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Il Servizio Civile Universale nel PNRR: un motore di inclusione e coesione sociale

In questo lavoro si affronta il tema del Servizio Civile Universale come strumento di coesione e inclusione sociale, partendo da un excursus storico della riforma del Servizio Civile nato nel 1972 con la Legge n.772, come diritto all’obiezione di coscienza, per convinzioni morali, motivazioni etiche e religiose, al servizio militare e quindi alternativo alla leva e, in quanto tale, obbligatorio.
A quasi trent’anni dal 1972, con la Legge n.64 del 6 marzo 2001, viene istituito il Servizio Civile Nazionale su base volontaria, aperto anche alle donne. Nel 2005, il 1° gennaio, viene sospeso il servizio di leva obbligatorio, mentre prosegue il percorso di crescita del Servizio Civile.
Il Servizio Civile Nazionale rappresenta la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
Il servizio civile universale, partito nel 2001 come realtà che coinvolgeva circa 300 volontari, oggi, nel 2022 coinvolge più di 56.000 giovani su tutto il territorio nazionale.
È il più alto numero di volontari previsti da un bando nella storia del Servizio civile e ciò grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato il 13 luglio 2021 dal Consiglio europeo, che ha recepito la proposta della Commissione europea, e alla priorità data a livello dell’Unione Europea alle azioni di valorizzazione dei giovani.
Tra gli ambiti di intervento che il PNRR dedica alle politiche per il lavoro è inserita una misura specifica a favore del Servizio civile universale.
Il ruolo del Servizio Civile Universale viene proposto sulla missione 5 su “Inclusione e Coesione”: la Componente 1 della Missione 5, che si riferisce alle “Politiche attive del lavoro” (M5C1), nel quadro macro dove vengono descritti gli obiettivi generali, viene indicata l’esplicita volontà di “Potenziare il Servizio civile universale, stabilizzando i posti annuali disponibili”.
L’inserimento di questo obiettivo nel PNRR è una scelta italiana che nasce dallo sviluppo delle potenzialità dell’esperienza del servizio civile e dalle opportunità che esso offre in termini di “occupabilità”.

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23 CAPITOLO 2 SCU: STRUMENTO DI OCCUPABILITÀ DEI GIOVANI E DI INCLUSIONE E COESIONE SOCIALE 2.1 Il Servizio Civile Universale: un antidoto alla disoccupazione giovanile? «Voi siete una forza preziosa e dinamica del Paese: il vostro apporto è indispensabile per realizzare il bene della società, tenendo conto specialmente dei soggetti più deboli». Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato il 26 novembre 2016, in occasione della ricorrenza del quindicinale della promulgazione della legge che ha istituito il Servizio Civile Nazionale, ai settemila volontari ed ex volontari, in rappresentanza dell’impegno degli oltre 350mila ragazzi che dal 2001 hanno scelto di svolgere il servizio civile in Italia 20 . Sono diversi gli autori che considerano il Servizio Civile una forza preziosa, una policy, un stimolo positivo e responsabile per i volontari che durante il proprio percorso sono in grado di acquisire competenze e capacità che ne favoriscono la crescita personale e relazionale; un vero e proprio processo di empowerment dell’individuo che si riflette sull’intera comunità 21 . Luciano Monti, condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini e responsabile del suo Osservatorio Politiche Giovanili, lo ritiene uno degli strumenti capaci di “creare capacità” e comprendere attivamente in un percorso di crescita soggetti che, altrimenti, rimarrebbero ai margini non solo perché probabili Neet (Not in Education, Employment or Training) 22 , ma anche e soprattutto perché giovani e privi di esperienze e relazioni. Mentre nel XX secolo erano i lavoratori proletari ad incoraggiare la lotta di classe, ora quelli che definisce i “nuovi poveri di lavoro” sono i giovani, non una classe ma una generazione: giovani al di sotto dei 35 anni, i 20 www.avvenire.it/papa/pagine/chi-sono-i-ragazzi-in-udienza-dal-papa-sabato-26-novembre 21 V. Martinelli, A. Zuti, op. cit., p.11 22 Quei giovani dai 15 ai 29 anni che non stanno né frequentando la scuola o corsi di formazione, né lavorando.

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Informazioni tesi

  Autore: Renato Abbate
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master in Amministrazione e Governo del Territorio
Anno: 2022
Docente/Relatore: Luciano Monti
Istituito da: Luiss School of Government
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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Parole chiave

recovery fund
pnrr
terzo settore e pnrr
piano nazionale di ripresa e resilienza
servizio civile universale

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