di tipo monoculturale e spesso volta ai mercati di nicchia, permise alle aziende di trarre beneficio da questa situazione senza dover competere con grandi produttori di beni standardizzati. I rapporti tra imprese, in questa fase, sono individualistici: avvengono in assenza di qualsiasi forma d’ accordo strutturata. Il distretto, inoltre, si sviluppa in maniera estensiva. Si ha, di fatto, un notevole aumento del numero di imprese, di occupati e di produzione nel settore di specializzazione seppur il settore terziario che faccia ad esse di supporto sia pressoché assente.

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Andrenacci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Claudio Marsilio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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